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CISL MEDICI – TRENTINO E FEMCA * INFORMATORI MEDICO SCIENTIFICI: PAOLI E DAL FORNO, « L’APSS AUTORIZZI PRIMA POSSIBILE LA RIPRESA DELLA NORMALE ATTIVITÀ DI VISITA »

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15.25 - mercoledì 10 giugno 2020

Le Segreterie Provinciali della FEMCA CISL e della Federazione CISL Medici intendono congiuntamente portare all’attenzione dell’Amministrazione Provinciale di Trento la grave situazione di disagio venutasi a creare a seguito del perdurare del blocco delle attività degli informatori medico scientifici sino al 15 Giugno.

L’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari -APSS-, nel quadro delle misure di contenimento della diffusione del contagio da Covid-19 (primo DPCM del 8/03/’20) con ultima nota del 1/6/20, proroga ulteriormente la sospensione delle visite effettuate dagli Informatori Scientifici del Farmaco presso tutte le strutture del Servizio Sanitario Provinciale, precedentemente disposta con Nota del 10 marzo e successiva Nota del 9 aprile ’20.

Le scriventi Segreterie sottolineano la urgente necessità di revocare tale provvedimento che, alla luce dei più che confortanti recenti dati epidemiologici, risulta sproporzionato, non più ingiustificato e, in ultima analisi controproducente.

E’ noto infatti che nelle ultime settimane il numero dei contagi registrati nella Provincia di Trento, secondo un trend addirittura migliore dei corrispondenti dati nazionali, è sceso a valori che lasciano ragionevolmente ritenere che il fenomeno pandemico sia ormai in via di risoluzione.

In tale contesto, il divieto delle visite degli ISF presso le strutture del Servizio Sanitario Provinciale, le strutture sanitarie convenzionate e gli ambulatori dei medici appare del tutto irragionevole e addirittura in senso contrario rispetto alle aperture presenti nelle recenti “Linee guida per la riapertura delle Attività Economiche e Produttive” ,adottate dalla Conferenza delle Regioni e Province autonome e con lo spirito degli ultimi provvedimenti nazionali che, con l’apertura della cosiddetta Fase 3, hanno sostanzialmente ripristinato condizioni di libera circolazione di tutti i cittadini e di normale svolgimento delle attività non solo lavorative con unica esclusione delle situazioni che comportino assembramento.

Non va poi dimenticato che gli Informatori Medico Scientifici, così come i medici e tutto il personale sanitario, sono soggetti “esperti” in possesso di conoscenze specifiche ed anche di sensibilità che garantiscono, grazie alla particolare consapevolezza dei rischi, dei meccanismi di trasmissione dell’infezione e delle misure preventive individuali, l’adozione di tutti gli strumenti e di tutti i comportamenti preventivi idonei a ridurre drasticamente, se non ad eliminare del tutto, il pericolo di trasmissione del virus a soggetti con i quali vengano a contatto nello svolgimento della attività di informazione medico scientifica.

Nel corso delle settimane di Lock Down tale attività è già stata fortemente limitata e sacrificata potendosi utilizzare solo modalità “informatiche” da remoto che, pur offrendo una alternativa al blocco totale della informazione medico scientifica, ha palesato forti limiti di fruibilità e in ultima analisi di efficacia. Come conseguenza ne ha sofferto il costante aggiornamento del personale sanitario rispetto alla evoluzione degli approcci terapeutici, farmacologici e non, con riferimento a tutte le patologie e, addirittura, in merito alla cura della stessa precedentemente sconosciuta infezione da Corona Virus, rispetto alla quale le case farmaceutiche stanno investendo imponenti risorse di ricerca per una più rapida possibile messa a punto di soluzioni terapeutiche e/o preventive.

In ultima analisi, prescindendo anche dalle non minori conseguenze sul piano economico, su quello pratico e, non ultimo, psicologico per i lavoratori del settore dell’informazione medico scientifica, la proroga ingiustificata del blocco delle visite degli ISF rischia di generare un effetto boomerang, limitando de facto la possibilità di una efficiente circolazione delle informazioni utili al risolvere nel più breve tempo possibile il problema di una pandemia che nel solo territorio italiano ha sinora provocato quasi 35.000 decessi.

Per tutto quanto sopra esposto sollecitiamo quindi la Amministrazione Provinciale di Trento a riconsiderare la propria decisione e, così come già deliberato nella adiacente regione Veneto sin dallo scorso 25 maggio, autorizzi prima possibile la ripresa della normale attività di visita degli Informatori Medico Scientifici a tutto vantaggio e nell’interesse degli operatori del settore sanitario e, in ultima analisi, della popolazione del Trentino.

 

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Segretario Generale
Ivana Dal Forno

Segretario Generale
dott. Nicola Paoli

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