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CONSIGLIO SALUTE ALTO GARDA (TN): CIVETTINI, IL DE PROFUNDIS DELLA RIABILITAZIONE

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11.22 - mercoledì 4 ottobre 2017

(Fonte: Claudio Civettini) – Consiglio della Salute Alto Garda, numeri senza un senso logico. De profundis per i sistemi riabilitativi dell’Alto Garda. Il “galantuomo” ha parlato! Le provocazioni istituzionali prevalgono rispetto al senso di responsabilità verso il settore.

Non vi è stato nessun battibecco, se non l’iniziale proibizione – dopo aver avuto l’assenso -alla possibilità di partecipare, nel ruolo di Consigliere provinciale, al Consiglio della Salute dell’alto Garda.

Una scelta stalinista da parte di quell’assessorato che, verosimilmente, aveva selezionato pochi invitati all’incontro del Consiglio della Salute dell’alto Garda, in modo che lo scialacquio di numeri statistici relativi alla gestione delle Cure riabilitative in Trentino fossero talmente incomprensibili da tacitare i Sindaci che dovevano accontentarsi del “Verbo dei burocrati dell’Assessore” e qualche slide, senza documenti ufficiali.

Incredibile, poi, l’arrogante impertinenza del burocrate dirigente alla Sanità trentina che, con cattiveria istituzionale, ha saputo provocare oltre le righe e offendere lo scrivente – relativamente al proprio ciclo riabilitativo in corso – con insinuazioni degne di un sistema che, ad altre latitudini, vengono definite in termini inequivocabili. Ma di questo, ne parleremo nelle sedi opportune!

Ma a parte ciò, l’Assessore Zeni che ha dimostrato la sua scarsa conoscenza circa i percorsi riabilitativi, confondendo i rientri cardiaci a quelli ortopedici, ma anche sulla gestione qualitativa dei servizi erogati, ha rappresentato una serie di numeri già noti, già interpretati e resi noti dalla stampa locale – diffusione propedeutica alla presa di posizione di un sindacalista – ma che nulla hanno aggiunto, se non astio e acredine verso la Casa di Cura Eremo che, secondo Zeni, “non sarebbe in grado di cogliere il budget assegnato” e che, in ogni modo, supportato da ineffabili sorrisini del Dirigente generale dott. Fedrigotti, ”avrebbero utili tali” da consentire il non rispetto dei patti sottoscritti ancora con l’allora assessore Rossi, oggi Presidente, per permettere lo sviluppo previsto dal punto di vista dell’offerta.

Un atteggiamento più da improvvido Robin Hood che da Assessore che attiva – nella normalità-percorsi virtuosi all’ottimizzazione delle risorse, visto che il sistema della riabilitazione in Trentino, occupa meno dello 0,6 % del bilancio sulla enorme disponibilità, oggi sperperato per sanare situazioni di adattabilità dell’Ospedale Santa Chiara-ad esempio-per i pasticci indefinibili della oscura e colpevole vicenda legata all’appalto del Not a Trento.

Un assessore che si è permesso di offendere il sistema riabilitativo, lasciando alle parole del dott. Bordon, l’arduo compito di affermare, con lo spirito diviso tra il mago e la fiera dell’ovvio- che “il mondo cambia e cambiano anche i sistemi degli interventi operatori”, lasciando presagire la scomparsa o la limitazione forzata di sistemi riabilitativi, senza specificare o portando alla conoscenza dei sindaci, se ci siano state controindicazioni palesi così come ci sono, a sistemi oggi sperimentali che, nel Trentino, primo nella classe sui tagli alla sanità, attua con un cinismo degno di situazioni innominabili, lasciando alla vastissima platea di anziani, l’onere e l’onore di dover ricorrere con il proprio portafoglio, alle cure riabilitative e fisiatriche.

Una delusione immensa, non tanto e solo per Eremo, ma per la conferma definitiva della centralità pubblica su Villa Rosa, dove, a prescindere dagli spazi territoriali ed alle inopportune contrapposizioni, è una struttura recuperata per la cura delle gravi neuro lesioni.

Mission fallita per un progetto che doveva avere una specializzazione particolare e importante, riconosciuta a livello internazionale, poi invece trasformata in centro pubblico della riabilitazione in generale, dove a costi doppi, al netto dell’investimento edilizio pubblico in carico alla Provincia, per una miope scelta politica e irrispettosa del diritto di scelta dell’utente/paziente, vuol mettere cinicamente e politicamente in crisi, il sistema trentino oggi operante.

 

 

 

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Cons. Claudio Civettini

 

 

 

Foto: archivio Pat

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