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GABRIELLA MAFFIOLETTI * RESPONSABILITÀ INDIVIDUALI: « ARGINIAMO I FENOMENI DI AGGRESSIVITÀ E DI VIOLENZA »

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06.35 - lunedì 4 settembre 2023

Verso quale genere di società stiamo andando? Arginiamo i fenomeni di aggressività e di violenza. I numerosi fatti di cronaca nera che hanno riempito le pagine dei giornali con notizie che riguardano fatti di stupro collettivo, di uccisioni per futili motivi, di donne che muoiono per mano dei loro compagni (1 su tre il dato), le violenze psicologiche a cui tanti uomini oggigiorno soggiacciono in situazioni di separazioni conflittuali, l’aumento di aggressività nel linguaggio, e si potrebbe andare avanti a stilare un lungo elenco che in buona sostanza rimanda un quadro di evidente decadimento umano!

Ma originariamente tutto questo poco edificante assetto ha avuto una origine ed una evoluzione. La metamorfosi subita dai nostri modelli societari con la mescolanza delle razze sicuramente ha comportato nei nostri territori urbani un rimescolamento di modelli societari dal punto di vista identitario, culturale e di convivenza ma sicuramente questo può essere solo un fattore. La ricerca va ricondotta però, a mio avviso, al nucleo di partenza del fenomeno ossia la famiglia. Le famiglie che al giorno d’oggi si trovano bersagliate da mille problemi, finanziari, con ritmi lavorativi per gli adulti spesso incalzanti che lasciano poco tempo alla conciliazione casa e lavoro, coni carichi famigliari e psicologici che spesso sfuggono dalla normale amministrazione creando così problemi di disagio mentale che, se non contenuti adeguatamente vanno poi a degenerare in gesti inconsulti tristemente noti alle recenti cronache.

In questo mondo “al rovescio” crescono i nostri giovani quelli che saranno poi i futuri adulti, la società futura. I giovani vanno educati per inserirsi positivamente nella società. I giovani emulano i comportamenti degli adulti. Servono pertanto dei modelli di riferimento che possano strutturare la loro vita, la loro personalità, il carattere e lo si fa proponendo comportamenti adeguati. La fase di crescita dei giovani va assolutamente seguita con cura ed amore. I bambini e gli adolescenti hanno bisogno di avere modelli di riferimento sani da cui attingere. E’ evidente pertanto che se la famiglia e le scuole di ogni ordine e grado, deputate alle istruzione ed alla formazione dei nostri ragazzi rimandano azioni o linguaggi aggressivi o di eccessiva tolleranza o di indifferenza nella fase di accompagno dei ragazzi al divenire adulti maturi, si avrà come risultato un “prodotto” umano “difettoso”.

Crescere un figlio richiede sacrifici e parecchio impegno, seguire i loro passi e guidarli costantemente nelle varie fasi evolutive, guidarli all’autocontrollo ed all’assunzione di comportamenti maturi e responsabili. Anche gli insegnanti sono spesso in scacco matto dovendo spesso a supplire alle carenze di famiglie disfunzionali, dimostrando spesso i limiti di una mancata alleanza tra mondo scolastico e realtà famigliari. E qui si apre un tema sugli attori, gli educatori come si interfacciano con i ragazzi?

Carenze che hanno una loro spiegazione nella difficoltà degli educatori nel modo di comunicare, di essere presenti, di dire dei no, di proporre dei modelli positivi, di assumere un ruolo di guida e di riferimento forti. E’ la diffusione di una cultura e di una società adulta in cui tutto sembra essere permesso, che cerca di evitare le responsabilità individuali anche tra i i giovani. Per gli adolescenti si tratta di sperimentare una libertà senza confini che porta a riconoscere, quando va bene alcune regole, ma non le norme morali ad esse correlate.

E sono proprio i punti di vista etici e politici, nella loro accezione più alta, che sarebbero utili per riaprire con i giovani una comunicazione interrotta proprio sul valore e sul significato dell’esistenza, L’aggressività degli adolescenti, la loro irrequietezza e impulsività, è in relazione alla individuale capacità di autocontrollo che hanno sviluppato e al freno che i genitori e la famiglia sanno mettere ai loro comportamenti.

Se questo non avviene, se i modelli spesso non ci sono o sono negativi, se non scattano sanzioni certe rispetto alle azioni trasgressive, se gli adulti non intervengono a stigmatizzare le azioni di prepotenza e di delinquenza, allora è facile che i giovani tengano poco in considerazione questi limiti, non preoccupandosi delle conseguenze che potrebbero subire.
Se la scuola ad esempio sottovaluta il fenomeno del bullismo, delle prepotenze continuate in classe, non prendendosi carico di quelle azioni che potrebbero contrastarlo, si contribuisce ad accrescere il clima della sopraffazione e della legittimazione dei reati.

Se per strada di fronte anche a piccole trasgressioni, a molestie, o a vere e proprie azioni delinquenziali, il cittadino comune non fa sentire la sua voce o ancora meglio non prova ad intervenire assieme ad altri per contrastare tali azioni, è chiaro che il messaggio di indifferenza, paura, condizionamento, può diventare un modello per alcuni giovani mentre l’impunità diventa un modello per altri. Osservando i giovani possiamo dire che sono in parte il prodotto di questa società, del suo grado di complessità, delle incertezze che vive, di un futuro che oggi ha pochi punti di riferimento stabili.

La rispecchiano. Compito della politica quella con la “P” maiuscola è di affrontare questa grande piaga sociale con assoluta urgenza investendo risorse e mezzi per arginare la deriva sociale che si prospetta qualora invece la si affronti con rimedi a “spot” o peggio con la miopia del breve raggio di azione.

 

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Gabriella Maffioletti
Candidata alle elezioni provinciale per Alternativa Popolare per il Trentino

 

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