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CGIL CISL UIL – TRENTINO * COVID: « L’ORDINANZA DELLA PAT MANCA DI CORAGGIO ED È PRIVA DI EQUILIBRIO, SERVONO PIÙ TAMPONI E NON SI ABBANDONI IL TRACCIAMENTO DEI POSITIVI »

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17.40 - martedì 27 ottobre 2020

Covid 19. Rischiosa ogni deroga ai divieti se non c’è un rafforzamento sanitario. Cgil Cisl Uil: l’ordinanza della Provincia manca di coraggio ed è priva di equilibrio. Servono più tamponi e non si abbandoni il tracciamento dei positivi se non vogliamo avvicinarci ad un nuovo blocco totale

“Quanto sta accadendo in alcune case di riposo è molto preoccupante ed è la dimostrazione plastica che non possiamo permetterci nessun cedimento nel contrasto al coronavirus. In tal senso l’ordinanza emanata ieri sera dal presidente Fugatti seppur introduce delle mitigazioni ragionevoli ad alcune misure, come l’estensione degli orari per bar e ristoranti, allo stesso tempo manca di sufficiente coraggio su altri aspetti. Non possiamo permetterci in questa fase di importante risalita dei contagi nessuna deroga alle attività che favoriscono gli affollamenti di persone se non a fronte di un rafforzamento importante della sanità pubblica. E su questo fronte il Trentino è ancora indietro”.

Lo dicono i tre segretari provinciali di Cgil Cisl Uil del Trentino commentando i contenuti dell’ordinanza emessa ieri dal presidente della Giunta provinciale, che deroga ad alcune misure previste nel Dpcm di domenica, tra cui l’orario di apertura più esteso di bar e ristoranti e senza alcun ricorso al momento alla didattica a distanza per le scuole superiori.
“Apprendere che anche il Trentino non è più in grado di effettuare un tracciamento efficace è allarmante perché è quello il primo tassello per interrompere le catene di contagio – insistono Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti -. La Giunta investa subito maggiori risorse per potenziare la sorveglianza sanitaria, aumentando il numero di tamponi e rafforzando il tracciamento, anche tra i pre-sintomatici. Se rinunciamo a queste misure e allarghiamo le maglie dei divieti nazionali rischiano di dover chiudere tutto più velocemente di altri, se l’epidemia cresce. Per questo l’ordinanza è priva del necessario equilibrio. Speriamo quindi che il Governo non intervenga per impugnare la decisione della Giunta, non tanto perché condividiamo tutte le scelte del Presidente ma perché un’impugnativa aprirebbe di nuovo al caos”.

I sindacati pongono l’accento, tra le altre questioni, al tema del trasporto pubblico. Annunciare la riduzione della capienza sull’extraurbano non è assolutamente sufficiente, visto che i problemi di assembramento si creano in attesa dei mezzi pubblici, nelle ore di punta, nelle aree urbane. “Serve potenziare il numero di mezzi in circolazione anche ricorrendo a convenzioni con i privati, ma serve anche prevedere insieme alla riduzione delle presenza su autobus, treni e corriere anche misure di flessibilità sulla scuola, soprattutto per i ragazzi delle superiori. Anche su questo fronte ogni posizione ideologica non può che creare danno. Basti guardare quanto ha fatto l’Alto Adige e provare a copiare su questo fronte”. E in merito al dibattito aperto sull’apertura degli impianti a fune i segretari generali mettono le mani avanti: per un’apertura in sicurezza servono protocolli stringenti in grado di tutelare lavoratori e utenti se vogliamo davvero dare una possibilità al turismo nella stagione invernale.

Altra previsione che ha suscitato molte perplessità è la chiusura di tutte le attività commerciali nella giornata di domenica. “Anche in questo caso sembra che sul buon senso abbia prevalso una visione ideologica – ribadiscono Grosselli, Bezzi e Alotti – . Se l’obiettivo è ridurre la socialità e il rischio di assembramenti avremmo dovuto fare come in provincia di Bolzano dove centri commerciali resteranno chiusi sia il sabato sia la domenica. Da noi serrande abbassate per tutti la domenica, con inevitabili concentrazioni di clienti il sabato quando tutti i centri commerciali resteranno aperti. Serviva più coraggio”.

Infine il tema della cultura: ma a differenza di Bolzano in Trentino cinema e teatri restano chiusi. “Evidentemente non sono una priorità per questa giunta”.
In questo quadro in veloce peggioramento i tre segretari rinnovano, per l’ennesima volta, la richiesta di convocazione del tavolo tecnico Covid 19. “E’ ora di agire con tempestività adeguando misure e scelte all’evoluzione della situazione epidemiologica. In questo senso un tavolo di lavoro trasversale è una risorsa preziosa e indispensabile per “stare sul pezzo”, la Provincia pare non rendersene conto”, concludono.

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