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LANCIO D'AGENZIA

CONSIGLIO PAT * LAVORI AULA MATTINO: « DISCUSSIONE SULLA RELAZIONE PROGRAMMATICA, IL DIBATTITO NEL POMERIGGIO A PARTIRE DALLE 14.30 »

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12.51 - venerdì 22 dicembre 2023

Si è aperta alle 09.00 stamani la seduta del Consiglio provinciale convocata per la discussione sulle linee programmatiche di legislatura illustrato ieri mattina dal Presidente della Giunta Maurizio Fugatti. Nella mattina sono intervenuti numerosi consiglieri, tutti di minoranza, per commentare e in parte criticare la relazione del Presidente, lacunosa e carente in alcuni passaggi su temi giudicati strategici. Il dibattito prosegue nel pomeriggio a partire dalle ore 14.30 e fino alla conclusione dell’ordine del giorno.

 

Valduga: serve un percorso culturale e politico più che amministrativo
Primo ad intervenire, il consigliere Francesco Valduga (Campobase), ha riconosciuto la chiarezza del risultato elettorale che deve spingere le minoranze ad interrogarsi sui rapporti con il territorio -fuori da quest’aula- e sulla necessità di ricostruire una partecipazione vera e concreta alla politica: serve un percorso culturale e politico forse più urgente di quello amministrativo, ha osservato. Dentro questa consapevolezza, c’è la necessità da parte nostra, ha aggiunto, di dare un contributo, di rendere più lungimirante ed efficace l’azione del governo, con una marcatura a uomo, ma anche con una determinata voglia di proposta. Quanto alle linee programmatiche del Presidente Fugatti, proseguendo con la metafora calcistica, Valduga ha osservato che il secondo tempo appare segnato da “problemi di divisione e di visione”. C’è stato uno spezzettamento preordinato delle deleghe che si fa fatica a comprendere e che non fa intravedere un disegno organico, ma appare rispondere piuttosto all’esigenza di dare soddisfazione ai personalismi di questa “squadra” di governo.

La relazione appare a Valduga un elenco di problemi più che di proposte e ne cita alcuni esempi vicini alla sua esperienza: c’è poco più di una generica attenzione agli enti locali e non c’è traccia del rapporto tra le istituzioni; sul tema delle opere pubbliche serve coerenza perché non si può far coesistere la riproposizione della Valdastico con la volontà di sostenere il trasporto alternativo su rotaia; in ambito sanitario i primi investimenti da fare sono sulla prevenzione, sul capitale umano, sulla promozione di una continuità ospedale-territorio diversa, sulle liste di attesa, da riportare ad un livello fisiologico governando il processo anziché subendolo, sul nuovo polo ospedaliero e sull’università; quanto alle politiche per la casa, sicuramente prioritarie, ben venga la riforma di Itea. Infine, Valduga ha concluso citando il tema del lavoro che ha definito “il padre di tutti i temi”, la stella polare rispetto alla quale vanno messe in campo le attenzioni, della politica, nel dare dignità alle persone riducendo le disuguaglianze. Valduga ha concluso ribadendo la disponibilità a dare un contributo al Presidente e augurando a Fugatti “buon vento”, citando Seneca chel ricordare che “non c’è buon vento per un marinaio se non sa governare”.

 

Degasperi; rivendichiamo l’avere suggerito l’agenda sui temi cruciali dei salari e della casa
Filippo Degasperi (Onda) ha stigmatizzato la “dimenticanza significativa” della presentazione all’aula della Giunta provinciale da parte di Fugatti, che era prevista nella giornata di ieri. Servirebbe a suo avviso un po’ più di chiarezza sulle competenze e sulle deleghe. Dall’osservazione del risultato elettorale Degasperi ha notato che si possono imparare molte cose: i confronti tra candidati sono poco utili perché di fatto il consenso è precostituito e i voti si generano gestendo il potere e distribuendo le risorse (salvo un paio di eccezioni, anche tra chi ha vinto le elezioni, gli assessori senza portafoglio non ci sono più). Venendo alla relazione programmatica, ha detto che offre moltissimi spunti, che però differiscono rispetto alle promesse e agli impegni di cambiamento proclamati, per tornare in alcuni casi alle legislature precedenti.

Qualche esempio: sulla riforma dello Statuto, sulla Regione vedo una retromarcia, si torna indietro sulla promessa della cancellazione del prolungamento a luglio delle materne, c’è poca chiarezza sulle stabilizzazioni, non ci sono progetti di riforma del vetusto modello della formazione professionale, si ritorna al potenziamento del trilinguismo attivato dall’ex assessore Rossi, ci si smarca sul bonus docenti, non si procede con le stabilizzazioni. Molte delle suggestioni contenute nella relazione, se si concretizzassero, sarebbero condivisibili, ha aggiunto, però mancano del tutto riferimenti ai tempi e alle modalità e per ora restano sulla carta. L’invito è a parlare con le persone e impegnarsi nell’indagare sul malessere di chi lavora dentro l’azienda sanitaria, ha osservato con riferimento alla sanità ed ha espresso la personale soddisfazione nell’aver spinto Fugatti ad inserire nell’agenda il problema salari e il problema casa. Bene che Itea torni pubblica, bene anche la proposizione del tema lavoro, ma il bando per il Cup rischia di andare nella direzione esattamente contraria, ha concluso.

 

De Bertolini: relazione frammentata, piena di consapevoli emissioni: si condivida la partita epocale della riforma statutaria
Andrea de Bertolini (PD) ha visto disattese le importanti aspettative che nutriva rispetto al documento programmatico, che si attendeva denso di contenuti ed idee sulle quali confrontarsi in maniera consapevole. Una relazione che potesse superare un incipit di legislatura contraddistinto da partitismi, conflitti e personalismi e che invece si rivela retorica, povera, distante dalle attese. Mancano valutazioni serie sul passato, mancano precisi obiettivi, una strategia organica e una visione politica nel lungo termine: una relazione parcellizzata e frammentata, con riflessioni contraddistinte da miopie e presbiopie. Ma un dato ancora più negativo sta nella scelta di omettere alcuni temi: mai una volta sono stati usati i termini emigrazione, straniero, migrante, richiedenti asilo: non credo sia una svista, bensì una scelta consapevole. Queste persone sono giudicate “invisibili” dimenticando che lo smantellamento delle politiche inclusive favoriscono comportamenti criminogeni dei quali diventiamo a questo punto correi.

Sul tema lavoro sono omessi dalla relazione i riferimenti ai lavoratori autonomi e all’equo compenso; il richiamo al Pup appare piuttosto generico; sull’Ateneo traspare l’assenza di una considerazione rispetto all’asset cruciale che questo rappresenta dal punto di vista della crescita dell’intera comunità; riduttiva la logica divisiva proposta sul complesso fronte dei grandi carnivori; sul tema delle società di sistema si auspica un’apertura al dialogo in nome di efficienza e trasparenza evitando lottizzazioni e interessi lobbistici; urgente intervenire sulla cultura di genere rispetto alla quale occorre concentrarsi su scuole ed educazione, impegnandosi nella formazione dei giovani: è un problema strategico di prevenzione che dobbiamo affrontare.

Infine, il tema che per sua ammissione sta più a cuore a de Bertolini: sono profondamente convinto che l’accordo di San Michele dipinto dal Presidente in maniera tanto trionfalistica, rappresenti in realtà una crepa nelle fondamenta della nostra autonomia. Un arretramento di trent’anni di lavoro perché il criterio del ritorno del 90% dei tributi al territorio, aspetto cardine che contraddistingueva il nostro schema di autonomia, è stato messo in discussione, con il rischio profondo che quella crepa si ampli e faccia via via precipitare il senso stesso della nostra autonomia. Altra questione, quella che ripropone i rapporti tra le due province di Trento e Bolzano e tra la nostra Provincia e lo Stato. Esisterebbe un testo di riforma dello Statuto (introvabile e non conoscibile) che correrebbe sui binari di una trattativa privata e segreta senza che nessuno sia stato messo a parte: una partita giocata in questo modo è assolutamente pericolosa, ha ammonito: se le cose dovessero andare storte rispetto alle rassicurazioni che ci sono state riportate da parte della Presidente del Consiglio. L’appello è che si condivida il percorso su questa che è una partita a dir poco strategica perché è in corso forse una delle pagine più epocali della nostra autonomia.

 

Coppola: servono spazi per i senza tetto e occorre rinunciare alla ciclovia del Garda
Lucia Coppola (Alleanza Verdi e Sinistra) si è limitata a fare riferimento ad alcuni aspetti specifici della relazione del Presidente Fugatti che le stanno più a cuore, rimandando ad esempio sul tema scuola alle riflessioni già fatte dal collega Degasperi. Siamo tutti consapevoli che gli obiettivi della giustizia sociale ed ambientale vadano di pari passo, ha premesso, per garantire e prevenire discriminazione, povertà ed esclusione. Il contrasto alle diseguaglianze sarà più efficace in un’ottica di redistribuzione della ricchezza con investimenti nel sistema formativo della ricerca, con uno sguardo alla qualità e all’internazionalizzazione delle imprese, favorendo economie circolari, mobilità sostenibile, turismo di montagna. Il diritto all’abitare, il diritto alla casa per giovani e lavoratori sono strategici, così come è d’obbligo non sottovalutare il tema del cambiamento climatico che colpisce maggiormente i territori alpini ed è motivo di grande preoccupazione perché di inquinamento ci si ammala e di inquinamento si muore. La parola sostenibilità deve essere sostanziata, il patrimonio del territorio non va disperso, c’è bisogno di ritrovare l’anima di questa terra, di costruire insieme il futuro rilanciano le istituzioni e rilanciando giustizia sociale e ambientale, secondo uno schema in controtendenza rispetto al modello centralista della passata legislatura, scegliendo la partecipazione democratica.

Coppola ha citato tar i temi quello del lavoro sicuro e adeguatamente retribuito: va promossa un’occupazione stabile che migliori la precarietà, sostenendo lo smart working e il coworking e la diffusione della fibra, estendendo le contrattazioni di secondo livello e le imprese che investono in sicurezza e welfare e favoriscono la partecipazione dei lavoratori sopratutto giovani, superando altresì il divario inaccettabile dei salari delle donne. La cultura del lavoro femminile deve essere sostenuta implementando tutte le politiche che possano favorire la genitorialità e la conciliazione famiglia lavoro. La condizione di svantaggio dei salari trentini va superata. Infine due questioni particolarmente urgenti: serve una programmazione di utilizzo di spazi liberi da mettere a disposizione dei senza tetto e dei richiedenti asilo; occorre recedere rispetto all’insostenibile progetto della ciclovia del Garda, perché le montagne si sbriciolano e la natura ci ha dato dei gravi segnali proprio recentemente.

 

Stanchina: servono politiche serie che ci proiettino al futuro
Roberto Stanchina (Campobase) ha evidenziato i personalismi che hanno contraddistinto gli accordi elettorali che hanno portato alla costituzione dell’attuale governo. Dopo questa premessa ha auspicato la messa in campo di politiche serie, nel rispetto dell’autonomia che permette di utilizzare al meglio le risorse e mettere a terra risposte concrete e buone pratiche efficaci. Ha riaffermato il ruolo della Regione e la necessità di una collaborazione forte tra le due province, facendo in modo di collaborare con gli enti locali senza distinzione. Il sistema sanitario rivela gravi lacune che spinge la gente a rivolgersi fuori provincia oppure al privato: è giunto il tempo di proiettarsi al futuro tornando ad essere attrattivi e competitivi fidelizzando il personale sanitario per garantire continuità al servizio: ci aspettiamo coraggio su questo tema anche con decisioni drastiche su cambi di vertice e asset dirigenziali.

Quella delle opere pubbliche sarà una sfida: dovremo fare meglio con meno. Serve in questo campo un piano per la mobilità sostenibile ed è importante ragionare su impianti a fune non solo per il turismo, quest’ultimo da riformare perché stanco e carico solamente di slogan semplici e inflazionati. Stanchina ha poi citato tutti gli altri temi come l’agricoltura, la zootecnia, il cambiamento climatico e l’ambiente, sui quali si è augurato si possa lavorare e costruire insieme. Infine, bene la volontà di concludere il ciclo dei rifiuti su cui però urge fare presto, bene il riferimento ai centri storici sui quali ha suggerito di mettere in campo un dialogo serio con la Soprintendenza per rimuovere tutele immobilizzanti e insensate e rendendo accessibile a tutti l’edilizia sostenibile.

 

Parolari: manca il riferimento al tema prioritario dell’invecchiamento della popolazione
Per Francesca Parolari (PD) nella relazione manca una visione di Trentino e questo traspare dalle contraddizioni che emergono in diversi passaggi. Ci si dichiara europeisti ma sono le minoranze a chiedere con forza l’istituzione di una Commissione per l’Europa. Ci si dichiara favorevoli alle alternative green ,mentre ci si concentra su iniziative che il territorio non vuole, nulla si dice per le cooperative che annaspano tra bandi al ribasso e carenza di personale, pur tenendo in piedi un sistema di welfare essenziale. Da stigmatizzare l’assenza dell’invecchiamento della popolazione tra le priorità da attenzionare, pur essendo evidente la gravità del problema che pesa sul sistema socio sanitario, previdenziale, sulla spesa pubblica, sulle famiglie e sull’economia.

Questo è il tema dei temi, rispetto al quale ha auspicato che l’assessore alla salute “guardi lungo”, creando quella filiera di servizi capace di rispondere in modo capillare e innovativo ai bisogni crescenti. Quanto all’intervento concesso agli enti gestori di aumentare le rette, ha criticato il fatto che questo incremento non sia correlato a nulla: un atteggiamento che fa venire meno un’azione di regia ed indirizzo da parte della Provincia. Serve il coraggio di spingere per promuovere il lavoro di rete e lo scambio di buone pratiche, incrementando la capacità di resilienza di un sistema che in Trentino è prevalentemente pubblico e tale deve restare. Manca anche, nella relazione, l’attenzione ai giovani: occorre investire nell’istruzione, nel lavoro di qualità, nella casa, ma non ci si può scordare dei giovani che soffrono e non stanno al passo. Parolari si è soffermata poi a lungo sul sistema educativo zero sei dispiacendosi per la scelta di negare l’importanza che accanto alle esigenze conciliative ci siano temi che da anni sono disattesi.

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