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DAGOSPIA.COM * VENDITE EDICOLA QUOTIDIANI TRENTINO ALTO ADIGE – DICEMBRE 2019 / DICEMBRE 2020: « L’ADIGE IN CALO DA 9.591 A 9.015 COPIE / ALTO ADIGE-TRENTINO DECRESCITA DA 7.869 A 5.069 »

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12.51 - mercoledì 17 febbraio 2021

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Sergio Carli per BLITZ QUOTIDIANO

 

 

 

 

 

 

CARTA STRACCIATISSIMA – A DICEMBRE 2020 LE VENDITE DEI GIORNALI SEGNANO UN CALO DEL 15% RISPETTO A UN ANNO PRIMA. SE SI GUARDANO I NUMERI SI CAPISCE CHE NON È UNA BURRASCA, MA L’INIZIO DELL’APOCALISSE – GLI SPORTIVI ESCONO MASSACRATI DOPO UN ANNO DI COVID, I GIORNALI MERIDIONALI CROLLANO – NON BASTANO LE DUEMILA COPIE IN PIÙ VENDUTE DA “IL GIORNALE”, “IL FATTO” E “LA VERITÀ”. PARLIAMO DI 44, 26 E 25 MILA COPIE…

 

Vendite dei giornali dicembre 2020 ha registrato un altro mese maledetto. In tutto si sono vendute in Italia 1.569.106 copie, 273720 esemplari in meno rispetto alle 1.842.826 vendute nel dicembre 2019. Un calo complessivo quasi del 15%. Siamo in presenza di una crisi irreversibile che si sta trasformando in crisi mortale. Qui i dati del mese precedente.

La crisi non sarà mortale solo per i giornali ma anche per la democrazia rappresentativa nel suo insieme. Così un’idea di Dick Morris trasformata da Gianroberto  in ideologia ha fatto da base al movimento grillino. Poi un rabbioso comico genovese ci ha provato. Ha visto che i carabinieri non arrivavano e ne ha fatto un partito.

VENDITE GIORNALI DICEMBRE 2020, VEDIAMO I DATI

Riservando a se stesso il ruolo di elevato, l’unica cosa comica che ha detto in oltre mezzo secolo di carriera. Per grattare la pancia dei suoi sanculotti Grillo ha promesso la fine dei giornali e la chiusura dell’Ordine dei giornalisti. Aveva investito del ruolo di Mastro Titta quel Crimi che è stato di recente artefice a metà con l’altro buono Zingaretti della fine del Governo Conte.

Ma Crimi non è stato capace nemmeno di quello. Si è messo di buzzo buono e anche con qualche ragione a tagliare fondi pubblici ingiustificati. Senza rendersi conto della differenza fra sussidi perversi. E il fondamentale ruolo dei giornali che stanno su un mercato sempre più difficile in una crisi che ormai dura da quasi vent’anni. Di errori e peggio ne hanno fatti tanti sia gli editori sia i giornalisti. Non sarò io a indicarveli. Ma non è una buona ragione per abbandonarli al maelstorm.

E se guardate la tabella qua sotto vi rendete conto che qui siamo in una tempesta come quella evocata da Giulio Verne. Non è una burrasca, è l’inizio della apocalisse.

Pensate alla crisi degli sportivi dopo un anno di Covid. Pensate al crollo dei giornali meridionali. Non bastano le poche migliaia di copie guadagnate da Messaggero Veneto, Dolomiten, Arena e alcuni altri. Ne bastano le duemila copie in più vendute dai giornali più combattivi, Giornale, Fatto e Verità. Parliamo di 44, 26 e 25 mila copie rispettivamente vendute dai due quotidiani in un Paese di 60 milioni di abitanti.

 

 

 

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