News immediate,
non mediate!
Categoria news:
LANCIO D'AGENZIA

CONSIGLIO PAT * QUINTA COMMISSIONE: « VIA LIBERA ALLE LINEE GUIDA PER LE POLITICHE CULTURALI PAT, RISORSE DESTINATE ALLE SCUOLE DELL’INFANZIA PER L’ANNO SCOLASTICO 2020-2021 »

Scritto da
20.13 - mercoledì 3 giugno 2020

Sì della V Commissione alle Linee guida per la cultura proposte dall’assessore Bisesti. Contrarie le minoranze: testo inadeguato al cambiamento dopo il Covid-19. Ok anche alle risorse per le scuole dell’infanzia nel 2020-2021, che rimarranno invariate nonostante il calo dei bambini iscritti ma che l’opposizione giudica insufficienti. Gli operatori didattici, lavoratori precari e intermittenti di Mart e Muse, e i tecnici del settore spettacoli lanciano l’allarme sul futuro delle loro attività da cui dipende la tenuta stessa delle strutture dopo l’emergenza sanitaria.

Le “Industrie culturali creative” – Icc –, una “politica culturale per i giovani non più intesi come consumatori ma ideatori e produttori anche professionali di cultura”, e una “Scuola di formazione delle professioni culturali”, sono le principali novità contenute nelle Linee guida per le politiche culturali della Provincia che la Giunta adotterà in questa legislatura. Il documento di 18 pagine, allegato alla relativa proposta di delibera e presentato dall’assessore Mirko Bisesti alla Quinta Commissione presieduta da Alessia Ambrosi, dopo una discussione con i consiglieri ha ottenuto oggi il parere favorevole dell’organismo con 4 sì della maggioranza formata da Ambrosi, Dalzocchio e Moranduzzo della Lega oltre a Guglielmi del gruppo Fassa, e il voto contrario di Paolo Ghezzi (Futura), Sara Ferrari (Pd) e Filippo Degasperi (Onda Civica Trentino). Un “no”, quello delle minoranze, motivato dall’insufficiente adeguamento delle Linee guida, elaborate prima dell’emergenza epidemiologica, alle esigenze straordinarie di intervento e investimento che la crisi conseguente alla pandemia ha evidenziato.

La Quinta Commissione ha dato poi il via libera anche allo “stralcio del programma annuale della scuola dell’infanzia per l’anno scolastico 2020-2021”. Il piano, pur a fronte di un calo di 18 sezioni nell 266 scuole dell’infanzia del Trentino (con 282 bambini iscritti in meno rispetto all’anno precedente) prevede risorse pari a 87.900.000,00 di euro, vale a dire lo stesso importo dell’anno che sta per concludersi. Anche in questo caso i voti favorevoli alla delibera della Giunta sono stati quattro, mentre i tre consiglieri di minoranza si sono astenuti.

Infine l’organismo ha ascoltato tre operatori di musei trentini e un tecnico dello spettacolo, che avevano chiesto un’audizione per denunciare la difficilissima situazione, diventata insostenibile con lo stop dell’emergenza Covid-19, degli operatori precari e intermittenti soprattutto del Mart e del Muse. Si tratta di mediatori educativi dedicati in particolare al rapporto tra i musei e le scuole, penalizzati tanto sul piano dei diritti fondamentali quando del trattamento economico dalle politiche di esternalizzazione dei loro servizi che da anni la Provincia persegue. Esternalizzazione che ora, in assenza di interventi correttivi rischia di causare il collasso degli stessi musei provinciali, la cui attività è basata in gran parte sulla didattica e sulle scuole (domani comunicato su quest’ultimo punto).

 

*

Bisesti: Linee guida per la cultura impostate per fronteggiare il cambiamento.

Sulle Linee guida per le politiche culturali, frutto di un percorso iniziato nel 2019 che si era concluso nei primi mesi di quest’anno, quindi prima che il Covid-19 diffondesse i suoi drammatici effetti, hanno comunque “contenuti e una impostazione metodologica e strategica del tutto idonei ad affrontare il contesto nel quale si troverà ad operare il sistema culturale trentino nel post-epidemia”. Lo ha detto introducendo il documento l’assessore Bisesti, secondo cui Linee acquistano, anzi, valore “proprio perché sono impostate per fronteggiare situazioni in rapida e continua evoluzione”. Infatti, ha proseguito citando il testo, “lo scenario attuale e le sue prospettive per la cultura del Trentino”, indicano “una revisione delle politiche e delle pratiche culturali, un ripensamento del ruolo di governance dell’amministrazione pubblica provinciale, che si dovrà esprimere mobilitando le capacità di progettazione e ricerca del territorio, in alleanza primaria con le energie e le capacità di innovazione delle giovani generazioni”. Fermo restando che continueranno ad esistere i sei sottosistemi della cultura – quello museale, delle biblioteche, della formazione musicale, il settore dello spettacolo, l’associazionismo, l’ambito della tutela e valorizzazione del patrimonio culturale tangibile e intangibile –, tuttavia, ha proseguito l’assessore, “il sistema culturale trentino dovrà riposizionarsi nei confronti di una società complessa e mobile”. Le Linee guida – ha ricordato Bisesti – evidenziano anche criticità e punti di debolezza di cui soffre il sistema della cultura del Trentino. Altre criticità, ha osservato Bisesti, si aggiungeranno nel periodo post-Covid. Per fronteggiare questi problemi strutturali, ha spiegato l’assessore, il documento punta a una cultura trentina orientata a relazioni di rete e di sistema, a una più pronunciata propensione alla produzione creativa, a un’ampia apertura all’innovazione anche tecnologica, a organiche attività di formazione permanente degli operatori, a una superiore capacità di progettazione e a una più marcata cooperazione interna ed esterna (punto, questo, particolarmente enfatizzato dall’assessore). Si mira anche a una più moderna comunicazione e ad un maggior interesse per l’innovazione delle iniziative e strategie. Il “cuore” delle Linee guida secondo Bisesti consiste “in un intervento sulla governance che coinvolga i soggetti pubblici e privati in un disegno armonico nel quale la Provincia e i suoi enti dialogano con le autonomie locali e i soggetti culturali che operano sui territori”.

 

*

Cinque le grandi azioni indicate per perseguire questi obiettivi: un rapporto organico tra il settore che si occupa di tutela del patrimonio e quello delle attività culturali per massimizzare la valorizzazione del patrimonio tangibile e intangibile; l’attenzione ai giovani, asse portante del documento secondo Bisesti, perché abbiano un ruolo non solo di consumatori ma il più possibile attivo nella progettazione e realizzazione delle politiche culturali; la costruzione di un sistema culturale aperto soprattutto verso i soggetti innovatori “superando – ha osservato Bisesti – l’autoreferenzialità che caratterizza il sistema culturale”; un focus sulle “Industrie culturali creative” (Icc), che per l’assessore sono un driver dello sviluppo del settore, chiamate a coinvolgere molti giovani mobilitando la loro creatività e competenza. “Cruciale” nelle Linee guida per l’assessore è infine il tema della formazione nelle discipline e pratiche culturali, che dovrà spingere a “creare relazioni con istituzioni ed enti sia nazionali che internazionali, al di fuori del territorio provinciale”. Si tratta di dar vita ad una “Scuola di formazione delle professioni culturali” che operi in collaborazione con enti e istituzioni rdi ricerca locali – Università, Trentino School of Management e altri soggetti deputati – con una chiara specializzazione, rivolta in particolare ai giovani, promuovendo competenze per la formazione alle arti e mestieri legate ai diversi settori creativi”.

 

*

Ghezzi: mancano impegni forti e concreti per rilanciare la cultura nel dopo-Covid.

Paolo Ghezzi, capogruppo di Futura, ha ricordato il Forum per la cultura che ha elaborato queste Linee guida con i “saggi” chiamati dall’assessore, sui quali le minoranze avevano manifestato delle riserve visti i personaggi chiamati. E ha criticato il fatto che questo documento sia lo stesso che era stato partorito nell’autunno 2019, largamente prima della pandemia, ritoccato solo nella forma all’inizio di quest’anno per tener conto del Covid-19. Si confermano quindi le Linee guida pre-pandemia, limitandosi ad offrire la possibilità di ritoccare il testo sulla base dell’esperienza dei prossimi mesi. “Tutto questo – ha concluso Ghezzi – è però troppo poco”, perché l’impianto del documento è figlio di un’impostazione culturale non aggiornata alla situazione, anche se contiene alcuni spunti interessanti, come quando si sostiene la necessità di mettere in relazione la cultura con il turismo. Riconoscendo quindi alla cultura un valore economico centrale per la produzione di lavoro e di reddito. Affermazioni che tuttavia, ha aggiunto il consigliere, restano molto generiche e appaiono quindi insufficienti. “Si fatica a vedere in queste Linee uno sforzo adeguato all’eccezionalità dei tempi che stiamo vivendo”, ha concluso, chiedendo all’assessore perché mai non abbia approfittato di questi tre mesi di lockdown per ridiscutere l’impianto delle Linee guida con i soggetti culturali interessati per cercare di immaginare questo settore nel post-Covid. “Di questo – ha lamentato – non c’è traccia nel documento. Come non vi è traccia, nell’introduzione dell’assessore, del tema delle risorse. Queste Linee guida, insomma, per Ghezzi “nascono vecchie” perché non tengono conto, con gli operatori interessati, della nuova fase che stiamo vivendo. Il consigliere di Futura ha preannunciato una mozione che presenterà nella prossima seduta del Consiglio provinciale in programma dal 9 all’11 giugno. Il testo proporrà di impegnare la Giunta in tre direzioni: creare una cabina di regia che comprenda anche rappresentanti dei Comuni e delle Comunità di valle in termini di sussidiarietà, evitando il centralismo della Provincia di queste Linee guida; l’organizzazione della Conferenza provinciale sulla cultura, prevista a norma di legge e a suo avviso da realizzare in anticipo dopo l’emergenza Covid, possibilmente entro il 31 agosto; in terzo luogo alimentare il Fondo per i progetti culturali di carattere sovra-territoriale. Nel preannunciare il suo voto negativo sulla delibera, Ghezzi ha ribadito che in questo momento vi sarebbe bisogno di impegni forti e concreti che l’assessore non ha indicato.

 

*

Ferrari: testo inverosimile perché le risorse destinate al settore sono state tagliate.

Sara Ferrari (Pd) ha motivato il proprio voto sfavorevole alla delibera perché le Linee guida, nonostante la richiesta da lei avanzata nell’ultima seduta di Commissione, non sono state revisionate e aggiornate rispetto alle esigenze di chi opera nel settore. Il documento presentato oggi dall’assessore è dunque a suo avviso un “inverosimile”. Finora, ha aggiunto, le risorse per la cultura sono state ridotte per poter finanziare la manovra economica prevista dall’ultima legge provinciale e non si capisce quindi come gli obiettivi indicati dall’assessore potranno essere raggiunti.

 

*

Degasperi: mancano riferimenti alla dimensione regionale della cultura.

Filippo Degasperi (Onda Civica Trentina) ha criticato il fatto che nelle Linee guida si evocano “intrecci” tra il sistema culturale trentino e quello nazionale e locale, mentre manca ogni riferimento regionale. Forse perché, ha azzardato, ci si è dimenticati ad esempio dell’orchestra Haydn. Ma si poteva citare anche il Museo nazionale storico degli alpini, che si spera possa essere attivato visto che per questo le risorse esistono. Manca, secondo il consigliere, una riflessione sulla capacità della Provincia di preparare il terreno e di creare le condizioni perché gli obiettivi indicati dalle Linee guida si possano raggiungere. Come nel caso dei giovani sui quali il documento mette molto l’accento. Se non li prepariamo, ha osservato, il loro interesse rimarrà scarso. Degasperi ha anche chiesto di spostare la formazione musicale dal settore della cultura a quello dell’istruzione, per dare più peso alle scuole musicali e tener conto dei rapporti con il Conservatorio. “Andava esplicitato chiaramente che tra scuole musicali e Conservatorio occorre instaurare relazioni stabili”. Nelle Linee guida si parla di semplificazione e sburocratizzazione – ha concluso – ma poi tutti i tavoli previsti sono formati da dirigenti e non anche dagli attori protagonisti del sistema.

 

*

Dalzocchio: le Linee hanno una valenza pluriennale non legata alla contingenza.

Mara Dalzocchio, capogruppo della Lega, nel dichiararsi a favore delle Linee guida presentate dall’assessore, ha sottolineato che lo scopo di questo documento è di fissare gli indirizzi e gli obiettivi del settore per l’intera legislatura e non in rapporto ad eventi emergenziali come il Covid. Le ultime Linee guida per la cultura, ha segnalato, risalgono infatti al 2011 e nessuna delle Giunte precedenti ha sentito il bisogno di adeguare il documento alle particolare circostanze transitorie del periodo. I progetti indicati nelle Linee guida sono a lungo termine, sono indirizzi pluriennali per la cultura. Ecco perché, ha concluso, nel documento non si parla di finanziamenti. Il riferimento alle risorse dovrà semmai trovare spazio in altri provvedimenti. Qui si tratta di far ripartire subito il settore anche per rispetto dei lavoratori che hanno pagato a caro prezzo l’emergenza Covid. Queste Linee sono un atto di programmazione che dovrà essere valido anche nei prossimi anni non solo per il momento contingente. Giusto, poi, per Dalzocchio prevedere interconnessioni tra cultura e Comuni, ma anche tra cultura e giovani considerati come protagonisti, tra cultura e industrie creative per promuovere lo sviluppo economico. Quindi per la consigliera queste Linee guida vanno nella giusta direzione per dare impulso al sistema culturale trentino, a suo avviso “ultimamente un po’ stantio”. E comunque, se si dovessero presentare esigenze tali da richiedere delle modifiche, l’assessore e la Giunta potranno rivedere queste Linee guida.

 

*

Guglielmi: bene l’accento sui giovani per dare un futuro al sistema.

Luca Guglielmi (Fassa), favorevole alla delibera, ha sottolineato gli elementi innovativi delle Linee guida che spostano l’attenzione sui giovani intesi non più solo come consumatori ma come produttori di cultura. Spiace, ha aggiunto, che qualcuno debba sempre polemizzare, perché il Covid con queste Linee guida non centra nulla. Questo documento guarda al futuro e non dev’essere quindi assoggettato a un’emergenza.

 

*

L’assessore: in autunno conferenza provinciale sulla cultura. Si parlerà di Covid.

L’assessore Bisesti ha replicato alle osservazioni delle minoranze ricordando i molti incontri e momenti di dialogo da lui avuti con i soggetti della cultura trentina. Mai quanto oggi – ha osservato – c’era bisogno di confrontarsi con loro per riprogrammare il settore. Queste Linee guida – ha insistito – sono frutto di contributi scritti dei vari soggetti e operatori interessati, che hanno integrato il documento. Bisesti ha ricordato l’incontro con i direttori dei musei per riavviare e valorizzare il patrimonio culturale del Trentino prevedendo ingressi ad un euro. Queste Linee per Bisesti non sono affatto Provincia-centriche, vista la grande importanza che assegnano al ruolo dei Comuni rispetto al passato. Secondo l’assessore il documento scaturisce da un percorso di partecipazione. Bisesti ha preannunciato che la Conferenza provinciale sulla cultura potrà svolgersi nell’autunno prossimo. In quella sede potranno essere acquisiti gli apporti emergenti da questi mesi in cui abbiamo vissuto l’emergenza.

 

SCUOLE DELL’INFANZIA: VIA LIBERA ALLO STRALCIO DEL PIANO ANNUALE CON LE STESSE RISORSE PREVISTE PER L’ANNO SCORSO NONOSTANTE IL CALO DEGLI ISCRITTI.

Bisesti: a settembre nuove regole per l’organizzazione degli spazi e delle attività.

A seguire la Quinta Commissione ha dato il via libera con i tre voti di astensione delle minoranza (Ghezzi, Ferrari e Degasperi) anche alla delibera proposta dall’assessore Bisesti riguardante lo stralcio del programma annuale della scuola dell’infanzia per l’anno scolastico 2020-2021 nella parte relativa alla determinazione delle modalità di finanziamento a budget. La Giunta, ha ricordato, approverà il programma entro il 15 giugno. Bisesti ha evidenziato che la fase legata all’emergenza Covid-19 imporrà la necessità di una riorganizzazione del servizio di scuola dell’infanzia per il prossimo anno scolastico. Dovranno essere ripensati i rapporti spazio/bambino, insegnante/bambini, personale ausiliario/spazio/bambini, offerta scolastica e orari di apertura alla luce, in particolare, delle Linee guida in materia di salute e sicurezza. La riapertura del servizio scolastico dall’8 giugno al 31 luglio 2020, per concludere l’anno scolastico 2019/2020 – ha proseguito l’assessore – si pone come misura di offerta educativa per i bambini e conciliativa per le loro famiglie, ma sarà utilizzata anche per monitorare la tenuta pedagogico-organizzativa e le relative necessità di intervento per l’avvio del nuovo anno scolastico in termini di spazi, risorse umane ed organizzative, maggiori oneri finanziari. Bisesti ha evidenziato che nel predisporre il Piano annuale scuola infanzia 2019-2020 sono stati adottati i parametri consolidati. Ma questo è stato fatto “con la piena consapevolezza di dover intervenire nei prossimi mesi a rivisitare tali parametri e modalità, concernenti in particolare l’offerta del servizio, l’arco orario di apertura giornaliera, le risorse umane, gli spazi, l’offerta pedagogico-educativa”. Il tutto per assicurare qualità al servizio scolastico nel mutato quadro connesso all’emergenza epidemiologica. E confidando nel suo progressivo regresso. L’assessore ha poi fornito i dati generali che sono alla base del piano della scuola dell’infanzia 2020/2021. Eccoli: i bambini iscritti alle 266 scuole dell’infanzia per il 2020/2021 sono 13.378 (meno 282 unità rispetto anno precedente); non sono previste chiusure di scuole sottodimensionate (n. 25, con un aumento di 4 rispetto all’anno precedente); vi è un saldo negativo di 18 sezioni, tra scuole provinciali ed equiparate, che porta le sezioni a n. 665; le sezioni salvaguardate per un numero contenuto di bambini sono n. 50 (+ 2 rispetto al precedente anno; per particolari situazioni territoriali (n. 3, nella zona del Primiero) si riconoscono potenziamenti d’organico per assicurare qualità e continuità nel servizio scolastico; sono attivate sezioni di prolungamento d’orario in base alle richieste delle famiglie pervenute fino al 30.4.2020. Questa attivazione dovrà essere valutata e resa coerente con l’offerta complessiva del servizio che sarà definita per l’avvio di settembre 2020. Per quanto riguarda la parte finanziaria, ha proseguito Bisesti, “il costo del Programma annuale per il 2020/21 è confermato in 87.900.000,00 di euro come per l’anno scolastico che sta per concludersi. Ciò in quanto, “pur in presenza di un calo di 18 sezioni si è voluto consolidare nel Fondo di riserva, per le necessità che già si prefigurano legate alla gestione della situazione emergenziale, 765.000,00 euro corrispondenti alle economie che si sarebbero avute in situazione di normalità. L’assessore ha concluso ricordando che proprio questa mattina sono stati licenziati dalla Giunta sia il protocollo sia le Linee guida per la ripresa in sicurezza del servizio delle scuole dell’infanzia tra l’8 giugno (ma le scuole potranno scegliere di aprire anche nei giorni successivi purché non oltre il 18 giugno). Ha precisato che si è scelto di non considerare necessario che in questo periodo di riapertura delle scuole dell’infanzia, che durerà fino al 31 luglio, i bambini indossino la mascherina. E ha preannunciato che per la riapertura di settembre vi saranno ulteriori modifiche organizzative concordate con i Comuni e gli enti gestori.

 

*

Ferrari e Degasperi scettici sull’adeguatezza delle risorse previste. Bisesti: in luglio il concorso per la stabilizzazione delle insegnanti precarie delle materne.

Sara Ferrari ha osservato che le risorse previste per l’anno prossimo, il cui importo è lo stesso dell’anno precedente, potrebbero non bastare (Pd) perché l’emergenza Covid richiederà un maggior fabbisogno di personale, di risorse strumentali, di acquisto di dotazioni e per il reperimento di nuovi spazi. A suo avviso la Giunta dovrà provvedere ad un’integrazione successiva del finanziamenti provinciali da destinare ai Comuni e agli enti gestori delle scuole dell’infanzia, che da questo punto di vista hanno assoluto bisogno di certezze in vista della riapertura di settembre. Bisesti ha risposto dando rassicurazioni sia per quanto riguarda le risorse per il personale che circa il finanziamento per le dotazioni.
Degasperi, premesso che a suo avviso il servizio delle scuole dell’infanzia dovrebbe essere solo pubblico e la sua contrarietà alla logica del finanziamento a budget, ha condiviso la preoccupazione di Ferrari sulla possibilità di fronteggiare le problematiche post-Covid con le stesse risorse dell’anno scorso. A una domanda da lui rivolta all’assessore circa la volontà o meno della Giunta di procedere alla stabilizzazione delle insegnanti precarie delle scuole dell’infanzia, Bisesti ha risposto che un apposito concorso è previsto il mese prossimo.

 

 

 

[pdf-embedder url=”https://www.agenziagiornalisticaopinione.it/wp-content/uploads/2020/06/Sintesi-stralcio-piano-annuale-scuola-infanzia-presentato-da-assessore-Bisesti.pdf” title=”Sintesi stralcio piano annuale scuola infanzia presentato da assessore Bisesti”]

 

[pdf-embedder url=”https://www.agenziagiornalisticaopinione.it/wp-content/uploads/2020/06/Linee-Guida-per-le-politiche-culturali-della-Provincia-L.P.-3-ottobre-2007-n.-15..pdf” title=”Linee Guida per le politiche culturali della Provincia L.P. 3 ottobre 2007 n. 15.”]

 

[pdf-embedder url=”https://www.agenziagiornalisticaopinione.it/wp-content/uploads/2020/06/V-Commissione-Linee-guida-cultura-risorse-scuole-infanzia-e-precari-nei-musei.pdf” title=”V Commissione Linee guida cultura, risorse scuole infanzia e precari nei musei”]
Categoria news:
LANCIO D'AGENZIA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
DELLA FONTE TITOLARE DELLA NOTIZIA E/O COMUNICATO STAMPA

È consentito a terzi (ed a testate giornalistiche) l’utilizzo integrale o parziale del presente contenuto, ma con l’obbligo di Legge di citare la fonte: “Agenzia giornalistica Opinione”.
È comunque sempre vietata la riproduzione delle immagini.

I commenti sono chiusi.