News immediate,
non mediate!
Categoria news:
LANCIO D'AGENZIA

ONDA CIVICA ROVERETO * RSA E COVID: GUALAZZI, « SEMBRA CHE IL PICCO STIA TORNANDO A LIVELLI IMPORTANTI, AI FAMILIARI IL PIÙ DELLE VOLTE È PROIBITO VEDERE DI PERSONA I PROPRI CARI »

Scritto da
17.23 - martedì 3 novembre 2020

Nelle RSA si è creata una situazione complessa che vede comunque una profonda crisi all’interno di tutto il sistema con infermieri, OSS e personale sanitario che sono diventati a tutti gli effetti la “forzata famiglia” di chi è ospite della struttura.

Sembra che il picco dell’emergenza sanitaria stia tornando a livelli importanti e ai familiari il più delle volte è proibito di vedere di persona i propri cari, tranne qualche raro caso in cui è permessa la visita dopo aver fissato un appuntamento, dietro una struttura di plexiglas e alla continua presenza di un operatore della struttura.

Questa situazione ha creato un malessere che è iniziato piano piano e che ora è salito di tono.

La vista ai propri cari è diventata una corsa ad ostacoli, previa un appuntamento, si è divisi da una struttura che impedisce il contatto e, il più delle volte, si verifica una deficitaria comprensione delle parole proferite da entrambe le parti.

Gli anziani ospiti nelle Case di riposo, dopo aver combattuto e vinto il virus, devono fare i conti con la solitudine che, seppur alleviata dal personale presente, é manchevole della presenza dei propri familiari.

La vista dei sanitari bardati con mascherine, visiere, camici e dispositivi atti, logicamente, a contenere, proteggere e proteggersi dal contagio, incute sicuramente un notevole disagio.
In alcune strutture e a discrezione dei sanitari i familiari possono vedere i pazienti, accompagnati dai sanitari medesimi, attraverso la recinzione di cortili e/o giardini solo nelle giornate di bel tempo, ma ora siamo in autunno e l’inverno è alle porte.

I familiari dei pazienti, a gran voce e con cadenza almeno quindicinale, chiedono di essere messi al corrente della situazione generale della struttura e cioè se c’è qualche forma di attività sociale riprogrammata e adattata alla situazione.

Ad esempio: visione di TV, letture, ascolto di musica, attività di movimento per persone in carrozzina?

Sono previste uscite programmate e distinte per nuclei o piani in spazi diversi dalla stanza o corridoio del proprio piano, al chiuso o all’aperto (tempo permettendo) sempre all’interno della struttura?

 

*

Quali sono le regole per consegna o ritiro pacchi dono od effetti personali?

Quali i servizi attivi? coiffeur, podologo, sacerdote, psicologo?

I colloqui con le infermiere/i della strutture sono possibili solo tramite conversazioni telefoniche e spesso è difficile conoscere la reale situazione sanitaria generale e sapere come i residenti trascorrono le lunghe giornate ora che non hanno la possibilità di partecipare ad attività sociali o incontri con parenti e volontari.

L’attività di fisioterapia funziona?

Gli orari dei pasti hanno avuto variazioni?

Da chi viene garantita l’assistenza al pasto nel caso delle persone bisognose di aiuto?

Il personale addetto è sufficiente?

I familiari hanno bisogno di un’informazione aggiornata sul numero di residenti presenti nelle strutture, calcolando che molte persone possono essere morte per sospetto Covid in marzo, per Covid conclamato, per altre patologie o vecchiaia. Queste persone mancanti sono state sostituite? Sono entrati nuovi ospiti a seguito o a nuovi accessi?

Il numero del personale ha subito variazioni? Dimissioni, pensionamenti, licenziamenti o nuove assunzioni?

Il personale in ogni singola struttura ha subito cambiamenti soprattutto il Direttore Sanitario, ma banalmente anche il cuoco?

Il controllo sullo stato di presenza Covid è continuo? Con che frequenza vengono fatti i tamponi ad ospiti ed operatori sanitari?

Inoltre é d’interesse generale sapere se gli stanziamenti della provincia coprono ancora anche le mancate presenze degli ospiti.

Esempio la RSA Tacchi di Rovereto all’inizio della pandemia ospitava circa 98 persone, ora sono ridotte a circa 50.

Si vuole sapere se del costo mensile di circa € 3.300,00 per paziente (€ 1.500,00 a carico del paziente e circa € 1.800,00 a carico della provincia) la provincia copre ancora i 1.800,00 euro per i circa 48 pazienti che non ci sono più??

Sarebbe utile che ogni RSA comunicasse, tramite email, informazioni ai parenti degli ospiti con una scadenza mensile, oppure quando ci sono variazioni riguardanti il proprio familiare.

 

*

Daniela Gualazzi 

Onda Civica Rovereto

Categoria news:
LANCIO D'AGENZIA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
DELLA FONTE TITOLARE DELLA NOTIZIA E/O COMUNICATO STAMPA

È consentito a terzi (ed a testate giornalistiche) l’utilizzo integrale o parziale del presente contenuto, ma con l’obbligo di Legge di citare la fonte: “Agenzia giornalistica Opinione”.
È comunque sempre vietata la riproduzione delle immagini.

I commenti sono chiusi.