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CANTINA SOCIALE MORI (TN): CIVETTINI, PORTE CHIUSE PER COPRIRE L’OPERATO DEL CDA?

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11.56 - mercoledì 25 ottobre 2017

(Fonte: Claudio Civettini) – Interrogazione – Cantina di Mori, assemblea a porte chiuse nello stretto rispetto del regolamento per coprire l’operato del Cda? Cantina in piena salute grazie all’operato del direttore che non ha accettato l’umiliazione dell’allontanamento ora causa di lavoro per l’allontanamento forzato?

 

Non c’è pace nel delicato equilibrio del sistema cooperativo trentino dato che, dopo i licenziamenti del Sait, ecco il profilarsi l’atteggiamento persecutorio nella gestione delle Cantine dove – iniziando dalla quella di Mori – si cercano di eliminare le teste pensanti, capaci e responsabili qual è la figura del Direttore, reo d’aver gestito positivamente l’azienda, compresi i lievi e fisiologici disallineamenti del prodotto, di cui il Cda era a perfetta conoscenza, così come testimoniato nella pubblica assemblea dei soci svoltasi all’Auditorium di Mori in data 24 ottobre.

Direttore che, in qualità di socio, è intervenuto ribattendo con piena conoscenza della situazione, affermazioni pressapochiste di un Cda che verosimilmente sembra avere la coda di paglia e che ha avuto il coraggio di rifiutare accordi sottobanco che lo avrebbe obbligato al silenzio tombale. Silenzio che avrebbe oscurato ombre che sarebbero state per sempre inaccessibili e che, in ogni modo, avrebbe danneggiato territorio e soci, lasciando intonsa una gestione che si auspica venga cambiata radicalmente per evitare di trasformare la Cantina in succursale.

Peraltro, il Presidente del Cda non ha perso occasione per creare un caso istituzionale senza pari, facendo allontanare dalla sala, oltre ad un nutrito numero di soci, rei di non aver timbrato la delega, anche il sottoscritto nella sua veste di Consigliere provinciale che, quale corretto osservatore, null’altro avrebbe voluto fare se non rendersi conto della reale situazione all’interno di una gestione sociale che avrebbe scelto appunto, di privarsi del Direttore, vero artefice del recente successo dell’attività di vinificazione e promozione della Cantina stessa.

Un’assemblea richiesta a gran voce dai Soci per la irrinunciabile necessità di chiarimenti, alla quale il Cda non ha potuto sottrarsi e dove – almeno così pare – lo stesso abbia dimenticato di invitare anche l’Assessore provinciale alla cultura, cooperazione, sport e protezione civile – solitamente presente per prassi – che ha la competenza specifica sul mondo della cooperazione e che, di fatto, con la plateale richiesta di abbandono dell’assemblea rivolto al sottoscritto, silentemente presente, ha voluto illustrare a porte chiuse, le ragioni delle scelte che hanno portato al tentativo che parrebbe fallito, dell’interruzione del rapporto di lavoro con il Direttore.

Una scelta miope, voluta dal Cda, che ha impedito parzialmente la partecipazione di un rappresentante delle Istituzioni, ricorrendo correttamente al dettato dello Statuto della Cantina stessa ma che per prassi, ha sempre aperto le porte alle Istituzioni e che mai si era chiuso a riccio, per tenere “in casa” il segreto di Pulcinella che ha generato l’attuale situazione di grande disagio in essere.

Una scelta che rispetto così come il Cda dovrà rispettare i numerosi e specifici atti ispettivi che sarà cura dell’interrogante, presentare, per far conoscere gli atti e i passaggi che hanno determinato una situazione di inaccettabile caccia alle streghe, per far posto alle scelte di qualche stregone che ha trasformato la gestione della Cantina, in palestra politica, per scelte diverse. Una scelta, quella della gestione a porte chiuse, per tacitare verosimilmente critiche palesi, anche in vista probabilmente dell’ormai prossima definizione dell’assetto sociale in ormai in scadenza, che nel suo auspicabile rinnovo, che dovrebbe partorire una linea chiara di sostegno e tutela di Soci e territorio.

Linea che deve partire anche dalla valutazione sull’operato dell’attuale Cda e sulle convenienze, a tutela dei Soci, del prestigio della Cantina cui il Direttore della Cantina – messo a riposo forzato – ha contribuito in modo inequivocabile a portare in alto, anche attraverso progetti innovativi e partecipativi che hanno dato valore aggiunti e utili al territorio e ai Soci stessi.

 

*

Tutto ciò premesso Il sottoscritto Consigliere interroga Il Presidente della Giunta provinciale e l’Assessore provinciale competente per sapere:

 

Se si sia a conoscenza degli esiti dell’Assemblea dei soci della Cantina di Mori, avvenuta come prevede lo Statuto, su richiesta di un numero consistente di Soci, in data 24 ottobre c.m., per chiarire quali siano le posizioni determinate dalla scelta di esautorare il Direttore dal suo ruolo e mansione e, nel caso, quali siano le motivazioni per cui l’Assessore provinciale di merito, su un tema d’indirizzo importante come questo, non sia stato invitato come è prassi consolidata, a tutela della correttezza dello svolgersi dei programma di lavori, così perdendo una irripetibile occasione, di prendere atto della situazione in essere;

Se si sia a conoscenza che, a margine dell’importante Assemblea – e a fronte di una presenza silente e corretta, dove l’interrogante, conoscendo le regole del gioco, mai avrebbe chiesto di intervenire, nel rispetto dei Soci e dell’assemblea, nella sua veste politica ricoperta ma anche in qualità di residente – il sottoscritto è stato platealmente allontanato, invitato a mezzo microfono dal Presidente, davanti a oltre 300 persone, ad allontanarsi dall’aula dell’Auditorium pubblico, quasi alla stregua di un delinquente, per il solo fatto verosimilmente di aver sollevato pubblicamente nelle settimane scorse, il tentativo -ora fallito -di allontanare il Direttore reo di aver svolto con professionalità e capacità, il suo ruolo nel rispetto dei soci e nella valorizzazione dei territori;

Se si sia a conoscenza che, il Direttore stesso, nella sua qualità di socio, nell’assemblea ha ribattuto punto per punto, con conoscenza approfondita e con il massimo rispetto verso la società dei Soci che è corpo vitale della Cantina, i punti illustrati dal Presidente e Cda, circa la incredibile situazione venutasi a creare per scaricare sul Direttore stesso, responsabilità inesistenti e semmai pienamente condivise su i lievi e fisiologici disallineamenti del prodotto,generate anche dal sistema dei rapporti con quella che sarebbe la Cantina madre della Cooperazione trentina, nel momento in cui si conferisce in quintali e si trasferisce in ettolitri;

Quale sia – alla luce delle dichiarazioni del Direttore fatte con pieno rispetto dell’Assemblea, Direttore che sarebbe messo forzatamente a riposo su ordine del Cda e alla luce del rifiuto di un accordo di dimissioni volontarie, legate ad un obbligo di silenzio tombale – l’atteggiamento dell’Assessore nell’interesse dei Soci e dei territori, e se si intenda dar corso ad una causa di lavoro per offensivo licenziamento nei confronti di una persona, “rea” di aver valorizzato la Cantina di Mori-Colli Zugna;

Quali approfondimenti siano stati messi in campo, da parte dell’assessorato, circa la complessa situazione cui il Cda della Cantina di Mori, ha voluto attivare attraverso quello che doveva essere un silente licenziamento “pagato”, ma reso pubblico anche da interventi dell’interrogante per conoscere la situazione;

Quali siano i compensi, anche sotto forma di rimborso spesa, che il Presidente, vice presidente e i componenti del Cda della Cantina di Mori, singolarmente, percepiscono annualmente per il loro ruolo di amministratori della Cantina stessa.

 

A norma di regolamento si richiede risposta scritta.

Cons. Claudio Civettini

Civica trentina

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