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LANCIO D'AGENZIA

CONSIGLIO PROVINCIALE TRENTO * SECONDA COMMISSIONE: SPINELLI, « DDL PROGETTONE, L’OBIETTIVO E METTERE AL RIPARO IL SISTEMA TRENTINO INTRODOTTO NEL 1990 »

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19.05 - mercoledì 20 aprile 2022

L’assessore Spinelli ha illustrato alla II Commissione il ddl sul Progettone. Obiettivo: mettere al riparo sul piano normativo il sistema trentino introdotto nel 1990. Olivi: riforma frettolosa, non richiesta dall’Europa. Sul ddl di Ambrosi per il turismo accessibile, decisa un’audizione dell’assessora al welfare Segnana. La consigliera di FdI rifiuta l’offerta dell’assessore Failoni di un emendamento interamente sostitutivo del ddl perché riferito solo al turismo e non al tema dell’inclusione.

La riforma del Progettone firmata dall’assessore allo sviluppo economico e al lavoro Achille Spinelli ha iniziato oggi il suo iter in Consiglio provinciale con l’illustrazione del provvedimento alla Seconda Commissione presieduta da Luca Guglielmi (Fassa). L’assessore insieme alla dirigente Pedron ha poi risposto ad alcune domande di chiarimento poste da Olivi (Pd) e De Godenz (UpT).

A seguire l’organo consiliare si è occupato del disegno di legge proposto da Alessia Ambrosi (FdI) per la promozione del turismo accessibile anche persone con disabilità, decidendo di invitare a un’audizione anche l’assessora Segnana in quanto competente su questa materia. Ambrosi non ha accettato l’offerta dell’assessore al turismo Failoni di sostituire interamente il proprio ddl con un emendamento che, centrato esclusivamente sul turismo e lo sport, avrebbe ignorato del tutto l’originaria e principale finalità inclusiva e sociale del provvedimento.

 

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La riforma del Progettone orientata alle politiche attive del lavoro.

Nel presentare il testo della riforma del Progettone – il ddl 140 – l’assessore Spinelli ha ripercorso le tappe storiche di questa misura introdotta in seguito a due eventi che avevano segnato gli anni ‘80: la crescita della disoccupazione dovuta alla crisi del manifatturiero e i problemi di dissesto idrogeologico culminati nella Tragedia di Stava che avevano sollecitato interventi di prevenzione, ripristino e riqualificazione ambientale. Spinelli ha sottolineato il lavoro di approfondimento e di studio durato più di un anno che ha preceduto la revisione della legge provinciale 32 del 1990 coinvolgendo la Commissione per l’impiego per soddisfare la necessità di un riordino in grado di tener conto dell’evolversi delle norme comunitarie.

Questo – ha spiegato – per mettere in sicurezza gli affidamenti del Progettone a datori di lavoro per rendere meno attaccabile il sistema sul piano della legittimità. Per questo – ha proseguito – il Progettone è stato inserito nell’ambito delle politiche attive del lavoro superando la logica dell’accompagnamento fino alla pensione dei lavoratori disoccupati. Si è scelto di affidare a questo strumento il compito di valorizzare le risorse umane in vista del possibile reinserimento delle persone nel mercato del lavoro. In definitiva l’assessore ha chiarito che da un lato la riforma della disciplina rimane in parte fedele alla natura del “Progettone” e, dall’altro, ridefinisce aspetti sostanziali e procedurali per armonizzare lo strumento alla normativa europea e nazionale sopravvenuta nel tempo.

Ad entrare nel merito tecnico del provvedimento è stata poi la dirigente generale del Dipartimento Laura Pedron che ha precisato la ratio dei 17 articoli da cui il testo è formato e che rinviano la regolamentazione a deliberazioni della Giunta che saranno definite dopo aver acquisito il parere preventivo della Commissione per l’impiego e trovato un’intesa con le organizzazioni sindacali. Pedron ha spiegato che la riforma ha una natura composita, associando al servizio di reinserimento lavorativo nel mercato del lavoro di particolari categorie di soggetti, lo svolgimento di interventi di pubblica utilità (servizi di interesse generale privi di interesse economico).

 

Il primo confronto con i consiglieri.

Alla domanda posta da Pietro De Godenz (UpT), che ha chiesto quali servizi sarebbero esclusi dalla riforma rispetto all’impianto originario del Progettone. Pedron ha risposto non si prevedono più né attività amministrative da coprire con la sostituzione di dipendenti pubblici né lavori orientati all’interesse economico.

Alessandro Olivi (Pd) ha ricordato come all’inizio degli anni 90 il Progettone concepito e introdotto nel Trentino sia stata una delle più grandi intuizioni dell’autonomia e una delle più innovative politiche pubbliche. A suo avviso non va dato per scontato il fatto che mentre i lavori socialmente utili sono falliti quasi in tutta Italia, il Progettone ha reso la nostra Provincia una punta avanzata nella disciplina di queste attività, con cui alla strada del sussidio assistenziale si è preferita quella dell’inserimento dignitoso nella vita della comunità. Olivi ha tenuto a sottolineare che proprio in questa direzione questo strumento ha conosciuto anche un’evoluzione ed è stato adattato ai mutamenti del contesto. Pir riconoscendo che vi è stato anche qualche eccesso e qualche distorsione, il consigliere ha evidenziato che negli ultimi anni si è cercato di finalizzare il Progettone alla presa in carico dei lavoratori più deboli e anziani evitando la cristallizzazione delle attività in impieghi protetti.

Olivi ha anche espresso preoccupazioni in quanto l’inserimento condivisibile di questa misura nelle politiche attive del lavoro richiede forti investimenti finanziari, per sostenere la formazione delle competenze necessarie per permettere alle persone prese in carico nel Progettone di transitare effettivamente nel mercato del lavoro. “Per questo – ha insistito – serve una politica espansiva dell’investimento pubblico, mentre a inizio legislatura l’assessore Spinelli aveva parlato di riduzione delle risorse destinate al Progettone. Sarebbe un peccato – ha aggiunto – se la discussione di questa riforma venisse compressa in pochi giorni visto che in 4 anni di tempo si poteva avviare un ampio dibattito. Tanto più che recenetmente anche nel Consiglio delle autonomie locali è emerso il bisogno di migliorare alcuni aspetti del testo proposto dalla Giunta”.

Olivi giudica frettoloso l’adeguamento alle norme europee in assenza di procedure di infrazione.

Olivi ha poi rivolto all’assessore tre domande. La prima per sapere se, visto che l’obiettivo dichiarato dall’assessore è la messa in sicurezza del Progettone da possibili contestazioni di legittimità, siano giunte agli uffici della Provincia notizie di procedure di infrazione. Diversamente a suo avviso appare “frettoloso” volersi allineare alle normative europee se l’Europa non chiede nulla alla Provincia. L’assessore ha risposto che alla Provincia non risultano pervenuti notizie o atti relativi a procedure ispettive o a infrazione di norme europee, “i cui effetti – ha aggiunto – sarebbero stati dirompenti e paralizzanti sul Progettone.”

 

I soggetti saranno selezionati con procedura di evidenza pubblica.

Alla seconda domanda di Olivi riguardante le procedure che saranno individuate per l’affidamento degli incarichi ai soggetti chiamati a realizzare i servizi, Pedron ha risposto segnalando che se fino ad oggi con il Progettone la Provincia ha sostenuto con circa 40 milioni di euro all’anno le cooperative, ora l’articolo 9 del ddl prevede la selezione dei soggetti attuatori tramite avviso pubblico, mentre la normativa del 1990 non contemplava procedure di evidenza. La novità servirà a dare la massima diffusione all’offerta, precisando quali requisiti occorreranno in rapporto agli interventi da attuare. Al termine di questa procedura vi sarà il conferimento del servizio con specifico atto di incarico. I soggetti saranno scelti in base alla loro esperienza, al radicamento sul territorio e alla capacità di operare con efficacia. Si vuole puntare in tal modo, da un lato a riconoscere un sistema collaudato che ha dimostrato di operare bene in passato, e dall’altro ad aprire ad un confronto concorrenziale per dare a più soggetti la possibilità di impegnarsi in questa attività.

 

Previste ancora le attività nella cultura e nei musei. Spinelli: per altre deciderà il Consiglio.

Il consigliere ha chiesto infine se tra le attività di pubblico interesse escluse dalla riforma del Progettone vi siano anche i lavori a servizio delle istituzioni culturali – che fino ad oggi sono state tenute in piedi con il Progettone attraverso le cooperative che in questo settore hanno assorbito soprattutto lavoro femminile – e le attività di assistenza alla persona nelle case di riposo. Pedron ha risposto ricordando le attività elencate all’articolo 9, che precisa gli interventi e i servizi di pubblica utilità, oggetto dell’incarico con i quali si intende realizzare il servizio di reinserimento nel mercato del lavoro: attività legate alla conservazione del patrimonio ambientale e naturale e cura del verde, alla conservazione del patrimonio culturale e museale, alla conservazione e alla cura di impianti sportivi, alla conservazione ambientale funzionale alle attività turistiche e infine alla gestione di situazioni emergenziali in materia di protezione civile.

L’assessore Spinelli ha però aggiunto che sarà il Consiglio provinciale, nel corso dell’esame del ddl, a decidere la possibile estensione del provvedimento anche ad altre aree di intervento, “anche se – ha avvertito – lo studio e l’approfondimento che hanno portato alla stesura di questo testo suggerirebbero di mantenere limitata la sfera di attività da inserire nel Progettone, per mettere al riparo da rischi la legittimità delle norme”. A quest’ultima annotazione dell’assesore Olivi ha replicato contestando che una possibile procedura di infrazione proveniente dall’Ue distruggerebbe il sistema. Anzi, aprirebbe una fase di confronto che consentirebbe di allineare la normativa provinciale ai principi dell’Unione europea. Non è vero quindi – ha ribadito – che la legge provinciale sia oggi a rischio.

 

Le audizioni in due tappe per arrivare al voto il 16 maggio e in aula ai primi di giugno.

La Commissione ha infine deciso le audizioni in programma il 3 e il 9 maggio alle quali, su proposta di Olivi, saranno invitati anche Euricse (che ha pubblicato una ricerca sull’impatto sociale ed economico del Progettone) e l’Upipa oltre naturalmente ai rappresentanti della Commissione per l’Impiego, dell’Agenzia del lavoro, del Coordinamento imprenditori, delle Organizzazioni sindacali più rappresentative, del Consorzio Lavoro e Ambiente, del Consolida e delle Autonomie locali. L’esame del ddl dovrà concludersi con il voto della Seconda Commissione entro il 16 maggio per approdare alla valutazione finale dell’aula consiliare nella prima sessione di giugno, dal momento che i capigruppo hanno accordato priorità al provvedimento.

 

Sul ddl Ambrosi per il turismo accessibile anche Segnana sarà invitata in Commissione.

I consiglieri hanno poi deciso a maggioranza di invitare l’assessora alla salute e alle politiche sociali Segnana per acquisire anche il suo parere in merito al disegno di legge 105 proposto da Alessia Ambrosi (FdI) a favore della promozione del turismo accessibile e inclusivo nei confronti delle persone portatrici di disabilità. Alla scelta si è arrivati dopo che Ambrosi ha respinto la proposta dell’assessore al turismo Failoni di un emendamento completamente sostitutivo del ddl finalizzato a spostare il focus del provvedimento sul prodotto turistico con il coinvolgimento di Trentino Marketing e delle Apt. Emendamento che l’assessore ha giustificato con due ragioni: l’impossibilità di garantire la copertura finanziaria al testo della consigliera e la presenza di norme già attuate e di altre da attuare in questo settore.

Ambrosi, pur ringraziando l’assessore ha giudicato irricevibile la sua offerta perché ignora totalmente il principale obiettivo del ddl da lei proposto: la piena accessibilità al sistema turistico del Trentino delle persone con bisogni speciali, disabili e quindi con particolari esigenze. A suo avviso non è accettabile la sostituzione di questo approccio con un altro esclusivamente riferito ai settori del turismo e dello sporto come suggerito da Failoni. La consigliera ha proposto a questo punto di sottoporre il suo ddl al parere della IV Commissione in quanto competente sulla parte del provvedimento riferita al welfare. L’idea è stata condivisa dal solo collega e presidente della IV Commissione Claudio Cia (FdI) mentre gli altri consiglieri hanno suggerito di invitare l’assessora Segnana ad una prossima seduta della II Commissione per acquisire anche il suo parere. E questa è stata alla fine la proposta che, messa ai voti, ha prevalso.

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