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“LE EQUILIBRISTE” – SAVE THE CHILDREN * MATERNITÀ ITALIA: « NEL 2023 ALTO ADIGE AL TOP CON 115.255/ IL TRENTINO A 102.644 » (PDF)

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09.16 - mercoledì 8 maggio 2024

Save the Children Italia, seguendo il percorso del Mother’s Index International proposto da Save the Children USA, già da qualche anno, ha voluto fornire una misura quantitativa del fenomeno multidimensionale dei diritti delle madri in Italia. Parlando di un fenomeno complesso, si è resa necessaria l’applicazione di un indice composito affinché l’analisi fosse semplificata e potesse fornire al lettore una misura immediatamente comprensibile anche dal punto di vista territoriale (livello regionale). Tale indice è il frutto di una lunga e proficua collaborazione scientifica con l’Istituto Nazionale di Statistica (Istat) che ha consentito di sintetizzare indicatori elementari utilizzando l’Adjusted Mazziotta Pareto Index (AMPI) (Mazziotta e Pareto, 2016177; Mazziotta e Pareto, 2020178). Tale metodologia è stata applicata per la misurazione del Benessere Equo e Sostenibile (BES) e dell’Indice di fragilità comunale (IFC) dell’Istat e da numerose organizzazioni internazionali, tra le quali si citano le Nazioni Unite (UN) e il Fondo Monetario Internazionale (IMF).

I risultati ottenuti danno conto dei profondi divari esistenti in Italia ed è possibile trarre indicazioni utili per rilevare e contrastare le disuguaglianze; sembra auspicabile che le analisi svolte possano contribuire ad individuare quegli obiettivi prioritari che le istituzioni, ad ogni livello, dovrebbero porsi per garantire un concreto sostegno alla genitorialità.
L’analisi ha previsto il calcolo di un indice composito per ciascun dominio e, successivamente, dell’indice composito dei sette indici compositi dei domini. L’indice composito adottato, dal punto di vista metodologico, consente di catturare efficacemente le variazioni del fenomeno complesso da un punto di vista spaziale e temporale.

 

Il valore del Mother’s Index, pari a 100 per l’Italia nel 2022 rappresenta il termine di riferimento rispetto al quale cogliere una condizione socio-economica più favorevole per le donne, in caso di valori superiori ad esso, o al contrario condizioni meno vantaggiose quando il valore si attesti su livelli inferiori a 100. Nel 2023 le prime 3 posizioni della classifica sono occupate da Regioni o Province Autonome con valori decisamente più alti rispetto alla media nazionale. Più nello specifico la Provincia Autonoma di Bolzano/Bozen (AMPI=115,225) occupa la prima posizione in graduatoria (come nel 2022), seguita dall’Emilia-Romagna (AMPI=110,530) e dalla Toscana (AMPI=109,239), evidenziando una maggiore attenzione ad una più elevata qualità delle condizioni socio-economiche delle donne grazie ad investimenti di carattere strutturale nel welfare sociale.

Al contrario, come nel 2022, le regioni del Mezzogiorno si posizionano tutte al di sotto del valore di riferimento Italia. In particolare, il 14° posto della graduatoria è occupato dall’Abruzzo (AMPI=99,332) mentre il 21° posto dalla Basilicata (AMPI=87,441). Tra queste due regioni ci sono ben 11,891 punti di AMPI.

Rispetto al 2022, la situazione italiana è migliorata sia da un punto di vista assoluto (il valore dell’AMPI Italia passa da 100,000 a 102,002) sia da un punto di vista di gap territoriale: la differenza dei valori dell’AMPI tra la Provincia Autonoma di Bolzano/Bozen e la Regione Basilicata passa da 34,517 nel 2022 a 27,784 nel 2023.

Nota: Nel caso in cui il calcolo dei valori nei singoli domini porti a risultati uguali tra due o più regioni, si procede assegnando ad entrambe lo stesso ranking ed eliminando il ranking precedente. Ad esempio, nel dominio “Demografia”, sia la PA di Trento che la Calabria ottengono un valore pari a 106,857 quindi sono entrambe classificate come 5° e la 4° posizione non è assegnata a nessuna regione.

 

Il dominio “Demografia” considera l’indicatore elementare: Numero medio di figli per donna o tasso di fecondità totale per Regione. In questo caso si può notare che, oltre al costante primato della Provincia Autonoma di Bolzano/Bozen (130,857), ci sono Regioni del Sud Italia e delle Isole che hanno un valore di AMPI superiore o uguale alla media Italia (Sicilia, Campania, Calabria e Puglia) e che tutte le regioni del Centro sono al di sotto di tale media. Nel Nord-Ovest solo la Lombardia ha valori migliori della media Italia, mentre le Regioni del Nord-Est sono tutte al di sopra di tale soglia.
Il dominio “Lavoro” è costituito dagli indicatori elementari: Tasso di occupazione madri con figli minorenni, Tasso di part-time involontario per le donne, Occupate (donne) in lavori a termine da almeno 5 anni e Numero di dimissioni per le madri con figli 0-3 (INL) per ogni 1000 donne occupate. Si evidenzia che solo questo dominio ha un valore Italia 2023 (96,956) inferiore a quello del 2022 (100,000).

Solo 4 Regioni sono al di sopra della media Italia del 2023: Marche (102,488), Piemonte (100,979), Abruzzo (100,504) e Liguria (100,321). La Regione meno virtuosa è la Campania (81,535). l’Emilia-Romagna è passata dal primo al decimo posto e l’Abruzzo dal 14° al 3°. Il calo della prima sembra essere dovuto prevalentemente all’aumento nella quota di donne impiegate in lavori a termine da almeno 5 anni (passata dal 13,7% del 2022 al 18,6% del 2023) e alla crescita nel tasso di dimissioni per le madri con figli nella fascia 0-3 anni (passato da 3,93 ogni 1.000 donne occupate nel 2021 a 5.86 nel 2022). Al contrario, l’Abruzzo ha visto una crescita di ben 5 punti percentuali nel tasso di occupazione delle donne con figli minori (passato dal 55,9% del 2022 al 61% del 2023) e una contemporanea riduzione nel tasso di part-time involontario (dal 20,1% del 2022 al 18,4% nel 2023) e nella quota di donne occupate in lavori a termine da più di 5 anni (dal 17,2% del 2022 al 13,9% del 2023). Anche il Friuli-Venezia Giulia e la Valle d’Aosta hanno perso, rispettivamente, ben 6 e 5 posizioni, passando dall’8° al 14° posto la prima e dal 3° all’8° la seconda. Dall’altro lato, Marche, Lazio, Molise e Basilicata hanno guadagnato ben 4 posizioni.

 

Il dominio “Rappresentanza” è dato dall’indicatore elementare: Percentuale di donne in organi politici a livello locale per regione. Una regione del Centro conquista il primato: il Lazio con un valore di AMPI pari a 134,054. Fanalino di coda troviamo la Basilicata con un AMPI pari a 68,468.

 

Il dominio “Salute” considera gli indicatori elementari: Quoziente di mortalità infantile (nel 1° anno di vita) per regione (anno 2021) e Strutture sanitarie pubbliche e private accreditate per attività di consultorio per ogni 10mila abitanti (anno 2022). La Lombardia (98,707) e la Liguria (93,341) sono le uniche regioni del Nord ad avere valori di AMPI inferiori alla media nazionale. Il gap territoriale tra la Regione più virtuosa e quella meno virtuosa nel 2023 (differenza in punti Ampi pari a 32,379) è minore rispetto al 2022 (differenza in punti Ampi pari a 52,299). In questo dominio il risultato migliore lo raggiunge l’Umbria, che passa dal 15° posto dello scorso anno al 1°, grazie a una marcata riduzione nel quoziente di mortalità infantile (da 3,23 nel 2020 a 1,15 nel 2021) e auna crescita delle strutture pubbliche e private accreditata per attività di consultorio (da 4,2 ogni 10.000 abitanti nel 2019 a 5.6 nel 2022). Sul versante opposto, peggiorano notevolmente le proprie posizioni la Liguria, che perde ben 9 posti (dall’8° alla 17° posizione) e la Basilicata, che perde 6 posti, passando dalla 5° all’11° posizione. Entrambe hanno visto un aumento del quoziente di mortalità infantile (passato da 2,06 al 3,27 in Liguria e dal 2,27 a 3 in Basilicata tra il 2020 e il 2021) e una riduzione delle strutture accreditate per attività di consultorio (da 3,5 ogni 10.000 abitanti a 2,9 in Liguria e da 5,6 a 5,2 in Basilicata).

 

Il dominio “Servizi” è costituito dagli indicatori elementari: Servizi prima infanzia offerti dai Comuni indice di presa in carico degli utenti (per 100 residenti 0-2 anni), Percentuale classi a Tempo pieno nella scuola primaria e Percentuale bambini della scuola primaria che frequentano la mensa. Tra le 13 Regioni e Province autonome del Centro Nord solo Marche (98,513) ed Umbria (97,168) hanno valori al di sotto della media nazionale. Nel Mezzogiorno la Sardegna è l’unica Regione con un valore di AMPI superiore alla media nazionale (103,629), mentre la Sicilia (76,675), come nel 2022, è fanalino di coda a livello nazionale.

 

Il dominio “Soddisfazione Soggettiva” è dato dagli indicatori elementari: Soddisfazione per il lavoro svolto delle donne e Soddisfazione per il tempo libero delle donne. Il primato spetta alla Provincia Autonoma di Bolzano/Bozen (129,849), mentre la Sicilia si posiziona all’ultimo posto con un valore di AMPI pari a 88,832. Liguria (100,144) ed Emilia-Romagna (103,223) sono le uniche Regioni nel 2023 con un valore di AMPI inferiore alla media nazionale (104,804). Rispetto al 2022, scendono in modo più marcato nella classifica il Molise (dalla 6° alla 15° posizione), l’Emilia-Romagna (dalla 7° alla 14°) e l’Umbria (dalla 3° alla 10°) mentre guadagnano 6 posizioni in classifica il Friuli-Venezia Giulia (da 12° a 6°), la Toscana (da 11° a 5°) e il Lazio (da 13° a 7°).

 

Infine, il dominio “Violenza” studia il seguente indicatore elementare: Centri antiviolenza e case rifugio: tasso per 100.000 donne di 14 anni e più per regione (SDG5). Il Friuli-Venezia Giulia (134,761) si conferma al primo posto della graduatoria. Rispetto al 2022, peggiora notevolmente la situazione in Umbria e Molise, che passano, rispettivamente, dalla 9° alla 17° posizione e dalla 3° alla 7° posizione, mentre migliorano di 6 posizioni Lombardia (dall’11° alla 5°) e Puglia (da 17° a 11°)179.

 

 

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