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LANCIO D'AGENZIA

CONSIGLIO PAT * III COMMISSIONE: « RESPINTO IL DDL COPPOLA PER TUTELARE LA FAUNA SELVATICA PROTETTA (ORSI, LUPI, LINCI) »

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19.19 - martedì 16 marzo 2021

Respinto in III Commissione il disegno di legge Coppola per tutelare maggiormente la fauna selvatica già protetta ma spesso maltrattata. Accesa e destinata a proseguire la discussione sul progetto di trasformazione di Malga Lagorai in un ristorante- rifugio. Il no degli ambientalisti.

Al termine di un pomeriggio di audizioni la III Commissione presieduta da Ivano Job (Lega) ha respinto con 4 voti contrari della Lega, 2 di astensione di Manica (Pd) e Ossanna (Patt) e il sì di Lucia Coppola (Misto) il disegno di legge 69 da lei proposto insieme all’ex consigliere di Futura Ghezzi per modificare la legge provinciale sulla caccia del 1991 allo scopo di accrescere la tutela delle specie animali particolarmente protette (orsi, lupi, linci, lontre, sciacalli dorati e gatti selvatici). In apertura l’organismo ha ascoltato i referenti di due petizioni popolari, la prima per chiedere la rimozione dal versante nord della Marmolada dei ruderi abbandonati di tre impianti di risalita dismessi, la seconda per sollecitare la tutela di Malga Lagorai e dell’area naturale circostante dal progetto di trasformazione dell’immobile in un ristorante-rifugio. Sono seguite, appunto, le consultazioni per raccogliere i pareri delle associazioni ambientaliste sul disegno di legge 69, poi bocciato, di Coppola (Misto).

 

Tessadri: liberare la Marmolada dai ruderi ed evitare il nuovo impianto.

Franco Tessadri, referente della petizione popolare numero 8, sostenuta da 4.500 firme depositate nell’ottobre scorso in Consiglio provinciale, ha illustrato ai commissari il contenuto del documento che chiede alla Provincia di obbligare i nuovi concessionari della società altoatesina che hanno acquisito anche i vecchi ruderi abbandonati, a demolire e rimuovere prima della realizzazione di nuovi impianti tutti i vecchi manufatti in cemento. Occorrerebbe quindi vincolare i nuovi arrivati ad una “pulizia preventiva e completa dei ruderi ancora manifestamente sparpagliati come tristi trincee sulla Marmolada”. Questa fase sia di incertezza sul futuro del turismo sia di progressiva modificazione del ghiacciaio – ha osservato Tessadri –, offre l’occasione per realizzare questa “pulizia” ma anche per ripensare al progetto della nuova funivia. Meglio sarebbe infatti evitare la costruzione di questa nuova infrastruttura che snaturerebbe l’ambiente e sulla quale anche la Sat ha espresso forti preoccupazioni.
Lucia Coppola (Misto) ha sottolineato la necessità che la politica e le istituzioni si facciano carico delle richieste di questa petizione perché sia eliminato il rudere e i plinti di cemento della cestovia dismessa che deturpano la Marmolada evitando anche nuove speculazioni per restituire al paesaggio la sua naturale bellezza.

 

L’assessore Tonina: dalla Marmolada i ruderi saranno rimossi in ogni caso.

L’assessore all’ambiente Mario Tonina ha segnalato che il vincolo chiesto dalla petizione è già previsto dall’articolo 28 del Piano urbanistico provinciale. La Giunta provinciale aveva approvato con delibera del dicembre 2015 un programma che rinviava alla sottoscrizione di un accordo tra Provincia, Regione Veneto e Comuni di Canazei e Rocca Pietore in provincia di Belluno. Per Tonina quindi la richiesta della petizione è totalmente condivisibile per la riqualificazione del paesaggio della Marmolada tutelata dal piano Dolomiti Unesco che prevede la demolizione degli impianti incongrui identificando le strutture obsolete come queste. Tonina ha ricordato che la risposta dalla Provincia alla domanda inoltrata nell’ottobre del 2019 dalla società Funivia Fedaia-Marmolada per sostituire con una nuova cabinovia l’impianto pre-esistente lungo lo stesso tracciato, è sospesa in attesa della sottoscrizione dell’accordo con la regione Veneto e i due Comuni. In caso di accordo – ha preannunciato – verranno valutati tutti gli aspetti connessi al nuovo impianto, compresi quelli paesaggistici, ponendo a carico del concessionario tutti gli oneri legati alla demolizione dell’attuale e quelli legati ai vecchi manufatti esistenti. Se invece non si arrivasse alla sottoscrizione dell’accordo si provvederà comunque, d’intesa con il comune di Canazei, ad obbligare l’ultimo concessionario alla “pulizia” della Marmolada .
Gianluca Cavada (Lega) ha condiviso l’esigenza di rimuovere i ruderi per ragioni naturalistiche e paesaggistiche oggi anche turisticamente importanti.

PETIZIONE PER LA TUTELA DI MALGA LAGORAI: LIMITARSI A SISTEMARE O APRIRE TURISTICAMENTE L’AREA? LA DISCUSSIONE PROSEGUE.

Tiziana Vanzo, referente della petizione popolare numero 11 firmata da 450 persone per la tutela di Malga Lagorai, ha ricordato che molti altri residenti in val di Fiemme avrebbe firmato volentieri il documento. La petizione riconosce che Malga Lagorai ha bisogno di essere ristrutturata ma solo per garantire un ricovero dignitoso al pastore e la sistemazione della stalla per gli animali che vanno protetti dai lupi. Ma se l’intera val di Fiemme dispone già di un’ottima offerta turistica supportata da molte struttura ricettive, il Lagorai andrebbe mantenuto incontaminato anche per rispondere ad un nuovo tipo di turismo. I firmatari della petizione si oppongono quindi alla concessione di qualunque deroga rispetto alle norme che tutelano l’area e sono contrari al progetto di trasformare la Malga in un rifugio-ristorante che comporterebbe notevoli rischi. Le preoccupazioni, (contenute in un documento di osservazioni trasmesso alla Commissione) riguardano la strada di accesso alla Malga, mulattiera di valore storico legato alla Grande Guerra, lungo la quale quindi occorre limitare il più possibile il transito di veicoli. Un altro timore dei firmatari della petizione concerne il progetto di smaltimento dei reflui della Malga, acque nere e grige, in una vasca Imhoff. Progetto privo di uno studio di compatibilità che metta al riparo dall’inquinamento del lago, dal momento che questa vasca avrebbe bisogno di manutenzione e di un periodico svuotamento che comporterebbe l’utilizzo di un mezzo di trasporto pesante. Inoltre se il rifugio-ristorante dovesse accogliere molte persone la vasca Imhoff potrebbe non essere sufficiente. C’è poi il problema dell’energia elettrica di cui il rifugio-ristorante avrebbe bisogno: lo Scario Boninsegna, interpellato dai firmatari della petizione, ha escluso che si possa realizzare una centralina prevista invece dal progetto, ma che occorrerebbe un generatore diesel, che però comporterebbe rischi di perdite di gasolio e causerebbe inquinamento acustico.

Luigi Casanova, al quale i presentatori della petizione hanno chiesto una consulenza sui rischi che il progetto comporterebbe, ha criticato il Translagorai, a suo avviso contrario a qualunque logica di escursionismo in alta quota e tale da snaturare l’area. Quanto al progetto di trasformazione di Malga Lagorai, secondo Casanova doveva essere sottoposto ad una valutazione di impatto ambientale. Ora c’è il rischio che tanti vincoli imposti in passato siano scavalcati con le deroghe usate con troppa facilità sia dai Comuni sia dalla Provincia. Casanova ha contestato l’affermazione del consigliere De Godenz che ha attribuito questa battaglia a tutela di Malga Lagorai solo ad “alcuni” mentre a favore della tutela dell’area sarebbe schierata la maggior parte della popolazione della val di Fiemme. E ha ricordato l’affossamento di un progetto del Wwf che negli anni ‘80 aveva proposto di assegnare al Lagorai lo status di parco naturale contro un’agricoltura d’assalto che punta solo ai fondi europei e non alla cura dei prati e dell’ambiente. Quel progetto secondo Casanova avrebbe risposto a una domanda di turismo nuova e sostenibile. A suo avviso oggi i consiglieri provinciali dovrebbero dimostrare il coraggio di salvare le perle costituite da Malga Lagorai e dal Lago Lagorai con investimenti destinati solo alla riqualificazione dell’alloggio del pastore e il pascolo.

 

Gli interventi dei consiglieri.

Gianluca Cavada (Lega) ha ricordato di essere stato tesserato del Wwf nel 1985 quando si chiedeva che il Lagorai diventasse un parco in quanto area incontaminata. E ha precisato che come abituale frequentatore di Malga Lagorai aveva promosso un incontro con alcuni allevatori e proprietari di aziende agricole per raccogliere le loro idee sul futuro della struttura. A suo avviso la Malga andrebbe affidata ad una gestione familiare permettendo un’integrazione al reddito attraverso la somministrazione di pasti agli escursionisti nelle settimane di alpeggio. Per Cavada comunque da sempre la Magnifica Comunità governa l’area in modo egregio ed è quindi credibile quando ne garantisce la tutela.

 

Lucia Coppola (Misto) ha detto di condividere la petizione perché “viene dal basso e mostra l’apporto della società civile alla responsabilità delle istituzioni chiamate a tutelare il territorio e l’ambiente. La zona di Malga Lagorai – ha aggiunto – è naturale, selvaggia e di grande valore: tutti elementi che distinguono e rendono preziosa quest’area. I firmatari della petizione per Coppola chiedono giustamente un’impronta più lieve, leggera e meno impattante del progetto di riqualificazione, limitando gli interventi allo stretto necessario per la tutela dei pastori e la sosta dei viandanti.

 

Pietro De Godenz (UpT) ha replicato a Casanova evidenziando l’importanza delle posizioni favorevoli al progetto espresse dai sindaci e dai rappresentanti della Magnifica Comunità in quanto si tratta di figure elette dalla popolazione. Ha aggiunto di condividere alcune richieste del comitato promotore della petizione a favore di un nuovo turismo ma di essere contrario a tutelare Malga Lagorai come se si trattasse di una riserva da conservare anche nei suoi aspetti di degrado. Certo gli interventi saranno minimali e di certo a produrre l’energia non potrà essere un gruppo elettrogeno. C’è però un turismo nuovo e importante che va valorizzato e opporsi all’accesso a Malga Lagorai secondo De Godenz appare come un “accanimento” volto a limitare a pochi visitatori le possibilità di conoscere questa zona. A suo avviso quindi il progetto della Translagorai va quindi completato.

 

Filippo Degasperi (Onda Civica) ha osservato che il progetto Translagorai va verso una sostanziale omologazione dell’area già raggiungibile da tutti con vari mezzi di trasporto, mentre la Malga potrebbe e dovrebbe rappresentare un ambito specifico dedicato ad un turismo di nicchia. Degasperi ha ricordato che rispondendo a una sua interrogazione l’assessore Tonina ha negato che si voglia puntare al business, ma allora occorre chiarire da dove dovrebbero arrivare le risorse per realizzare un progetto di questo tipo. A suo avviso la malga va ristrutturata lasciando che resti una malga. E mancano garanzie sufficienti per credere alle rassicurazioni che non si snaturi la zona e, ad esempio, la mulattiera della Grande Guerra che va salvaguardata. Infine si parla sempre di un percorso partecipativo sul progetto, ma i cittadini si continuano a lamentare e a mobilitarsi con una petizione popolare come questa. Come mai?

Il presidente Job ha proposto e tutti hanno condiviso l’idea, di sospendere la discussione sulla petizione perché il dibattito, particolarmente ricco, possa proseguire nella prossima seduta.

 

RESPINTO DOPO LE AUDIZIONI IL DDL 69 PER UNA MAGGIORE TUTELA DELLE SPECIE PARTICOLARMENTE PROTETTE COME ORSI, LUPI, LINCI, ECC. MODIFICANDO LA NORMATIVA PROVINCIALE SULLA CACCIA DEL ‘91

Dopo le audizioni la Commissione ha respinto con quattro voti contrari, due di astensione (Ossanna del Patt e Manica del Pd) e il sì di Coppola il ddl 69 da lei proposto per modificare la legge provinciale sulla caccia del 1991 allo scopo di garantire una maggiore tutela delle specie animali particolarmente protette. Coppola (Misto) ha ricordato l’obiettivo del suo ddl: proteggere maggiormente la fauna selvatica a tutela della biodiversità animale, valore irrinunciabile per un territorio sano. Si tratta poi di colmare il vuoto lasciato dall’abolizione del comitato faunistico provinciale con un comitato speciale per la tutela delle specie particolarmente protette, che non comporterebbe spese per la Provincia. Coppola ha ricordato che l’assessora Zanotelli ha anticipato la posizione contraria della Giunta a questo ddl che la consigliera intende comunque sottoporre all’aula del Consiglio provinciale per tener viva l’attenzione su questi animali.

 

Ivana Sandri dell’Enpa ha denunciato le continue molestie alle quali questi animali selvatici vengono continuamente sottoposti nonostante le norme esistenti a protezione di queste specie. Servirebbero quindi sostanziose sanzioni per contrastare queste azioni dannose e pericolose per le specie protette. Azioni che possono consistere anche nell’offrire del cibo a orsi e lupi. Questi comportanti illeciti e stupidi abituano questi animali ad avvicinarsi alle case e alle persone per trovare più facilmente del cibo. Lça fauna selvatica italiana è patrimonio dello Stato che va tutelata e la Provincia per Enpa andrebbe esautorata da questo compito avendo dimostrato di non saper gestire orsi, lupi e altri grandi carnivori.

 

Per la Lav Simone Stefani ha apprezzato il ddl che mira a migliorare la convivenza oggi in grave difficoltà tra l’uomo e questi animali. L’andamento attuale del progetto che riguarda l’orso non sta facendo fare una bella figura al nostro territorio. Il rapporto tra Provincia e ministero – ha osservato Stefani – non hai mai toccato un punto tanto basso come quello odierno. L’abolizione del comitato faunistico provinciale ha lasciato un grave vuoto da colmare a tutela degli animali. La Lav è favorevole alle sanzioni previste dal ddl per colpire chi disturba questi animali inseguendoli in auto per chilometri. Lav ha depositato una denuncia contro gli episodi di maltrattamento delle specie protette, che vanno repressi. Per Stefani la presenza di questi animali va valorizzata anche dal punto di vista turistico. Rispondendo a una domanda di Ossanna, Stefani ha precisato che la denuncia era riferita a un caso accaduto a Cortina.

 

Caterina Rosa Marino della Lega abolizione caccia ha espresso l’auspicio che venga sanzionato chi disturba, danneggia e uccide gli animali particolarmente protetti.

 

Il presidente Job ha giudicato bello che vi sia chi in questo inverno particolarmente rigido e nevoso ha lasciato qualcosa da mangiare vicino a casa per questi animali selvatici. Sandri ha ricordato che secondo gli esperti è opportuno evitare di dare del cibo a questi animali.

Coppola ha letto il documento inviato sul ddl dal presidente dell’Ente protezione animali nel quale il presidente, Adriano Pellegrini, evidenzia in particolare come l’attuale legge provinciale sulla caccia non prevede nessuna sanzione per chi si rende responsabile, ad esempio, dell’utilizzo di esche avvelenate. Fenomeno quest’ultimo, purtroppo sempre più diffuso; ne sono ulteriore riprova, alcuni giorni fa, i bocconi avvelenati disseminati in una riserva di caccia dell’Alta Val di Non.

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