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CRAC BANCHE VENETO: ADUSBEF, GOVERNA REGALA DUE ISTITUTI AD INTESA COSTO 17 MLD

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08.35 - lunedì 26 giugno 2017

(Fonte: Adusbef, Associazione difesa utenti servizi bancari e finanziari) – Banche venete: nel paese alla rovescia, dal ‘sistema bancario solido’, il governa decreta di regalare due banche ad Intesa, appostando 17 mld, grato come Fantozzi per aver accettato il dono.

Mentre Bankitalia ed i protagonisti lunga catena crac (7 le banche fallite), restano a piede libero.

Il crac delle due banche venete, che con l’ordinaria diligenza poteva essere evitato se solo ci fosse stata una vigilanza di Bankitalia e Consob sulla gestione fraudolenta del credito e del risparmio di Zonin, l’ex ragioniere generale dello Stato Monorchio ed altri bancarottieri di complemento, potrebbe costare alle casse pubbliche oltre le peggiori previsioni, avendo appostato il ministro Padoan, fino a 17 mld di euro ‘di risorse mobilizzate a favore dell’operazione’.

E come nel ‘tragico ragionier Fantozzi’, il governo dopo aver accettato le condizioni capestro di Banca Intesa, che si può scegliere i bocconi più prelibati di BpVi e Veneto Banca, rifiutando tutto il resto addossato alla fiscalità generale ed a 207.000 famiglie già espropriate , il premier Gentiloni, ha perfino ringraziato Banca Intesa per aver accettato il generoso cadeaux del governo e di Padoan, che del nostro sistema bancario, sostiene il premier, “il gruppo Intesa San Paolo, che acquisisce queste banche venete, è un asset tra quelli di maggior valore”.

Questa crisi “ha raggiunto livelli che hanno reso necessario l’intervento di salvataggio a favore dei correntisti e dei risparmiatori, di chi in queste banche lavora e a favore dell’economia del territorio, del nostro sistema bancario e della sua efficienza, per evitare i rischi di un fallimento disordinato”, ha detto il premier Gentiloni. L’approvazione del decreto, ha quindi aggiunto, “è una decisione molto importante, molto urgente, e necessaria e io confido che questa decisione avrà in Parlamento il sostegno che merita, cioè il più ampio possibile”.

I contribuenti pagheranno un salatissimo conto, sia per il passaggio di mano che per lo smaltimento degli asset tossici dell’istituto, che banca Intesa non vuole perché indigesti, con stime più disparate che vanno da un minimo di 7 fino a 17 mld di euro.

Mentre terremotati ed esodati aspettano, il ministro Padoan che all’unisono col governatore di Bankitalia Visco, avevano giurato sul sistema bancario solido e privo di rischi, impegna subito 5 miliardi di euro per il salvataggio: «Si applica il burden sharing non il bail in, che prevede la protezione dei correntisti retail e obbligazionisti senior, che saranno ristorati per un ammontare complessivo del 100% con distinzione tra risorse messe a disposizione dal pubblico e risorse aggiuntive messe a disposizione da Intesa.

Lo stato mette a disposizione subito risorse a Banca Intesa per un totale 4,785 mld in termini di anticipo di cassa, relativi a operazioni necessarie per mantenere la capitalizzazione e il rafforzamento patrimoniale di Banca Intesa a fronte dell’acquisizione di queste banche venete. Sono cifre che non impattano sull’indebitamento, finanziate da risorse tratte dal provvedimento di dicembre sulla ricapitalizzazione precauzionale e quindi il salvataggio non ha impatto su finanza pubblica. Il decreto mette subito a disposizione anche «un rimborso di circa 400 milioni a copertura di garanzie».

Le risorse mobilizzate dallo Stato a favore dell’operazione di salvataggio delle banche venete hanno un valore «fino a un massimo di 17 miliardi». Si prevedono incentivi fiscali a pioggia ed ulteriori provvidenze a favore dei ‘salvatori’ delle banche venete a carico della collettività e costi importanti, sempre a spese nostre, dei soliti fiduciari di Bankitalia, che saranno nominati con analoghi metodi già praticati nelle disastrose gestioni delle Bad Bank, di Banca Etruria, Banca Marche, CariChieti, CariFerrara.

 

 

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Elio Lannutti (Adusbef)

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