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CISL MEDICI – TRENTO * CORONAVIRUS: « MENTRE IN VENETO SI PERMETTE AI MEDICI DI BASE DI FARE I TAMPONI RAPIDI NEI PROPRI STUDI, IN TRENTINO SI PROGETTA DI FARLO NELLE FARMACIE »

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10.56 - mercoledì 7 ottobre 2020

La pandemia da Covid19 ha messo in evidenza le criticità di un Ssp territoriale ormai definanziato da anni e spezzettato in servizi sanitari distrettuali che viaggiano a velocità diverse, se si pensa che mentre in Vallagarina si dichiara ai medici di base che non verranno indennizzate l’effettuazione di parte delle loro vaccinazioni, a Centro Nord non viene fornita ai medici la lista dei pazienti da vaccinare, a tutt’oggi.

Mentre in Veneto si permette ai medici di base di fare i tamponi rapidi nei propri studi, in Trentino si progetta di farlo nelle farmacie ancor prima di aver deciso le linee guida, chi fa diagnosi, come si distinguono gli asintomatici dai sintomatici, come si procede con la manovra qualora ci fosse una emorragia nasale o altra complicazione medica.

L’emergenza sanitaria che continua, ha messo a nudo un territorio disorganizzato, parcellizzato, percepito come corpo estraneo rispetto ad un’organizzazione sanitaria più ampia che vorrebbe avvalersi degli infermieri dipendenti piuttosto che investire nelle risorse previste per i medici di famiglia e che fa ipotizzare che i medici fanno da stampatori e da risponditori dietro una stampante ed un Pc, piuttosto che essere riconosciuti come clinici capaci.

Che indennizza i pediatri con 28 euro per infermiere privato mentre lascia al palo i medici di famiglia dichiarando di fatto che ce li dobbiamo stipendiare con i nostri emolumenti risicati.

Che non vengono riforniti da APSS periodicamente dei dispositivi di protezione personale necessari per tenere aperti i nostri ambulatori.

Che dichiara che sarà compito dei medici coordinatori di RSA chiudere le porte ad ospiti e parenti, ma con contratti che potrebbero essere stracciati se ciò non fosse gradito.

I medici di medicina generale hanno mostrato grandi capacità organizzative rispetto ad un lavoro che hanno dovuto reinventare e che, nonostante cio, ha lasciato un morto sul campo, che non si è meritato neppure un bonus.

Ma sono stati e sono fragili rispetto a situazione molto critiche. Senza il diritto ai risarcimenti Inail, né alle polizze per infortunio che APSS stipula per i medici del 118 e di Guardia medica.

Per queste ragioni, Cisl medici del Trentino ha voluto sostenere medici e sanitari nella lotta al Covid, avviando campagne informative televisive e sui quotidiani e azioni di supporto nei territori più colpiti, donando anche le mascherine che altri si ostinano a negarci.

Diversamente non ci resterà a breve che chiudere gli ambulatori per autotutelarci e tutelare i nostri pazienti, visitando solo a domicilio.

In vista delle misure previste da Recovery Fund in sostegno del Servizio Sanitario Nazionale, Cisl medici del Trentino si batterà in tutte le sedi per garantire l’omogeneità del diritto alla salute su tutto il territorio provinciale.

 

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Dott. Nicola Paoli
Segretario Generale Cisl medici del Trentino

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