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BORGA – KASWALDER * IUS SOLI: “ABBIAMO VOTATO CONTRO PERCHÉ I DATI DIMOSTRANO CHE NON VI È ALCUNA NECESSITÀ DI MODIFICARE LA NORMATIVA ATTUALMENTE IN VIGORE”

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10.06 - mercoledì 22 novembre 2017

Stefano Graiff, Presidente del Centro Astalli, la cui attività è in larga misura incentrata sull’accoglienza dei richiedenti asilo ospitati in Trentino, commenta con parole di fuoco la mozione con cui il Consiglio regionale ha manifestato la propria contrarietà al disegno di legge che vorrebbe introdurre nel nostro ordinamento il c.d ius soli (sia pure temperato).

Il Presidente Graiff giudica il voto favorevole una “vergogna”, una “scelta che umilia la nostra terra”, il “frutto di una cultura di discriminazione e di rifiuto del diverso”, che sarebbero, a suo dire, “buona madre di quell’indifferenza nella quale Adam muore sotto un ponte o un piccolo rischia di congelare da solo su un treno”.

In quanto responsabili principali di questa “barbarie”, chiediamo spazio per un sintetico intervento, che vuole portare a tema la questione dello ius soli, tralasciando le questioni che con esso nulla hanno a che vedere – in primo luogo il problema dei richiedenti asilo – che non di rado vengono tirate in ballo da una parte e dall’altra.

Come, invece, ha puntualmente fatto anche da Graiff, che sul tema dello ius soli, contumelie a parte, fin dall’incipit del suo intervento non spende una sola parola, rinviando alla recente vicenda che a Bolzano ha visto come protagonista un bambino straniero; vicenda che, come quella precedente di Adam, con il dibattito sullo ius soli non ha nulla a che vedere.

Ciò premesso, veniamo al merito della questione, partendo ovviamente dall’analisi della legislazione vigente, che i sostenitori dello ius soli vorrebbero modificare sul (fallace) presupposto che i minori stranieri non avrebbero i medesimi diritti dei loro coetanei italiani e che la normativa attualmente in vigore sarebbe eccessivamente rigorosa. Da qui la necessità d’intervenire, per porre termine a non meglio specificate discriminazioni.

Ma le cose stanno proprio così? A noi non pare proprio. In primo luogo deve rilevarsi come i minori stranieri abbiano i medesimi diritti di quelli italiani: all’istruzione, alla sanità, all’assistenza. Vanno a scuola come gli italiani, usufruiscono delle strutture sanitarie come gli italiani, godono delle diverse prestazioni di carattere assistenziali come gli italiani.

Anzi, è provato che gli stranieri legalmente residenti in Italia godono non di rado delle prestazioni assistenziali in misura proporzionalmente assai più elevata che non i cittadini italiani. Ciò doverosamente premesso, si deve rilevare come in base alla normativa attualmente in vigore i minori stranieri possano ottenere la cittadinanza italiana in due modi.

Il primo opera per i minori nati in Italia che al compimento del 18° anno d’età possono, se lo vogliono, ottenere la cittadinanza. Nel frattempo, come sopra rilevato, godono dei medesimi diritti dei loro coetanei italiani. La seconda modalità, che non a caso i sostenitori dello ius soli omettono di citare, è quella della naturalizzazione dei genitori. Attualmente può ottenere la cittadinanza lo straniero che risiede legalmente in Italia per 10 anni (se extracomunitario) o anche solo per 4 anni (se comunitario).

Orbene, i figli minori conviventi di chi ottiene la cittadinanza in tale modo, acquistano automaticamente, sempre che lo vogliano i genitori, essi stessi la cittadinanza.

Per effetto della normativa oggi vigente – quella che i sostenitori dello ius soli denunciano come troppo rigorosa – lo scorso anno hanno acquistato la cittadinanza italiana 200.000 stranieri, in larga parte giovani: 60.000 più che nel Regno Unito, 64.000 più che in Spagna, 65.000 più che in Francia e 68.000 più che in Germania.

Negli ultimi due anni 380.000 stranieri sono divenuti italiani e negli ultimi 10 anni i “nuovi italiani” sono stati 950.000. Nel biennio 2014/2016 l’Italia ha anche il primato europeo per numero di cittadinanza concesse.

Di cosa stiamo parlando, vien da chiedersi. Dove sta il preteso eccesso di rigore denunciato dai sostenitori dello ius soli? In realtà i dati sopra riportati dimostrano ampiamente che non vi è alcuna necessità di modificare la normativa attualmente in vigore. Altra cosa sono le considerazioni di carattere ideologico che, da un parte e dall’altra, animano il dibattito.

Se però ci fermiamo all’analisi dei numeri e della normativa vigente, tutto si potrà dire, ma non che essa è troppo rigorosa e che i bambini stranieri in attesa di ottenere la cittadinanza italiana non godano dei medesimi diritti dei loro coetanei italiani. Questi i fatti e partendo da questi incontestabili fatti siamo pronti a discutere con chiunque intenda veramente confrontarsi.

 

 

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Rodolfo Borga
Civica Trentina

 

Walter Kaswalder
Autonomisti Popolari

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