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LANCIO D'AGENZIA

CONSIGLIO PAT * LAVORI AULA MATTINO: « SCUOLE DELL’INFANZIA, RESPINTO IL DDL 4 »

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13.24 - mercoledì 8 maggio 2024

I lavori della seconda giornata d’aula di maggio sono iniziati con le repliche sul ddl 4 sulle scuole dell’infanzia, poi respinto (1 sì, 19 no e 11 astenuti). Quindi le mozioni: la 7 sul recupero della strada in Val Caretta (sospesa in vista di una trattativa), la 29 sulla determinazione delle rette di Rsa attraverso il sistema Icef (emendata). Da quest’ultima proposta di mozione riprenderanno i lavori nel pomeriggio.

Respinto il ddl 4 sulle scuole dell’infanzia
I lavori della seconda giornata d’aula sono iniziati con le repliche e poi le dichiarazioni di voto sul ddl 4 sulle scuole dell’infanzia. A prendere la parola per prima è stata l’assessora competente che si è detta anzitutto dispiaciuta: l’assenza di ieri non è stata una voluta mancanza di rispetto. L’assessora ha precisato di aver già comunicato il giorno prima la propria assenza alle 17, i lavori d’aula hanno preso una piega diversa di quanto attesa. Nessuna mancanza di rispetto, ha detto, e si è scusata se è stata percepita così. Ha fatto riferimento sugli articoli apparsi sulla stampa sulla questione dei posti nei nidi di Trento: ha precisato che non è così, che i confronti con il Comune di Trento sono stati serrati, sono stati fatti sopralluoghi e incontri con parte politica e tecnica.

Il riscontro, ha aggiunto, è positivo su determinati numeri in rispetto delle leggi esistenti, con un ampliamento della forbice dei numeri in seguito a interventi strutturali nelle scuole e il dialogo è in corso. Sul tema ha detto che non si può pensare di poter ribaltare sulla Provincia una problematica non scoperta dal Comune di Trento stamattina. I lavori sono in corso con grande elasticità, ha assicurato, si potrà arrivare alle migliori soluzioni possibili. Sui 5 giorni di ferie ha parlato di dichiarazioni non è rispondenti alla realtà: dopo la definizione come Giunta, è stata mandata una circolare applicativa ai sindacati e non è più seguita risposta, né formale, né informale, la Giunta ha fatto quello che doveva ed è in attesa, se le insegnanti non riusciranno a fare le ferie non è certo colpa della Giunta. Il ddl 4 invece per l’assessora è inaccoglibile.

Il proponente del ddl ha parlato di un ragionamento di numeri con cui è stato dato parere contrario al ddl, perché è stato detto che ci sono più contrari che favorevoli. La proposta, ha spiegato, prevedeva un meccanismo di flessibilità nel caso della presenza di studenti Bes nella costituzione delle sezioni: è stato detto “no” perché si vuole aumentare l’organico, quando invece la Federazione dice che può essere problema perché disorienta bambini. Ancora: la Giunta ha in pancia qualcosa che non è stato fatto dal 2010 e che potrebbe essere un problema. Se non va bene il modello altoatesino, ha auspicato il consigliere, si prenda a modello il Veneto, la Sicilia, si discuta, invece non sono arrivate proposte della Giunta. Si parla solo di tavoli, ha concluso, ci si aspetta allora che da lì che scaturisca una proposta che arrivi in aula e che non passi solo tramite delibere.

Nelle dichiarazioni di voto una consigliera di maggioranza ha espresso voto contrario, ma chiesto che ci sia davvero il confronto auspicato sul tema e ha ringraziato il proponente perché ha portato il tema all’attenzione del Consiglio. Da genitore, ha detto, è importantissimo che tra scuola istituzioni e famiglie ci sia collaborazione e si remi tutti nella stessa direzione, è indispensabile per il futuro e per le nuove generazioni. Ha auspicato che ci sia soddisfazione nel mondo della scuola e che si trovino punti di incontro. Un’altra consigliera di maggioranza ha parlato del dibattito avviato dal ddl in aula come interessante; un consigliere del misto ha invitato tutti a non dare messaggi errati che creano aspettative che vengono deluse, ha anticipato voto contrario, ma ha detto al proponente di apprezzare il lavoro svolto sulla scuola.

Dalla minoranza è stata annunciata astensione: un consigliere ha parlato dell’obiettivo di trovare una soluzione, una terza via che porti benessere e clima di serenità nel mondo della scuola. Un altro consigliere di opposizione ha affermato che le proposte non possono essere condivise, ma toccano temi che sono sul tavolo e sono deflagrati in seguito a una scelta politica precisa di questa maggioranza nella scorsa legislatura. Il voto di astensione, ha precisato, vuole far sì che sia chiaro a chi appartiene la responsabilità anche del conflitto. Un altro consigliere di minoranza ha indicato la presenza nel tema di due diritti fondamentali, la tutela del lavoro e il diritto a una corretta crescita e sviluppo psicofisico del minore, due interessi a copertura costituzionale che non possono essere tra loro antagonisti.

Ha parlato di un ddl che ha il merito di toccare il punto ma che lo fa alimentando una dimensione divisiva e ha auspicato uno sforzo per mantenere un’apertura terza e attenta ai due poli della vicenda per portare coesione ed evitare antagonismi per prospettare soluzioni di sintesi. Un’altra consigliera di minoranza ha risposto all’assessora che ha ringraziato per essersi scusata con l’Aula e le insegnanti presenti; normalmente, ha aggiunto, si chiede di posporre il punto. Ha affermato poi che è vero che è impossibile fare la rivoluzione in due mesi, ma è difficile capire cosa l’assessora abbia in mente per la scuola.

Sulle ferie: la circolare è arrivata il 29 aprile nelle scuole e prevede paletti e restrizioni che riducono al minimo il numero delle dipendenti che possono usufruirne che si vedono comunque costrette a farlo ad agosto. Sui nidi la stessa consigliera ha dichiarato che la competenza ora sui Comuni non garantisce un’equa distribuzione territoriale del diritto di usufruire del nido per tutte le bambine e tutti i bambini: sarebbe il caso di capire se non sia fattibile destinare fondi ai Comuni destinati ai nidi facendo in modo che tutti i Comuni abbiano stessi costi e possibilità di accesso. Sulle aperture: la frattura creata dalla Giunta deve essere ricomposta dalla Giunta.

Ha risposto un consigliere di maggioranza parlando di un ddl che va in controtendenza, che addirittura vuole chiudere un mese prima, una volontà strumentale di riportare in aula un dibattito che ha monopolizzato la scorsa legislatura, un pretesto per poter discutere ancora una volta davanti alla propria platea della cosa. Le aperture di luglio, ha sottolineato lo stesso consigliere, hanno avuto una frequenza del 75% di bambini, in linea con gli altri mesi dell’anno: un servizio per 9.000 famiglie, non è uno sfizio.

Un altro consigliere di maggioranza ha riconosciuto al proponente una coerenza nella battaglia, ma ha parlato di demagogia: il mondo è cambiato, ha detto, lo sono le esigenze personali ed economiche e le istituzioni sono troppo lente nelle riforme. Queste ultime, ha rimarcato, si possono cambiare, ma se si rimane sempre con un modello che non evolve non si fa il bene di tutti. Ha ricordato come si chiese alle parti nella scorsa legislatura quale potesse essere una via alternativa.

Un altro consigliere di maggioranza ha detto di aver apprezzato l’atteggiamento dell’assessora che ha detto di star studiando delle risposte; è corretto attendere una risposta della Giunta rispetto alle problematiche che non si esauriscono affrontando un granello, perché con esso si aprono questioni a cascata. Non si può fare finta di nulla sulla richiesta di conciliazione delle famiglie, al centro deve essere l’interesse del bambino, ha concluso.
Il proponente del ddl ha risposto che parlare di demagogia è eccessivo, il ddl si basa su un modello che esiste e funziona, che dà frutti migliori sotto il profilo della natalità migliori di quelli visti in Trentino. Ha ricordato che nessuno ha copiato il modello Trentino, da Lampedusa al Brennero e da Ventimiglia a Basovizza nessuno ha copiato il modello trentino.
Si è poi votato: il ddl 4 è stato respinto con 1 sì, 19 no e 11 astensioni. Le mozioni
Val Caretta, sostenere le amministrazioni nel recupero della strada (trattazione sospesa in vista di un confronto)
Da tempo tra i comuni dell’Alta Valsugana e degli Altipiani Cimbri sono aperti confronti e discussioni sul progetto di ripristino della strada della Val Caretta, ha spiegato un consigliere di minoranza: la strada, realizzata a partire dal 1871 su un tracciato esistente fin dal XVII secolo, rappresenta un indiscutibile patrimonio storico non solo per quelle comunità ma per l’intero Trentino perché si sviluppa lungo un percorso suggestivo e panoramico con enormi potenzialità.

Di qui la proposta di recupero dell’arteria stradale (chiusa nel 1960 in seguito ad un evento franoso e poi dimenticata) e la mozione del consigliere che impegna la Giunta a sostenere le amministrazioni comunali interessate e la Magnifica Comunità degli Altipiani Cimbri nelle fasi progettuali volte al recupero della strada della Val Caretta e concordare con le amministrazioni coinvolte un cronoprogramma e un corrispondente sostegno finanziario che concretizzi il recupero della strada della Val Caretta.

Un consigliere di maggioranza ha parlato di un grande beneficio per la comunità che deriverebbe dal recupero della strada e ricordato che ci sarebbe un’associazione di volontariato di appassionati di bicicletta che sarebbe disponibile per la gestione. Un consigliere di minoranza ha auspicato da parte della Giunta la volontà di sostenere questo progetto che recupera una strada che corre tra l’Alta Valsugana e gli altipiani cimbri in un’ottica turistica. Ha parlato di un progetto sostenibile, un recupero storico che per il consigliere ha senso anche nell’ottica del cicloturismo che vede il completamento da Trento della Valsugana dalla quale partirebbe la strada per gli altipiani cimbri. C’è poi in realizzazione la ciclabile tra Folgaria e Asiago, ha ricordato.

Un’altra consigliera di minoranza si è espressa a favore del recupero che va nell’ottica di rendere attrattivo il Trentino soprattutto per le attività sportive, quali l’e-bike: un’attività di grande interesse per gli autoctoni ma anche per i turisti, è un’opportunità recuperare ciò che in passato era fonte di comunicazione anche come modalità di divertimento.
Un consigliere del misto ha chiesto, sul metodo, la possibilità sulle mozioni di avere un parere della Giunta, parere espresso che è stato negativo. Il proponente della mozione non si è detto sorpreso sul no, si pensa a investire in Veneto che fa concorrenza agli impianti di Folgaria e Lavarone e la Provincia dice no a Lavarone e Luserna e a Caldonazzo. Si parla tanto di cicloturismo sulla ciclovia del Garda, ha aggiunto, ci sarà qualche briciola per questo progetto.

Nelle dichiarazioni di voto, il consigliere di maggioranza che si era espresso a favore parlando dell’interesse di un’associazione alla gestione della strada ha auspicato si possa trovare una mediazione con un dispositivo condiviso.
Voto favorevole annunciato da un consigliere dell’opposizione che ha parlato di un’idea sottesa di un nuovo modello di sviluppo, di un Trentino tutto turistico, collegato ad altre province e regioni. Un’altra consigliera di minoranza si è detta dispiaciuta della risposta negativa e ha parlato di un’occasione persa: il collegamento connetterebbe Valsugana con altipiani cimbri, è una strada antica. Colpisce invece, ha aggiunto, che si vogliano investire milioni sulla ciclovia del Garda che anche sui quotidiani nazionali vede prese di posizioni contrarie di diverse associazioni ed enti.

Su proposta di un consigliere di maggioranza con il parere favorevole del proponente e della Giunta il punto è stato posticipato in coda alla discussione, in vista di un confronto con la Giunta.

Determinazione delle rette di RSA attraverso il sistema Icef
La mozione a firma di cinque consiglieri di minoranza impegna la Giunta provinciale, in riferimento alla legge 16 del 2010, a valutare la possibilità di correlare la compartecipazione al costo delle prestazioni su posto negoziato di Rsa alla situazione economico-patrimoniale del nucleo familiare, graduandola attraverso l’Icef, a invarianza del finanziamento complessivo di posto letto per il gestore del servizio.

Una consigliera di minoranza ha anticipato voto favorevole e parlato di un atto che va nell’ottica di garantire equità e ridurre la forbice di diseguaglianza che deriva dalla questione economica. Una consigliera di maggioranza ha parlato di un’opzione su cui si può fare un ragionamento. Un consigliere del misto ha chiesto ancora il parere della Giunta.
L’assessore competente ha presentato un emendamento condiviso con la prima firmataria che sostituisce alle parole “a dare attuazione” le parole “a valutare la percorribilità delle modalità di attuazione del” e ricordato che nei prossimi anni si dovrà cercare di anticipare tematiche come queste: tra 20-30 anni la popolazione anziana sarà ancora maggiore e bisognerà pensare a come restituire a queste persone il giusto servizio. L’assessore ha detto di credere che si possano tenere in considerazione i contenuti della mozione emendata. Al termine del giro di ricognizione nelle Rsa in corso

ha auspicato di riuscire a dare una risposta alle problematiche emerse anche in questo senso. Un impegno parziale rispetto al dispositivo originario, verio, ha precisato riferendosi al dispositivo emendato, ma comunque si conferma l’attenzione sul tema: è significativo porsi il tema, anche con un orizzonte largo di fronte ai reali e quotidiani problemi che affrontano coloro che gestiscono le persone anziane, una responsabilità della Giunta su cui si è augurato che il Consiglio provinciale si senta impegnato e su cui possa dare il giusto contributo.

Una consigliera di minoranza ha espresso apprezzamento per la proposta di mozione e parlato del timore che anche le Rsa possano diventare luoghi a cui possono accedere solo poche famiglie e non tutte: la mozione si muove nel senso di un’equità sociale, ben venga l’apertura dell’assessore a dire che ci sta lavorando e che arriverà presto in Commissione con proposte.

Un consigliere di maggioranza ha ricordato come le Rsa, con l’innalzamento dell’età media, si stanno avvicinando sempre più a una presenza di ospiti senza autosufficienza: in passato erano invece un luogo dove c’erano persone con capacità di relazione. Il tema della non-autosufficienza, ha detto, sarà cruciale. Bisogna cominciare per il consigliere a immaginare accanto alla previdenza complementare un nuovo pilastro sul tema assistenziale perché difficilmente tra 20-30 anni il sistema pubblico riuscirà a garantire risposta a tutti i bisogni che ancora oggi sembrano difficili da soddisfare. Nel breve, ha anticipato, qualche risposta arriverà in Consiglio provinciale o regionale.

Una consigliera di minoranza ha parlato di un tema importante: le famiglie non sono sempre in grado di sostenere le spese che devono sostenere e in questo senso graduare tramite l’Icef è essenziale. Ha richiamato poi l’attenzione sulla mancanza di personale nelle Rsa: si pone un eccessivo carico di lavoro posto su poche persone, un problema da non sottovalutare perché porta a demotivazione e a difficoltà nel mantenere il posto di lavoro. Ha chiesto spiegazioni sull’impegno generico previsto dall’emendamento: l’assessore ha precisato che l’impegno sul tema c’è, è forte e deve essere trasversale. Ha ricordato che il giro delle case di riposo è in corso (a metà) e che preferirebbe completarlo per poter fare un ragionamento organico.

Un consigliere di minoranza ha apprezzato l’apertura e l’impegno da parte dell’assessore. Ha poi parlato della carenza dei posti nelle Rsa: nel 1985 c’erano 4.000 posti letto negli ospedali, ora sono la metà, da qui deriva il numero dei posti mancanti nelle Rsa: una volta c’erano lungodegenze, geriatrie, le Rsa si sono trasformate il lungodegenze e i posti disponibili non sono sufficienti e il contratto del personale delle autonomie locali non è più adeguato alle mutate caratteristiche di una residenza sanitaria sostitutiva degli ospedali. Il contesto è cambiato e il modello, non più adeguato, va cambiato, ha concluso.

Una consigliera di maggioranza ha parlato di quello attuale come del momento di pianificare: bisogna affrontare i grandi temi. L’argomento che la mozione presenta, ha affermato, è uno dei grandi lavori che ci aspettano nella legislatura. Siamo già in emergenza, ha aggiunto, è il momento di iniziare a programmare, a lavorare a 360 gradi sulle esigenze delle famiglie in termini di servizi. Un consigliere del misto ha auspicato che l’assegno di cura non venga inserito nel calcolo per definire l’Icef.

Ha ricordato come oggi l’accesso alle Rsa avvenga per graduatoria, si è domandato se con questa iniziativa l’accesso sarà condizionato anche dall’Icef: tante variabili da tenere in conto quando ci si incammina su questa strada, che è giusto tenere in considerazione, comunque facendo scelte oculate. Le famiglie mono rappresentate sono destinate a essere oggetto di attenzione del sociale, ha aggiunto. La proposta è interessante, ha concluso, va approfondita, ma a largo spettro, bisogna fare in modo che un intervento se verrà fatto non crei situazioni di disagio ulteriore o peggiore (il riferimento è stato alla diminuzione dei posti letto in ospedale).

Un consigliere di maggioranza ha descritto come giusta la premessa, ha parlato di un tema da affrontare e ha ricordato che bisogna proseguire con equilibrio: l’obiettivo sono gli ottimi risultati in un ambito che va a determinare la qualità della vita.

I lavori proseguiranno nel pomeriggio con le repliche, le dichiarazioni di voto e la votazione sulla proposta di mozione.

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