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SINISTRA ITALIANA – TRENTINO * SCUOLE INFANZIA: ATTOLINI, « POSSIBILE RIAPERTURA DALL’8 GIUGNO CON UNA FINESTRA TEMPORALE DI DIECI GIORNI, MANCANO PERÒ LE LINEE GUIDA »

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14.59 - venerdì 5 giugno 2020

Il Presidente della provincia di Trento, annuncia la possibilità di riaprire le scuole dell’infanzia dall’8 giugno, con una finestra temporale di dieci giorni. Mancano però le linee guida per le riaperture.

Purtroppo, il governo della nostra Provincia ha dimostrato di non sapersi porre seriamente il problema della scuola e il presidente e l’assessore hanno dato l’impressione di essere completamente impreparati sul tema e di brancolare nel buio, tirati per giacca dalle diverse istanze di famiglie e insegnanti.

È assolutamente comprensibile e condivisibile la preoccupazione dei genitori, pressati da difficoltà economiche ed organizzative, di non sapere né potere garantire ai propri figli le attenzioni che meritano nel corso di tutta la giornata.

Altrettanto comprensibile sono le loro richieste di tener conto del bisogno dei bambini di tornare alla scuola in presenza.

Ma la riapertura delle scuole, di ogni ordine e grado, richiede una particolare attenzione alla sicurezza, ma anche all’efficienza, o meglio alla bontà dell’offerta formativa che si andrà a fare.

Vorremmo innanzitutto sapere quali sono le azioni messe in campo dalla giunta provinciale per risolvere i sottolineati problemi di sicurezza:
sono stati sanificati gli ambienti?

il personale è stato informato e formato sull’organizzazione dei tempi e degli spazi in situazione?
ci sono collaboratori scolastici in numero sufficiente a garantire l’igienizzazione degli utenti in ingresso e la santificazione dei bagni ad ogni uso da parte del singolo

alunno?

cosa succede se un bambino strappa la mascherina a un altro, gli si avvicina troppo, gli mette le mani addosso e l’insegnante non può avvicinarsi a separarli per questioni di sicurezza? Rischia l’accusa di “culpa in vigilando”?

cosa deve fare il personale se un alunno durante le lezioni manifesta un rialzo febbrile? Dove lo si mette ad aspettare i genitori e chi è entrato in contatto deve mettersi in quarantena? E il resto della scuola?

e se un mattino un docente si sveglia con la temperatura oltre i 37,5 e rimane a casa, come si provvederà a coprire la sua assenza se non si può procedere immediatamente alla sua sostituzione? Si accorperanno i gruppi aumentando il numero di bambini in ciascun gruppo?

Anche ammesso che a tutto questo si sia pensato e provveduto, ma non ne è giunta notizia, come si può pensare di riuscire a tenere bambini così piccoli isolati nel momento del pasto e del riposo, lontani nel momento del gioco, senza il conforto dell’abbraccio della maestra e senza una carezza di incoraggiamento, senza l’aiuto nei piccoli problemi quotidiani dall’allacciarsi le scarpe al liberarsi di un capo cui si è inceppata la cerniera?

Siamo tutti certi dell’importanza della scuola come luogo significativo di incontro con persone, esperienze, saperi; il luogo dove si può promuovere la capacità di conoscere il proprio ambiente e di costruire e sperimentare momenti e forme di vita democratica e di solidarietà.

Ma la realizzazione di un ambiente scolastico che risponda a questo compito importante, necessita di una particolare flessibilità organizzativa di spazi, tempi, strategie, percorsi di apprendimento differenziati.

Di norma nelle scuole mancano gli spazi, le aule sono spesso piccole e sovraffollate. E gli organici? Gli uffici scolastici provinciali al momento stanno lavorando senza prevedere un adeguato aumento di docenti e di numero classi, anzi in alcuni casi lavorando su una logica di accorpamento piuttosto che di divisione.

L’impressione finale è che, anche se fosse possibile rispettare tutte le regole, il ruolo dei docenti sarebbe soprattutto quello di sorveglianti e mancherebbe il tempo e il modo per fare “scuola”.

Non crediamo sia questo quello che i bambini si meritano e si aspettano e non crediamo che un parcheggio sia una degna risposta al problema dei bambini in questa fase di emergenza .

Chiediamo con determinazione che il presidente Fugatti e l’assessore all’istruzione Bisesti, pongano al centro della loro attenzione la questione della scuola, e non solo della sua riapertura, e provvedano a studiare a fondo la situazione in collaborazione con sindacati, associazioni professionali della scuola, comuni.
Sulla scuola non si scherza e non ci si può accontentare del poco, meglio di niente.

 

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Renata Attolini per l’Assemblea Provinciale di Sinistra Italiana

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