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ON. AMBROSI: UTERO IN AFFITTO: « NECESSARIO PORRE UN FRENO ALLA DERIVA, PER LE COPPIE GAY IL PREZZO DI PARTENZA È 31.950 EURO »

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12.54 - sabato 25 marzo 2023

Quando si sente parlare di maternità surrogata, di utero in affitto, qualcuno, e specificamente la sinistra italiana, non solo mostra più di qualche ambiguità terminologica, ma tenta di mettere la questione sul piano di presunti “diritti”. Ma dove, realmente, cominciano questi diritti, e chi riguardano?
Davvero riguardano i bambini o piuttosto l’idea di certi adulti di voler soddisfare il (comprensibile) desiderio di genitorialità anche contro la legge e a qualsiasi costo?

Per cominciare a capire davvero dove rischiamo di arrivare se non poniamo un freno, un netto argine etico, ecco alcuni dati eloquenti su quanto avviene non lontano da noi, ad esempio Cipro, o in Grecia: ci sono società private che propongono veri e propri tariffari, un listino prezzi come se fossimo al ristorante, o al supermercato… Tanto per rendere l’idea, le coppie eterosessuali possono mettere al mondo un bambino con un minimo di 13mila euro se la madre è la donatrice e la madre surrogata viene indicata dalla coppia stessa; per le coppie gay, il prezzo di partenza è 31.950 euro; per le donne single, invece, la spesa minima di 52.950 euro senza alcun limite d’età per i clienti. Negli Stati Uniti si paga fino a 160 mila euro, nello Stato della California ancora di più.

Alla luce di questi dati, di questa avvilente ed evidente mercificazione, la domanda essenziale, il punto che non possiamo eludere in quanto nucleo centrale di tutta la tematica è: davvero questa è la società che intendiamo costruire, oppure è il momento di dire no? Perché, se in Italia la maternità surrogata è vietata, la legge risulta facilmente aggirabile da coppie o single che si rivolgono in Paesi ove essa è consentita. Il divieto, quindi, è più teorico che reale. E quindi la nostra idea è rendere il divieto universale, ossia impedendo che italiani commettano all’estero quelli che qui sarebbero dei reati.

Fratelli d’Italia, con in testa Giorgia Meloni, tenta da tempo di porre un argine: per impedire l’umiliazione del corpo della donna e salvaguardare la dignità delle bambine e dei bambini. Siamo impegnati in confronti molto duri, anche in sede europea, per quella che consideriamo una battaglia di ragionevolezza, di buon senso e di umanità, di rispetto per gli equilibri naturali contro chi scambia il concetto di natalità per un luna park dove si pensa di potere – spesso con il denaro – permettersi qualsiasi cosa.

Del resto, purtroppo, non sono pochi gli episodi che ci raccontano di situazioni fuori controllo, non ultimo il caso del famoso cantante Elton John, che assieme al suo compagno dell’epoca hanno mescolato il loro sperma, inseminato un ovulo di una studentessa che ha accettato per pagarsi gli studi, l’ovulo fecondato è stato poi impiantato nell’utero di un’altra ragazza orientale che ha venduto il suo corpo per sopravvivere. Il bimbo appena nato è stato strappato dal seno della donna e consegnato ai due compratori. In numerose interviste, John ha detto che per due anni il bambino non ha fatto che piangere, al punto che ha deciso di far prelevare dal seno della “madre biologica” – che vive a migliaia di chilometri di distanza da Londra – il latte e farlo arrivare quotidianamente via jet privato in Inghilterra, per lenire la sofferenza del bimbo.

A me, sinceramente, non sembra un modello di società su cui puntare.

Non esiste, e su questo è bene esser chiari, da parte nostra alcuna minaccia ai diritti dei bambini, che sono assolutamente e totalmente rispettati e garantiti, e nessuna presunta “guerra” contro le coppie gay, come si tenta strumentalmente di sostenere da parte della sinistra e di alcune associazioni: lo dimostra il fatto che la maggior parte delle persone che fanno ricorso a tali pratiche sono coppie eterosessuali.

Noi siamo quindi totalmente contrari alla pratica in sé, e ci opponiamo all’iscrizione nei registri dell’anagrafe dei figli di coppie omogenitoriali nati all’estero tramite maternità surrogata perché non vogliamo che si legittimi, di fatto, una pratica che in Italia, è vietata e che consideriamo aberrante.

 

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On. Alessia Ambrosi

Fratelli d’Italia

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