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SETTIMANALE “GIALLO”: EMANUELA ORLANDI:  «I DOCUMENTI CHE NESSUNO HA MAI VISTO, LA LETTERA DEL 20 LUGLIO DEL 1983 AL QUESTORE DI ROMA»

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11.49 - mercoledì 22 maggio 2024

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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“Al signor Questore di Roma. Si trasmette fotocopia di un’agenda di Emanuela Orlandi, occasionalmente acquisita dal noto organismo”, cioè i servizi segreti. È il 20 luglio del 1983, quasi un mese dopo la scomparsa della ragazzina vaticana, quando alla Questura di Roma arriva questo incredibile documento che il settimanale Giallo (Cairo Editore) pubblica per la prima volta in esclusiva. Era stato inviato dal ministero dell’Interno e classificato come “riservato”.

Che i servizi segreti si fossero piazzati in casa Orlandi d’altra parte, lo racconta lo stesso Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela, che lo ha ribadito proprio due settimane fa davanti alla Commissione Parlamentare d’inchiesta: «I servizi segreti sono venuti a casa nostra tre giorni dopo la scomparsa di Emanuela perché Giulio Gangi, un personaggio dei Servizi che aveva anche casualmente conosciuto Emanuela, era amico di nostra cugina Monica. Per noi erano persone che ci stavano aiutando, dalla cameretta di Emanuela prendevano tutto, per noi erano la salvezza, gli davamo tutto».
Insomma

, un mese dopo la scomparsa di Emanuela, alla polizia di Roma arrivano alcune pagine fotocopiate, nemmeno l’originale, di un diario di scuola di Emanuela “occasionalmente acquisito” dai servizi segreti. E perché mai il diario di Emanuela era da quasi un mese nelle mani degli agenti segreti, ancora prima che in quelle degli inquirenti? Che cos’altro hanno portato via dalla camera della ragazzina?
Giallo è anche in grado di rivelare un altro particolare: sul diario di Emanuela, una compagna di classe fa riferimento a una fantomatica relazione sentimentale tra Emanuela e tale “Giovannino”, poi esplicitamente chiamato “G.P.II”, Giovanni Paolo II. Cioè il Papa Santo. Si tratta solo e soltanto dello scherzo un po’ pesante tra amiche. Ma proprio da queste parole sono partite le infamanti accuse al Santo Padre e al Vaticano, costruite in tutti questi anni.

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