Sono numeri allarmanti quelli annunciati dalla società Tim, i giornali parlano di circa 220 dipendenti a rischio cassa integrazione solamente in Trentino. Dati che scuotono il mondo lavorativo, di fatto riassorbire un tale numero di persone è decisamente difficile.
Non bastano più le rassicurazioni del Governatore Rossi che ci propina la fine della crisi e la ripresa del lavoro in Trentino: i numeri parlano da soli. Come nel caso dei dati forniti dall’ISPAT (Istituto di Statistica Provinciale) che pochi giorni fa ha indicato in forte crescita le famiglie a rischio povertà in Trentino quantificandole in una percentuale del 23,5% e poi ci vogliono far credere che la crisi è finita!
Tornando al caso Tim, se saranno confermati i numeri e le misure applicate a partire dal 18 giugno di certo questi metteranno in forte apprensione un gran numero di famiglie trentine che vedranno il loro futuro incerto ed è assodato che la precarietà non aiuta la ripresa economica.
Auspico pertanto che la Provincia prenda i provvedimenti che gli compete, cercando un confronto con la direzione di Tim e con le organizzazioni sindacali, in modo da sostenere con misure adeguate i lavoratori interessati e limitare i danni derivanti dal programma di riorganizzazione prospettato da Tim.
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Tutto ciò premesso, si interroga il Presidente della Provincia per sapere:
Se a seguito della notizia della cassa integrazione richiesta da Tim, la Provincia abbia avuto contatti diretti con i rappresentanti della società Tim ed eventualmente quali esiti abbiano dato;
se intenda interpellare le parti sindacali e concordare per quanto di competenza, strategie che tutelino i 220 lavoratori a rischio, rappresentanti il 70% dei dipendenti trentini, ed eventualmente quali siano le azioni che intende avviare.
A norma di Regolamento, si chiede risposta scritta.
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Cons. Giacomo Bezzi