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5 FEDERAZIONI CATEGORIA CISL – TRENTINO * FASE-2 INDAGINE SETTORE MANIFATTURIERO: « PROTOCOLLI DI SICUREZZA RILEVATI NELL’80% DELLE AZIENDE INDUSTRIALI »

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09.00 - domenica 10 maggio 2020

Protocolli di sicurezza rilevati nell’80% delle aziende industriali trentine monitorate, ma in oltre il 40% dei casi risultano non correttamente attivati i comitati di verifica aziendale.

Allarme precari: su 1.000 contratti censiti 500 a rischio.

 

La rilevazione, condotta tra il 29 aprile e 6 maggio, con la somministrazione di questionari online inviati ai rappresentanti sindacali e RLS delle 5 Federazioni di categoria Cisl del Coordinamento Industria (FIM, FEMCA, FAI, FISTEL, FILCA), ha interessato 12 settori del manifatturiero trentino: metalmeccanico, siderurgico, chimico, energia, gomma plastica, calzature, lavanderie industriali, tessile e abbigliamento, alimentare, carta, cemento e legno, coinvolgendo un totale di 96 aziende che occupano 10.122 dipendenti.

Circa l’80% dei rappresentanti ha dichiarato che l’azienda ha predisposto un Protocollo aziendale anti-contagio (ma in 1 caso su 4 non ancora condiviso con le RSU/RLS), elaborato secondo le indicazioni contenute nel documento condiviso da sindacati, associazioni datoriali e Governo lo scorso 14 marzo (e integrato il 24 aprile), che definisce tutte le misure e gli interventi organizzativi di prevenzione e gestione del rischio contagio nei luoghi di lavoro. Nel 17% dei casi l’intervistato non è in grado di rispondere, il che fa supporre quantomeno una grave lacuna informativa se non la mancata stesura. Importante precisare che tali indicazioni, essendo state recepite nei successivi Dpcm del 22 marzo e 26 aprile, costituiscono per tutte le aziende tassativo obbligo di legge e condizione necessaria per la ripresa e la prosecuzione delle attività produttive.

Si è inoltre rilevato che solo nel 59% dei casi è stato costituito comitato aziendale per la verifica e il monitoraggio dei protocolli, anche questo previsto dalla normativa in vigore, ed essenziale per garantire una corretta condivisione delle misure di contenimento dell’epidemia con le rappresentanze sindacali e gli altri soggetti aziendali coinvolti nella gestione e prevenzione del rischio (datore di lavoro, RSPP e medico competente).

L’indagine ha riguardato inoltre la presenza di contratti a termine nelle imprese manifatturiere trentine, aspetto di particolare rilevanza vista l’incertezza del contesto economico. Dai dati raccolti oltre la metà delle aziende considerate (50 su 96), stanno lavorando a regime ridotto. Le 96 aziende considerate hanno alle loro dipendenze (dirette o tramite contratti di somministrazione, tipologia nettamente prevalente nel settore industriale) 957 contratti precari (circa un 10% del campione preso in esame), di cui 522 operano in imprese che non stanno lavorando a pieno regime e che, di conseguenza, rischiano di non veder prorogato o rinnovato il proprio contratto al momento della scadenza. Si tratta di numeri rilevanti e certamente sottostimati sia perché riferiti ad un sottogruppo delle aziende industriali che operano nel territorio, sia perché molti contratti a termine sono già stati interrotti nei mesi scorsi.

Alla luce dei dai dati emersi il Coordinamento Industria Cisl ritiene prioritario promuovere un maggiore coinvolgimento delle rappresentanze sindacali, in particolare nelle imprese che non risultano ancora completamente in regola con la sottoscrizione dei protocolli anti contagio e la costituzione e l’effettiva attivazione dei comitati di verifica e sorveglianza. In tale occasione andranno monitorate anche le eventuali situazioni di difficoltà aziendale e le relative ricadute occupazionali, con particolare attenzione alle imprese che occupano lavoratori con contratti a termine in scadenza. Sarà inoltre necessario verificare l’adeguamento dei protocolli aziendali alle linee di indirizzo provinciali, elaborate dal comitato per il settore manifatturiero (cui fanno parte APSS di Trento, sindacati e associazioni datoriali di categoria) e più restrittive rispetto a quelle definite a livello nazionale. Vanno invece previsti interventi mirati nei comparti e nelle piccole e medie imprese sprovviste di rappresentanza sindacale, dove non è possibile effettuare una sistematica e capillare verifica e monitoraggio delle misure di prevenzione e gestione del rischio. I

n tali circostanze, dove è preclusa la possibilità di creare comitati di controllo a livello aziendale, si ritiene opportuno attivare uno specifico comitato territoriale di settore che, secondo le indicazioni contenute nel Protocollo condiviso nazionale e nelle stesse linee guida territoriali, potrà prevedere il coinvolgimento di organismi paritetici, soggetti istituzionali e le associazioni datoriali e sindacali di riferimento. Si ritiene che il comitato provinciale per il settore produttivo manifatturiero (già costituito), risponda pienamente a tali requisiti e che possa quindi essere rapidamente attivato anche per tale finalità.

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