“È grave che il presidente Fugatti non si sia presentato all’incontro. Questo è significativo dell’attenzione e della sensibilità nei confronti dei dipendenti pubblici”. Così Luigi Diaspro (Cgil Fp), Giuseppe Pallanch (Cisl Fp) e Marcella Tomasi (Uil Fpl), che aggiungono: “Nell’assestamento di bilancio non è stato inserito un euro per il pubblico impiego e ad oggi non si riescono a pianificare gli interventi in vista della finanziaria”.
I sindacati lanciano l’allarme per l’assenza di risorse in materia pubblica amministrazione. “Per i quasi 15 mila dipendenti del comparto delle Autonomie locali, quali Pat e Enti strumentali, Comuni e Comunità di valle, Apsp, e i quasi 8 mila del comparto sanità non c’è un euro, nell’assestamento di bilancio licenziato dal consiglio provinciale, per il rinnovo del contratto collettivo. Ci è stato riferito che si attendono le decisioni a livello nazionale, ma qui c’è l’autonomia e non si possono aspettare eventuali provvedimenti da Roma. Un atteggiamento gravissimo, la giunta provinciale naviga a vista ma senza bussola”.
La richiesta di Cgil, Cisl e Uil è quella di avere risorse certe e immediate per dare continuità e coerenza al contratto 2016/18 che ha dato una prima risposta dopo otto anni di blocchi di retribuzioni, carriere e assunzioni, e rimettere al centro un sistema dei servizi pubblici che va profondamente riorganizzato, innovato e implementato, vero volano economico e sociale per cittadini e imprese del territorio.
“Anche perché il Trentino va in controtendenza rispetto a quanto avviene proprio a livello nazionale. Ricordiamo poi che in Alto Adige sono già state previste delle risorse sul prossimo Bilancio, per dare risposte in materia pubblico impiego: un +4,8% delle risorse contro i zero euro qui in provincia, rischiamo di essere i peggiori in Italia”.
Un altro nodo è la necessaria e immediata attivazione del tavolo paritetico per la revisione dell’Ordinamento professionale, “previsto – evidenziano i sindacati – dall’articolo 168 del contratto, questo per l’adeguamento del sistema classificatorio e la valorizzazione delle competenze professionali rispetto alle declaratorie di quasi 20 anni fa, con il giusto riconoscimento e incentivo al valore e alla qualità del lavoro”.
Le parti sociali prendono atto dei 2,9 milioni per la chiusura delle cosiddette “code contrattuali” del triennio 2016/2018. “Non è però chiaro – aggiungono Diaspro, Pallanch e Tomasi – neppure a livello di tavolo in Apran, in che modo e con che tempi s’intende procedere: riteniamo in ogni caso necessario un avanzamento generale e sistematico dei vari settori e professionalità, in grado di cogliere appieno la complessità del sistema pubblico”.
Un tema riguarda anche i pensionamenti. “Sull’aumento al 3% del budget per le assunzioni di personale provinciale – commentano Cgil, Cisl e Uil – quantificabile in circa 20 milioni nel prossimo triennio e che giudichiamo un segnale di avvio, attendiamo di conoscere con urgenza il piano assunzionale e la calendarizzazione dei relativi bandi che dovrebbe compensare le oltre 500 uscite previste tra uscite ordinarie e quota 100 solo in Provincia”.
Sempre sul versante assunzioni, diverse le questioni che permangono invece nei Comuni e nelle Apsp, i sindacati sono ancora in attesa di conoscere le ricadute del protocollo sulle stabilizzazioni del personale precario e la tanto acclarata controriforma, che toglie il vincolo delle gestioni associate nei comuni. “Il tempo però – concludono Diaspro, Pallanch e Tomasi – è scaduto. A breve partiranno gli incontri con i lavoratori per delineare le azioni da intraprendere e le necessarie mobilitazioni per sbloccare questa situazione di criticità che oltre a colpire direttamente i lavoratori e le lavoratrici del pubblico impiego trentino, incidono negativamente sui servizi erogati dagli Enti”.
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LE SEGRETERIE CGIL F.P. – CISL F.P. – UIL – FPL