(Fonte: Manuela Bottamedi) – In questo ultimo anno il Trentino è stato investito da una profonda riorganizzazione dei reparti maternità ospedalieri. In particolare, negli ultimi mesi abbiamo assistito alla chiusura dei punti nascita di Arco e Tione. La deroga ministeriale, concessa a Cles e Cavalese, prevede il funzionamento dei relativi punti nascita secondo standard di sicurezza rigorosi, in particolare la presenza H24 di pediatra, anestesista e ginecologo. In presenza di oggettive difficoltà nel reperire personale qualificato (specie pediatrico) per gli ospedali periferici, è realistico ipotizzare che in futuro i parti saranno concentrati sempre più nelle sedi di Trento e Rovereto, con evidenti svantaggi per la popolazione di valle.
Veniamo alle scelte operate dall’assessore Zeni: per sopperire alla mancanza di pediatri presso gli ospedali di Cles e Cavalese l’Azienda sanitaria ha depotenziato i turni presso gli ospedali di Trento e Rovereto, che ora si trovano a dover gestire la mancanza di personale pediatrico impegnato nei turni a Cles e Cavalese. Tutto ciò sta mettendo in sofferenza e grande difficoltà l’intera gestione del servizio maternità sull’intero territorio provinciale.
Come stanno gestendo gli analoghi problemi organizzativi e sanitari le regioni e le provincie a noi limitrofe? Un ottimo esempio a cui guardare lo sta dando la regione Veneto che, partendo dal modello trentino di organizzazione ospedaliera a rete Hub & Spoke, è andata oltre proponendo una novità interessante che è stata inserita in un Progetto allegato alla delibera del 23 dicembre scorso, con la quale Zaia chiede al Ministero una deroga per tutti i punti nascita veneti che si trovano in condizioni oro geografiche difficili e che pertanto sono sotto i 500 parti annui. Le novità di questo progetto sono essenzialmente due:
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1. i punti nascita vengono classificati in 4 classi, utilizzando le stelle da 2 a 5. I due stelle sono quelli con un numero di parti inferiori ai 500 annui e in condizioni oro geografiche difficili. La gestione di un reparto maternità a 2 stelle deve essere svolta in dipartimento con un ospedale a 3 stelle (ossia con più di 500 parti annui), posto ad alcune decine di chilometri di distanza e con il quale vi dovrà essere la rotazione del personale.
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2. si chiede che venga garantita nel punto nascita a 2 stelle la presenza H24 dell’ostetrica e dell’Anestesista e per almeno 3 ore giornaliere la presenza del pediatra.
A suffragio e sostegno scientifico del progetto Veneto, basato sulla possibilità di garantire sicurezza nei parti anche con uno standard differente e più flessibile, sono arrivate recentemente le parole del Prof. Dino Pedrotti, autorevole voce in campo medico. L’illustre pediatra trentino ha dichiarato dalle colonne del quotidiano l’Adige: “…le indicazioni devono essere applicate con razionalità alle realtà locali….ovviamente devono essere sempre presenti ostetrici e anestesisti 24 ore su 24, ma – secondo una nostra esperienza trentina trentennale – è sufficiente la presenza del pediatra solo per tre ore al giorno. Per più di tre decenni – unica realtà italiana – il 30% dei neonati trentini è nato in ospedali senza Pediatria. E tutti sanno che dal 1990 in Trentino abbiamo raggiunto indici di mortalità neonatale e di esiti a distanza ai migliori livelli internazionali….”
Infine, con l’approvazione del Consiglio provinciale di una Risoluzione, proposta dalle minoranze il 19 gennaio scorso, la Giunta provinciale si è impegnata a condividere una proposta comune alle altre Regioni interessate, per ottenere dal Ministero standard particolari e maggiore flessibilità nella gestione del punto nascita di Cavalese. Ritengo che tale risoluzione e tale impegno possano e debbano essere estesi anche ai punti nascita di Arco e Tione che, nell’ottica di un progetto di Hub & Spoke stellato analogo a quello della Regione Veneto, siano messi nelle condizioni di garantire gli standard qualitativi necessari ad un parto sicuro.
Tutto ciò premesso interrogo il Presidente della Giunta provinciale per sapere:
– se non ritenga possibile applicare anche ai nostri punti nascita di valle lo stesso modello organizzativo Hub & Spoke stellato previsto dalla Regione Veneto;
– se sulla base del progetto presentato dalla Regione Veneto, della Risoluzione approvata dal Consiglio Provinciale e delle dichiarazioni rilasciate dal Prof. dott. Dino Pedrotti, intenda fare rete con le Regioni Veneto e Lombardia per presentare al Ministero un progetto analogo che consenta il funzionamento e il mantenimento del punto nascita di Cavalese, la riapertura dei punti nascita di Arco e Tione e la piena efficienza dei reparti maternità di Trento, Rovereto e Cles.
cons.a Manuela Bottamedi