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Intervista a Cesare Hoffer, Coordinatore provinciale Nursing up – Trento

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LANCIO D'AGENZIA

ASSESSORE TONINA RISPONDE A MARINI * ITALCEMENTI SARCHE (TN) – AMBIENTE: « LA STIMA DELLE EMISSIONI DI CO2 È VALUTATA IN 210.000 T CO2/ANNO, CON MASSIMA CAPACITÀ DI PRODUZIONE DI 250.000 TON/ANNO DI CLINKER »

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09.14 - martedì 1 febbraio 2022

Risposta all’interrogazione su emissioni di gas climalteranti derivanti dall’estrazione del materiale dalla cava in prossimità dell’impianto di Italcementi di Sarche e dalla sua cottura nei forni.

Contesto generale.

Per affrontare l’emergenza della lotta ai cambiamenti climatici la Provincia autonoma di Trento (PAT) ha definito il programma di lavoro, “Trentino Clima 2021-2023”, approvato con Delibera di Giunta Provinciale n. 1306 del 07.08.2021, e finalizzato a definire e adottare la Strategia Provinciale di Mitigazione e Adattamento ai Cambiamenti Climatici. La Strategia sarà lo strumento di riferimento per orientare l’azione amministrativa provinciale nell’individuare le misure che dovranno essere assunte nella programmazione e pianificazione nei diversi settori per contenere il riscaldamento in atto, contrastare gli impatti negativi del cambiamento climatico e valorizzarne quelli positivi. Il programma “Trentino Clima 2021-2023” individua il percorso verso la definizione della Strategia Provinciale di Mitigazione e Adattamento ai Cambiamenti Climatici e ne definisce in particolare gli obiettivi generali e trasversali.

Gli obiettivi generali riguardano l’individuazione di azioni di mitigazione, volte a ridurre progressivamente le emissioni di gas climalteranti responsabili del riscaldamento globale, e di azioni di adattamento ai cambiamenti climatici, che mirano invece a diminuire la vulnerabilità dei sistemi naturali e socio-economici e ad aumentare la loro resilienza di fronte agli inevitabili impatti di un clima che cambia.

Le azioni di mitigazione in particolare sono affidate al nuovo Piano Energetico Ambientale Provinciale (PEAP) 2021-2030, approvato con Delibera n. 952 dell’11 giugno 2021, che ha pianificato una strategia con relative azioni e misure per raggiungere una riduzione di almeno il 55% delle emissioni al 2030 rispetto al 1990 (in linea con gli obiettivi europei). Gli scenari del nuovo Piano prevedono un’accelerazione del processo di decarbonizzazione del sistema energetico trentino attraverso la riduzione del consumo di energia primaria, l’incremento delle fonti energetiche rinnovabili e l’aumento dell’efficienza energetica. Sono obiettivi raggiungibili con un impegno trasversale dal basso ma anche attraverso nuovi paradigmi dell’abitare, del produrre, dello spostarsi e della produzione energetica, uniti a nuovi approcci di sistema. Tra gli obiettivi specifici previsti vi sono l’aggiornamento e il perfezionamento dell’Inventario delle Emissioni in atmosfera della Provincia di Trento, con la produzione di report periodici dedicati, come previsto dal Rapporto ambientale redatto nell’ambito del processo di Valutazione Ambientale Strategica del PEAP.

 

Collaborazione con enti scientifici

Il programma “Trentino Clima 2021-2023” prevede nel suo percorso l’implementazione di un nuovo Osservatorio Trentino sul Clima inteso come il sistema complessivo e organizzativo che assume il ruolo di riferimento univoco per monitorare i fenomeni climatici e l’efficacia delle azioni messe in campo attraverso la futura Strategia provinciale di mitigazione e adattamento. L’Osservatorio Trentino sul Clima prevede di essere costituito da due ambiti di coordinamento di fatto già operativi: 1) il Tavolo provinciale di coordinamento e di azione sui Cambiamenti Climatici quale organo di riferimento tecnico e di supporto operativo alla Giunta Provinciale e alle strutture provinciali, coordinato dall’APPA e formato dai Dipartimenti con competenze correlate alle tematiche dei cambiamenti climatici; 2) il Comitato scientifico quale organo di riferimento per il supporto tecnico e scientifico del mondo della ricerca, formato da referenti di UNITN, FEM, FBK, MUSE e HIT – Hub Innovazione Trentino.

 

Le emissioni di CO2

Le emissioni di gas climalteranti per la tipologia di impianto in questione sono regolate attraverso il Sistema europeo di scambio di quote di emissione di gas a effetto serra (European Union Emissions Trading System – EU ETS) che è il principale strumento adottato dall’Unione europea per raggiungere gli obiettivi di riduzione della CO2 nei principali settori industriali e nel comparto dell’aviazione. Il sistema è stato introdotto e disciplinato nella legislazione europea dalla Direttiva 2003/87/CE (Direttiva ETS). Il meccanismo è di tipo Cap&Trade ovvero fissa un tetto massimo complessivo alle emissioni consentite sul territorio europeo nei settori interessati (Cap) cui corrisponde un equivalente numero di “quote” (1 ton di CO2eq. = 1 quota) che possono essere acquistate/vendute su un apposito mercato (Trade). Ogni operatore industriale attivo nei settori coperti dallo schema (es. produzione di cemento) deve “compensare” su base annuale le proprie emissioni effettive (verificate da un soggetto terzo indipendente) acquistando un corrispondente quantitativo di quote. La contabilità delle compensazioni è tenuta attraverso il Registro Unico dell’Unione, mentre il controllo su scadenze e rispetto delle regole del meccanismo è affidato alle Autorità Nazionali Competenti (ANC).

L’UE ha stabilito che indipendentemente dal metodo di allocazione, il quantitativo complessivo di quote disponibili per gli operatori diminuisca nel tempo, imponendo di fatto una riduzione delle emissioni di gas serra nei settori ETS: in particolare, al 2030, il meccanismo garantirà un calo del 43% rispetto ai livelli del 2005.

Fonte:

Sulla base dei dati disponibili nella letteratura tecnica1, assumendo la massima capacità di produzione dell’impianto in oggetto pari a 250.000 ton/anno di clinker, la stima delle emissioni di CO2 dell’impianto in oggetto è valutata in circa 210.000 t CO2/anno (considerando per la stima un fattore di emissione cautelativo pari a 840 kg CO2/t clinker, ossia il più elevato tra quelli proposti in letteratura).

 

Analisi ambientale e monitoraggio

L’installazione in parola è esistente e già dotata di autorizzazione. La Ditta ha infatti ottenuto l’Autorizzazione integrata ambientale (AIA) con provvedimento del Dirigente del Settore Tecnico dell’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente (APPA) di data 18 settembre 2007, prot. n. 1252/07-S304. L’AIA è stata successivamente aggiornata ed, in particolare, con determinazione del Dirigente del Settore Gestione ambientale dell’APPA n. 619 di data 20 dicembre 2013, la Ditta è stata autorizzata ad effettuare il recupero energetico di fanghi biologici essiccati (codice CER 19 08 05) presso lo stabilimento (operazioni di recupero R1 ed R13) nei limiti della quantità massima di 10.000 t/anno per il loro recupero nel forno di cottura del clinker come combustibile ausiliario, che consente di ridurre l’utilizzo di pet-coke. Lo stabilimento ha la possibilità di utilizzare sino a 10.000 t/anno di Fanghi Biologici Essiccati che rappresentano circa il 20% del fabbisogno energetico del forno; l’energia termica prodotta da 10.000 t di fanghi corrisponde a quella ottenuta da 4.200 t di pet-coke.

L’installazione è stata sottoposta a procedura di screening con esito di non sottoponibilità a VIA (determinazione del Dirigente del Servizio Autorizzazioni e valutazioni ambientali n. 81 del 30 settembre 2013) ed a procedura di localizzazione (Deliberazione di Giunta provinciale n. 1995 del 27 settembre 2013) per il progetto di recupero dei fanghi essiccati.
Infine, con determinazione del Dirigente del SAVA n. 10 del 15 gennaio 2016 è stata riesaminata l’AIA alla luce delle BAT di settore (decisione di esecuzione della commissione 2013/163/UE del 26 marzo 2013, ad oggi vigente). L’autorizzazione vigente è valida fino al 15 gennaio 2028.
E’ attualmente in corso un procedimento di aggiornamento dell’AIA inerente alcuni interventi che la Ditta intende effettuare con la riaccensione del forno:

1. implementazione di un sistema di abbattimento degli ossidi di azoto mediante tecnologia SCR (riduzione selettiva catalitica): detto accorgimento viene proposto al fine di garantire il continuativo rispetto del limite imposto per gli ossidi di azoto (500 mg/Nm3), più restrittivo del limite vigente all’atto dello spegnimento del forno di cottura (800 mg/Nm3);

2. revamping del sistema di monitoraggio in continuo delle emissioni (SME) prodotte dal forno di cottura (emissione in atmosfera identificata con la sigla E5): l’AIA prescrive la misura di polveri, ossidi di azoto (NOx), anidride solforosa (SO2), carbonio organico totale (TOC), monossido di carbonio (CO), ammoniaca (NH3) ed acido cloridrico (HCl); con questo intervento vengono installati nuovi analizzatori di ultima generazione. I dati rilevati vengono quotidianamente trasmessi ad APPA ai fini della verifica del rispetto dei limiti imposti dall’AIA;

3. tamponamento e copertura del capannone materie prime e clinker: con questa proposta la Ditta intende chiudere completamente il capannone in cui vengono movimentati i prodotti polverulenti sia crudi che cotti. Detta opera consentirà sostanzialmente di azzerare l’aliquota di emissioni diffuse prodotte dalla movimentazione di detti materiali.

1 I fattori registrati per il settore vanno confrontati con i dati riportati in letteratura. Nel documento del JRC (2013) sulle Best Available Techniques è citato un fattore di emissione per le tecniche attualmente in uso pari a 840 kg CO2/t clinker, mentre l’applicazione delle migliori tecniche disponibili consente la riduzione del 10%-12% delle emissioni di CO2. Applicando la riduzione al fattore di emissione si ottiene un intervallo di 739,2 – 756,0 kg CO2/t clinker. Il 5° percentile degli impianti nazionali nel 2019 fa registrare un fattore di
emissione di 753,5 kg CO2/t clinker, inferiore al valore massimo dell’intervallo di fattori possibili adottando le BAT. (Fonte:)

Sulla base della produzione di cemento a livello mondiale, la quantità media di CO2 varia da 0,65 a 0,92 tonnellata di CO2 per tonnellata di cemento, con una media di 0,83 tCO2/tcem (Fonte):  (pag.5))

n.b. stima del comitato: 375.000 ton/anno (produzione: 250.000 ton/anno di clinker x 1,5 = emissione di CO2)

APPA garantirà la massima attenzione al controllo delle emissioni di inquinanti e contestualmente predisporrà un piano di monitoraggio della qualità dell’aria che renderà conto in maniera aggiornata e trasparente dei parametri misurati.

 

In conclusione e in risposta ai singoli punti esposti dal Consigliere interrogante si precisa che:

1. sulla base dei dati disponibili nella letteratura tecnica, assumendo la massima capacità di produzione dell’impianto in oggetto pari a 250.000 ton/anno di clinker, la stima delle emissioni di CO2 dell’impianto in oggetto è valutata in circa 210.000 t CO2/anno (considerando per la stima un fattore di emissione cautelativo pari a 840 kg CO2/t clinker,
ossia il più elevato tra quelli proposti in letteratura);

2. la riattivazione del cementificio delle Sarche non è soggetta a valutazione di impatto ambientale;

3. in quanto impianto esistente e autorizzato non sono state effettuate verifiche indicate dal Consigliere interrogante;

4. l’Osservatorio Trentino clima non si occupa di situazioni puntuali specifiche.

Distinti saluti.

– Mario Tonina –

 

 

 

INTERRROGAZIONE

Interrogazione a risposta scritta n. 3307
Gruppo consiliare Misto

come già specificato nell’interrogazione 2872/XVI del 22 luglio 2021 “Iniziative per la tutela ambientale del biodistretto della Valle dei Laghi nell’ipotesi di riapertura del cementificio di Sarche”, in data 11 giugno 2021 l’impresa Italcementi SpA del gruppo HeidelbergCement annunciava la volontà di riavviare la linea di cottura del proprio cementificio sito nel Comune di Madruzzo, che negli ultimi 6 anni aveva operato solo come centro di macinazione;

Agostino Rizzo, direttore tecnico di Italcementi del gruppo HeidelbergCement, ha affermato che l’impianto di Sarche di Madruzzo avrà una potenzialità produttiva di circa 250 mila tonnellate di cemento all’anno da mettere a disposizione dei clienti dell’area del Nord-Est, un prodotto realizzato con materie prime del territorio (Italcementi torna a investire e ad assumere: Sarche di Madruzzo sarà cementeria per il Nord-Est – sito di Italcementi, 11 giugno 2021);
l’impianto utilizzerà fanghi biologici essiccati, per circa il 20% dell’apporto di calore necessario alla produzione di clinker, in sostituzione dei combustibili fossili tradizionali (Investimenti e sostenibilità per il territorio – sito di Italcementi su impianto di Sarche);

la composizione delle fonti energetiche per la riattivazione della linea di cottura dell’impianto che avverrà a inizio 2022 è stata confermata anche in un’intervista pubblicata sulla stampa locale da parte del direttore tecnico di Italcementi Rizzo. L’impianto brucerà pet coke e, per circa il 20% dell’apporto di calore necessario alla produzione di clinker, fanghi biologici essiccati (Italcementi rassicura: «Le migliori tecnologie ambientali, abbiamo le autorizzazioni, e non abbiamo mai bruciato copertoni» – L’Adige);

il comma 4, art 1, della legge provinciale sulla valutazione di impatto ambientale del 2013 prevede che per valutare preventivamente e ridurre l’impatto delle grandi opere, pubbliche e private, anche dal punto di vista del loro contributo al consumo complessivo di energia e alla diffusione dell’anidride carbonica e degli altri gas climalteranti, con deliberazione della Giunta provinciale sono stabiliti i tempi, i criteri e le modalità per la valutazione dell’impatto energetico e sul clima, nell’ambito del procedimento di valutazione dell’impatto ambientale;
ad oggi non risulta che la Giunta abbia adottato dei provvedimenti amministrativi per regolamentare gli ambiti definiti dall’articolo 1 della legge provinciale sulla VIA del 2013 ma su questo punto è ora possibile far riferimento diretto alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) e agli impegni presi dagli Stati membri nelle Conferenze delle Parti (COP);

la Provincia si è inoltre dotata (1) della Strategia provinciale per lo sviluppo sostenibile (SproSS), (2) del programma di lavoro Trentino Clima 2021-2023 (Delibera n° 1306 del 7/8/2021) e (3) del Piano Energetico Ambientale Provinciale (PEAP);

la SproSS, nella parte “Per un Trentino più verde” si pone come obiettivo quello di costruire un Trentino privo di emissioni di carbonio attraverso la transizione verso un’energia pulita, equa e rinnovabile e aumentando gli investimenti verdi, per l’adattamento ai cambiamenti climatici e per la gestione e prevenzione dei rischi ambientali. Un Trentino più verde valorizza la biodiversità e la rete delle sue aree protette, con una particolare attenzione alla tutela delle risorse naturali (come l’acqua) e paesaggistiche, consapevole che le politiche di tutela dell’ambiente e di adattamento al cambiamento climatico rendono il territorio più sicuro e resiliente anche di fronte ai rischi idrogeologici;
tra gli obiettivi principali che afferiscono all’area “Per un Trentino più verde” si distingue “Riduzione delle emissioni” ovvero l’obiettivo di abbattere le emissioni climalteranti e incrementare l’efficienza energetica e la produzione di energia da fonte rinnovabile. Gli indicatori di riferimento di tale strategia sono: energia elettrica da fonti rinnovabili; qualità dell’aria PM 2.5; qualità dell’aria urbana; biossido di azoto; qualità dell’aria urbana; PM10; quota di energia da fonti rinnovabili sul consumo finale lordo di energia; emissioni di gas serra in termini di CO2 equivalente;

l’obiettivo di Riduzione delle emissioni si raccorda con gli obiettivi della Strategia Nazionale di Sviluppo Sostenibile (SNSvS) e in particolare con i seguenti: 21. Minimizzare le emissioni e abbattere le concentrazioni inquinanti in atmosfera; 24. Assicurare elevate prestazioni ambientali di edifici, infrastrutture e spazi aperti; 42. Incrementare l’efficienza energetica e la produzione di energia da fonte rinnovabile evitando o riducendo gli impatti sui beni culturali e il paesaggio 44. Abbattere le emissioni climalteranti nei settori non-ETS (Emissions Trading System);

il PEAP, comprensivo dell’allegato “Scenario di riduzione delle emissioni del comparto industriale trentino”, contempla complessivamente una serie di interventi per una riduzione dei consumi di energia primaria di 64.128 TEP entro il 2030, pari al 22,6% dei consumi industriali, corrispondente a una contrazione delle emissioni del 21,6%;

“Trentino Clima 2021–2023” è il programma coordinato dall’APPA, l’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente, che porterà all’adozione di una Strategia Provinciale di Mitigazione e Adattamento ai Cambiamenti Climatici. Nell’agosto 2021 la Giunta provinciale, su proposta del vicepresidente e assessore all’urbanistica, ambiente e cooperazione, ha approvato il programma di lavoro che punta ad orientare l’azione di contrasto ai cambiamenti climatici dell’amministrazione provinciale;

si sottolinea, infine, l’esistenza dell’Osservatorio Trentino sul Clima, istituito con Delibera di Giunta Provinciale n.1836 di data 5 agosto 2010, il quale ha in capo il coordinamento tecnico – scientifico delle realtà impegnate sul territorio Trentino in attività di ricerca e di monitoraggio delle variabili climatiche, nonché impegnate in attività di divulgazione scientifica, di campagne di informazione e di educazione ambientale;

l’osservatorio è costituito da Dipartimento Protezione Civile, Fondazione Mach, APPA, Università di Trento, FBK, MUSE e Comitato Glaciologico Trentino della SAT ed ha il compito di seguire l’attività scientifica ed in particolare di:
1) Monitoraggio e analisi dei dati, per poter disporre di una base informativa condivisa e costantemente aggiornata dei principali indicatori legati al clima e ai cambiamenti climatici (indicatori climatici quali temperatura, precipitazione,…; indicatori fisici quali estensione ghiacciai, siccità, permafrost,…; indicatori biologici quali vegetali, animali), mediante reti di misura che coprano il territorio trentino e soddisfino le diverse esigenze individuate garantendo continuità, razionalità ed efficienza delle misure. Fermo restando quanto disposto dall’art. 6, si devono inoltre individuare le più opportune modalità organizzative e tecniche per rendere disponibili e condivisi i dati raccolti; 2) Ricerca. Gli obiettivi attesi sono: fornire linee di indirizzo sulle attività di ricerca; individuare le realtà competenti e le risorse necessarie; favorire partnership tra attori locali, nazionali e internazionali cercando di valorizzare e potenziare le competenze specifiche maturate e salvaguardando l’autonomia delle singole realtà partecipanti; favorire linee di ricerca concordate sulle tematiche legate ai cambiamenti climatici da inserire negli Accordi di Programma tra Provincia Autonoma di Trento e gli enti di ricerca;

il tema cruciale della 26a edizione della Conferenza della Parti (COP26), svoltasi nell’ambito della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici tenutasi a Glasgow dal 31 ottobre al 12 novembre 2021 è stato quello di aumentare con urgenza l’ambizione nella lotta ai cambiamenti climatici sia in termini di mitigazione (taglio delle emissioni di gas climalteranti, al suono dello slogan “keep 1.5 alive!”) che di adattamento (per ridurre gli inevitabili impatti negativi sulle comunità umane e gli ecosistemi);

il Patto sul Clima di Glasgow adottato alla COP26 chiede che gli Stati membri della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) presentino piani di azione climatica più incisivi già l’anno prossimo in occasione della COP27 e che l’impatto globale di tali aggiornamenti venga valutato con cadenza annuale, per monitorare la traiettoria di decarbonizzazione. Il Patto di Glasgow, inoltre, sprona gli Stati ad accelerare l’eliminazione graduale del carbone come fonte energetica e dei “sussidi inefficienti” ai combustibili fossili. Un risultato chiave in termini di mitigazione è invece l’aver finalmente raggiunto una chiara definizione

delle regole dei mercati internazionali delle riduzioni delle emissioni di carbonio, con la creazione di un database e di una piattaforma centralizzata di contabilità e rendicontazione che assicurino responsabilità e trasparenza nella cooperazione tra Stati (Il Patto sul Clima di Glasgow tra ambizione climatica e compromessi – APPA, novembre 2021);

tutto ciò premesso si interroga il presidente della Provincia di Trento

  1. se sia stata calcolata la quantità approssimativa delle emissioni di gas climalteranti derivanti dall’estrazione del materiale dalla cava in prossimità dell’impianto di Italcementi di Sarche e dalla cottura dello stesso nei forni alimentati con pet coke e fanghi essiccati e, in caso positivo, quale sia la stima di tale quantità;
  2. se non ritenga di incaricare APPA per verificare se la riaccensione dei forni sia compatibile con il comma 4, art 1, della legge provinciale sulla valutazione di impatto ambientale del 2013 in cui si prevede una valutazione preventiva dal punto di vista del contributo delle grandi opere al consumo complessivo di energia e alla diffusione dell’anidride carbonica e degli altri gas climalteranti;
  3. quali siano le risultanze delle analisi di conformità condotte dall’amministrazione provinciale in ordine alla riaccensione dei forni del cementificio rispetto agli obiettivi definiti nella SproSS, nel PEAP e nella bozza di piano Trentino Clima 2030;
  4. se non ritenga di coinvolgere l’Osservatorio Trentino sul Clima nella valutazione: (a) dell’impatto dell’attività produttiva del cementificio in considerazione degli obiettivi di lotta al cambiamento climatico definiti dalla COP26 ai sensi della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici; (b) della coerenza con le campagne di informazione e di educazione ambientale promosse dalla Provincia di Trento con particolare riferimento alle variabili di incidenza climatica;

A norma di regolamento, si chiede risposta scritta.

Cons. prov. Alex Marini

 

 

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