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“MASCHERINE TRICOLORI” * FLASH MOB A TRENTO E ARCO: « NO ALLA DITTATURA SANITARIA, PROTESTIAMO CONTRO LA FALLIMENTARE GESTIONE DELL’EMERGENZA CORONAVIRUS DEL GOVERNO GIALLOFUCSIA »

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08.24 - domenica 3 maggio 2020

Mascherine tricolori in Trentino: “No alla dittatura sanitaria”. Le “mascherine tricolori” spezzano il lockdown: in Trentino e in più di 60 piazze d’Italia, per dire “no alla dittatura sanitaria” e chiedere il ritorno alle urne. In migliaia hanno protestato contro la fallimentare gestione dell’emergenza coronavirus da parte del governo giallofucsia, culminata nella fase 2, che di fatto è un proseguimento della fase 1. Così i cittadini, stufi di un Paese chiuso in casa e con l’economia ferma, si sono organizzati spontaneamente e dati appuntamento per dare la sveglia alla Nazione, esprimendo le ragioni della protesta nel rispetto delle misure di sicurezza. È la prima manifestazione organizzata sull’intero territorio nazionale dall’inizio della serrata generale, da quando Conte ha chiuso tutto e tappato gli italiani in casa.
In Trentino la protesta contro il governo Conte è partita intorno alle ore 9 a Trento e ha radunato una quarantina di persone in piazza Dante, ed è poi proseguita con un volantinaggio ed una affissione di manifesti ad Arco.

 

Prima a Roma, una cinquantina di “mascherine tricolori” sono scese in piazza verso mezzogiorno sulla terrazza di fronte al Colosseo, mentre altri due gruppi della stessa consistenza si sono riuniti a piazza Bologna e a piazza Mancini. Poi a Milano, in piazza 25 aprile: in 18 sono stati bloccati dalle forze dell’ordine e per loro sono scattate le sanzioni per violazione delle misure di contenimento del coronavirus. Poi le “mascherine” si sono schierate in piazza Cavour a Napoli. Ma anche a Torino, Bolzano, a Trieste e Gorizia. A Verona e Padova, a Parma e La Spezia. A Firenze, Arezzo, Perugia. A Chieti e a L’Aquila. A Foggia e Bari. In molte città sono scattati i fermi e le sanzioni per la violazione delle restrizioni sugli spostamenti.

 

“Esistono degli italiani che non si arrendono”

Mantenendo il distanziamento, i manifestanti si sono schierati alla maniera delle “sentinelle in piedi” e hanno letto un comunicato: “Questa è una manifestazione pacifica, ma determinata – hanno spiegato – Nel pieno rispetto delle distanze, con la ferma volontà di non mettere a rischio la salute di nessuno. Siamo qui oggi per compiere un atto di libertà, per dimostrare che, nonostante il clima di terrore instaurato, esistono degli italiani che non si arrendono. Per ribadire che questa situazione è figlia degli errori di chi governa, non certo dei cittadini, che fino ad oggi si sono comportati in maniera esemplare”.

 

Manifestazione spontanea per chiedere lo “stop alla dittatura sanitaria” e il ritorno alle urne.

Chi ha partecipato ci tiene a rivendicare che la manifestazione è “indipendente dalla politica” e “spontanea”, un’iniziativa nata e cresciuta sui social che ogni sabato porterà in piazza diversi gruppi di persone anche in altre città italiane per chiedere innanzitutto lo “stop alla dittatura sanitaria” e il ritorno alle urne: “La parola deve tornare al popolo, non siamo noi gli untori! Nonostante la repressione e i divieti, noi manifesteremo – dicono le “mascherine” nel loro proclama – E’ un nostro diritto, ma soprattutto è un nostro dovere. Ribellarsi oggi significa amare la nostra Nazione. Perché la mascherina non è un bavaglio. Viva la libertà! Viva l’Italia!”.

 

“Milioni di italiani ancora non hanno visto un euro”

Le ragioni delle “mascherine” sono quelle di tutti gli italiani, che si sentono vessati da uno Stato pronto a multarli se non rispettano le regole dei Dpcm di Conte, quando sono proprio i suoi decreti a infrangere le regole, a sospendere i diritti costituzionali. “Folle è istigare il popolo alla delazione, a fare la ‘spia’ al vicino“, recita il comunicato. Gli italiani sono costretti a sottostare a una “dittatura sanitaria che sembra uscita da un film di fantascienza, ad aspettare la diretta Facebook di un premier che ci riempie di cazzate e ci tratta come bambini. E in tutto questo milioni di italiani ancora non hanno visto un euro. Dove sono le misure a sostegno dell’economia?“.

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