La cosa che più mi è piaciuta del Presidente della Provincia, ieri in aula, è stata la sua “confessione-ringraziamento” a fine maratona (mezzanotte e mezzo): ha detto un grazie sincero ai dirigenti/funzionari della Provincia e a quelli del consiglio provinciale (davvero bravissime e bravissimi) per averlo supportato nel primo, vero banco di prova della nuova giunta: la variazione al bilancio. Perché, ha ammesso, questa è una Giunta largamente inesperta.
Proprio per questa ammissione di inesperienza rimane il rimpianto -e il forte dissenso- che questa “umiltà” il Presidente non l’abbia dimostrata accogliendo la richiesta delle opposizioni tutte di scorporare la “tagliola dei 10 anni” (sfregio all’autonomia) da un provvedimento dedicato a far fronte al disastro ambientale provocato dalla tempesta Vaia di fine ottobre.
Tornare in aula con una legge ad hoc sul welfare trentino, a bocce ferme rispetto alle novità normative nazionali, sarebbe stato una prova di saggezza, di forza e non di debolezza.
La Giunta provinciale avrebbe vinto comunque, tra un paio di mesi, ma senza truccare il gioco con un emendamento pesante e palesemente fuori da ogni logica, in una Legge finanziaria.
Ancora una volta, il Presidente della Provincia ha preferito invece l’esibizione muscolare stile Salvini, a un profilo riformistico, dialogico, autonomistico.
Il primo atto legislativo della Giunta del cambiamento, pur coronato da brindisi, è stato forzato, sbagliato, brutto.
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Paolo Ghezzi
Capogruppo di Futura 2018