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LANCIO D'AGENZIA

CONSIGLIO PROVINCIALE TRENTO * QUARTA COMMISSIONE: « SÌ ALLE MODIFICHE REGOLAMENTO CASE ITEA / MEDICINA LEGALE, RITARDI A CAUSA DEL COVID MA SI STA CORRENDO AI RIPARI »

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16.10 - martedì 25 gennaio 2022

Quarta commissione, nuove norme per le case Itea. Medicina legale, si interviene per tagliare i tempi per le invalidità e le patenti. Vaccinazioni, l’Associazione vaccinare informati: troppe discriminazioni.

In Quarta commissione quest’oggi si è parlato di case Itea, con il parere favorevole a una delibera che modifica il regolamento per rendere più veloce l’assegnazione degli alloggi e detta nuove norme per l’esclusione dalle graduatorie. Chi fa domanda dovrà indicare le esigenze di spazio, ma se rifiuterà l’alloggio assegnato uscirà dalla graduatoria. Inoltre, a ottobre e ad aprile, verranno indetti i bandi per assegnare gli appartamenti di risulta e verrà abrogata la regola che prevede che in uno stabile, prima di consegnare ad un inquilino un alloggio, se ne debbano liberare almeno tre. Altro tema, quello della situazione dell’Unità operativa di medicina legale che è stato affrontato con l’assessora Segnana, il direttore generale dell’Apss, il dottor Ferro e il dirigente il dottor Odorizzi. Un servizio appesantito dall’emergenza Covid, importante per il riconoscimento delle invalidità civili e della legge 104 e il rinnovo delle patenti che richiedono la commissione medica. Infine, si è parlato di vaccinazioni con l’audizione dei rappresentanti del direttivo dell’Associazione vaccinare informati i quali hanno denunciato una pesante situazione di discriminazione di chi non si è sottoposto alla vaccinazione.

 

Itea, più snella l’assegnazione degli alloggi.

La quarta commissione, presieduta da Claudio Cia (FdI), ha dato parere positivo con 4 sì e tre astenuti, alle modifiche del regolamento sull’edilizia abitativa pubblica. Il Dipartimento politiche per la casa, ha affermato l’assessora Segnana, ha incontrato cd è stata messa in evidenza la necessità di alcune modifiche che sono state già presentate e approvate dal Cal. Le modifiche introdotte da queste modifiche rendono più semplice l’assegnazione delle case Itea. Fino a oggi prima di poter assegnare un appartamento a canone moderato, ha ricordato l’assessora, ci dovevano essere almeno tre appartamenti liberi nello stesso stabile, con la delibera invece l’assegnazione viene effettuata direttamente, appena si libera un solo alloggio. Non solo, ma chi fa richiesta deve indicare i bisogni di spazi per evitare rinunce e quindi lungaggini. Paolo Zanella (Futura) ha affermato che di fronte a una rinuncia, con questa modifica, si viene espulsi dalla graduatoria il che sembra eccessivo anche se sono comprensibili le necessità di velocizzare gli iter. Claudio Cia ha chiesto se in casi di rifiuto da parte di famiglie di disabili che non ritengono idoneo l’alloggio assegnato, siano previste deroghe e Paola Demagri (Patt) se sia possibile inserire nei requisiti anche i figli adottivi. Proposta accolta dall’assessora.

Il cuore della riforma, ha affermato quest’ultima, è quello dell’efficientamento dell’assegnazione degli alloggi a canone moderato. Ora, con la modifica del regolamento, c’è omogeneità sul territorio per ciò che riguarda i motivi di esclusione (ora inseriti nei bandi) e, inoltre, si regola il subentro nei casi di separazione per assicurare la continuità. Sul rifiuto degli alloggi Itea assegnati, col nuovo regolamento i richiedenti devono indicare i numeri di stanze e agli inquilini quindi vengono proposti direttamente alloggi idonei alle esigenze delle famiglie, ma in caso di rifiuto scatta l’esclusione dalle graduatorie. Inoltre, verranno fatti due bandi all’anno, a aprile e ottobre, per gli alloggi di risulta per i quali i richiedenti devono fare domanda indicando a quale abitazione sono interessati. Per quanto riguarda i disabili, chi fa domanda sa già quali sono gli alloggi con caratteristiche idonee. Sarà possibile inoltre, per chi ha già un alloggio e vuole cambiare per motivi reali (ad esempio una disabilità) può farlo partecipando ai bandi degli appartamenti di risulta.

 

Medicina legale, ritardi a causa del Covid ma si sta correndo ai ripari.

Altro capitolo la situazione della medicina legale. Il direttore generale dell’Apss, Antonio Ferro ha inquadrato il lavoro della medicina legale, Unità operativa che con la direzione di Flavio Odorizzi si sta ammodernando e passerà al Dipartimento prevenzione dalla Direzione sanitaria. Un settore strategico, ha detto ancora Ferro, perché tocca campi importanti, dalle patenti alle invalidità civili. Settori che sono stati, in questi due anni, appesantiti dal Covid anche perché buona parte del personale dell’Igiene pubblica è stato impegnato nelle campagne vaccinali che rimangono la priorità delle priorità. Il programma di riassetto dell’Unità operativa di medicina legale (4 i medici in servizio) prevede la sua immissione in quello che è il suo alveo naturale, cioè l’Igiene pubblica.

Il dottor Odorizzi ha ricordato che la situazione è impegnativa perché il Covid ha tolto risorse e professionisti. Ci sono 15 – 16 mila istanze di invalidità civile e sulla legge 104 e diecimila istanze di patenti di guida in commissione medica all’anno. In Trentino la valutazione di invalidità civile viene fatta a da un slngolo medico e, in questo periodo di emergenza Covid, solamente sui dati documentali. Documenti, ha aggiunto il dirigente medico, che non sono solo quelli allegati alla domanda, ma anche quelli presenti nel Sistema informativo ospedaliero (Sio) e quelli dell’assistenza domiciliare. Quindi, ha continuato Odorizzi, è possibile l’accesso a dati sufficienti per determinare l’invalidità o la 104. Le visite in presenza vengono fatte solo nei casi necessari, con una media di 5 convocazioni su 100 pazienti. Per le patenti la commissione è composta da un medico legale, un medico militare e un medico dell’igiene. Qui, ha continuato Odorizzi, la difficoltà sta nel fatto che i medici igienisti sono destinati alle vaccinazioni e i militari hanno iniziato a mancare o per i pensionamenti o Covid. Per ovviare a questi i problemi ora vengono impegnati medici legali che vengono distolti però dalle valutazioni sulle invalidità. Nonostante la situazione sia seria, ha detto ancora il medico, si è avviato un progetto con la libera professione e si è passati dagli 8 mesi di attesa (attese calmierate da proroghe che finiranno a giugno) a 5 mesi con l’obiettivo di arrivare a 90 giorni entro l’anno.

Le istanze sulle invalidità civili si dovrebbero evadere in 180 giorni che non sono mai stati superati: la media è di 150 giorni nonostante lo zavorramento delle patenti. Le urgenze sono garantite, c’è un protocollo per gli oncologici in collegamento con i medici di medicina palliativa e le risposte vengono garantite in 30 giorni. C’è un progetto per mettere in priorità tutti i pazienti oncologici, protocollo che si potrà allargare al decadimento cognitivo che rappresenta una quota importante del lavoro: 4 mila accertamenti su 16 mila. Sull’accertamento dell’handicap le proteste, ha detto il dottor Odorizzi, ricevono sempre una risposta e si sono dimostrate utili per valutare da altri punti di vista i problemi.

Rispondendo a Luca Zeni (Pd) (secondo il quale una commissione sarebbe più tutelante per il riconoscimento delle invalidità e ha sottolineato che la medicina legale si mostra restrittiva nei confronti di malattie degenerative come la fibrosi cistica a scapito della prevenzione; ha espresso perplessità sulla semplice valutazione documentale e dubbi anche sui medici in libera professione per ridurre i tempi di attesa) Ferro ha affermato che la libera professione nella medicina legale è uno strumento i cui costi non ricadono sui pazienti e permette di dare risposte a problemi puntuali. Il dottor Odorizzi ha aggiunto che ai pazienti affetti da fibrosi cistica si possono riconoscere le difficoltà di deambulare con un assegno di accompagnamento di 250 euro al mese o di 520 per situazioni di dipendenza. Ma la delibera, adottata dalla Giunta Rossi, non inquadra le difficoltà pazienti e il risultato è che due pazienti che ricevono l’accompagnamento per difficoltà di deambulazione sono atleti agonisti e altri che conducono una vita normale hanno l’accompagnamento. Vero che la valutazione monocratica può esporre a corruzione, ha detto Odorizzi, ma permette di aumentare i ritmi delle visite e quindi di tagliare i tempi. Per contenere i rischi vengono fatti dei controlli a rotazione sulle valutazioni dei medici e corsi di formazione.

Zeni ha ribattuto affermando che la Giunta di cui faceva parte ha fatto bene a fare la delibera sulla fibrosi cistica che ha promosso la prevenzione e la vita attiva dei pazienti. Cia ha affermato che le valutazioni sui documenti presuppongono che i pazienti abbiano le certificazioni aggiornate e ha ricordato che molti specialisti privati non inseriscono i dati nel Sio. Insomma, spesso il quadro non è veritiero e finisce per pesare sulla vita delle famiglie. Al punto che sarebbe meglio definire la visita medico legale, valutazione medico legale perché spesso i documentazioni non sono sufficienti e non a caso prima del Covid il medico legale doveva visitare il paziente. Anche sulla 104 ci sono difficoltà per i tempi d’attesa. Basti pensare alle difficoltà per accedere ai presidi per l’incontinenza per i quali, in attesa della visita medico legale, dovrebbe bastare una certificazione del medico di base. Il dottor Odorizzi ha risposto che i casi critici vengono discussi collegialmente e se ci sono problemi si chiamano paziente e parenti e medico curante. Se ci sono altri dubbi si visita il paziente. I dati del Sio, ha ribadito, sono sufficienti anche se l’ottimo è quello di vedere il paziente. Una modalità che verrà ripristinata a fine emergenza. Sulle domande sulla 104, ha aggiunto, l’urgenza è garantita: nel 2021 sono state vagliati 6294 casi, quasi la metà delle domande complessive, e 3000 sono state riconosciute urgenze. Un paziente su 5.

Paola Demagri ha detto che dall’audizione non sono uscite novità sul piano tecnico e le valutazioni sono state più che altro politiche. La consigliera Patt ha aggiunto che la dichiarazione di Ferro che ha parlato di ammodernamento dell’Unità operativa non le è sembrata opportuna. Il modo di valutare solo sui documenti, ha detto inoltre, induce gli utenti a pensare che si tratti di un modo di agire di discutibile affidabilità. Il dottor Odorizzi, infine, ha ricordato che spesso i pazienti convocati per le visite non si sono presentati per paura del Covid.

 

L’Associazione vaccinare informati: troppe discriminazioni.

Ultimo punto affrontato dalla Commissione l’incontro con i referenti dell’Associazione vaccinare informati. In premessa Cia ha ricordato che le scelte sulle vaccinazioni sono nazionali e quindi la Commissione non può prendere impegni.
Patrizia Filippi, presidente dell’Associazione, ha detto che la situazione è gravissima a causa delle discriminazioni e dell’ oppressione che una parte della società è costretta a sopportare. Soprattutto i giovani e i lavoratori che sono sospesi. Filippi, riassumendo il documento consegnato ai commissari, ha detto che il Consiglio deve muoversi per evitare le discriminazioni in atto nel rispetto della Costituzione e dei trattati internazionali. I giovani non vaccinati si vedono discriminati nel diritto allo studio, non possono accedere alle biblioteche, alle mostre, allo sport, esprimere, in sintesi, i loro talenti. Ci si deve chiedere, quindi, quale Trentino si vuole: se un Trentino che discrimina o un Trentino che accoglie. Inoltre, ha aggiunto, non vengono garantiti i diritti dei disabili, anzi vengono discriminati ancor più pesantemente. Senza alcun senso non è riconosciuta l’immunità per chi ha passato il Covid e l’esclusione dalle dosi successive per chi ha avuto reazioni avverse dal vaccino.

Non vengono forniti tutti i dati degli ospedalizzati e in molti casi viene chiesto ai medici di non fare le segnalazioni sulle reazioni. C’è poi il problema delle Rsa precluse alle persone che hanno contratto la malattia e non sono vaccinate. Infine, Patrizia Filippi ha detto che chi non vuol farsi vaccinare non è un fanatico o una persona che non tiene al bene pubblico. Critiche, perché ritenute discriminanti, sono state mosse poi al sistema delle quarantene e della Dad nelle scuole.
Alessia Ambrosi (FdI) ha chiesto quanti sono i ragazzi disabili in difficoltà in seguito alla campagna vaccinale. La presidente dell’Associazione ha risposto che ci sono molti genitori che chiamano l’associazione perché bambini con sindrome di Down non possono andare a scuola. Comunque, i ragazzi non vaccinati non possono salire sugli autobus, ci sono casi di ragazzi che non hanno potuto visitare una mostra sulla Shoah quando si sarebbe potuta trovare un’alternativa per evitare esclusioni. Alessia Ambrosi ha affermato che prenderà in considerazione i problemi sollevati, anche perché dalle norme nazionali emergono continue contraddizioni e confusioni. C’è un disagio sociale che è peggiore della pandemia, ha concluso, e del quale va tenuto conto.
Luca Zeni (Pd) ha ricordato che il Consiglio ha preso decisioni opposte a quelle chieste dall’associazione, perché nelle terapie intensive ci sono in maggioranza non vaccinati e ha ribadito che per dare davvero un futuro e la normalità ai ragazzi ci si deve vaccinare. E lo dovrebbero fare per primi i ragazzi fragili. Fortunatamente, ha detto infine, i giovani stanno capendo e ci sono cause da parte di ragazzi nei confronti dei genitori che non li vogliono vaccinare.

Mara Dalzocchio (Lega) ha ringraziato per la pacatezza con la quale si sono espressi gli appartenenti all’associazione. E ha ricordato che la Giunta è sempre andata incontro alle esigenze dei bambini, aprendo per primi in Italia gli asili dopo il lockdown, ma ci sono difficoltà oggettive per le quali non è facile evitare discriminazioni. Nel frattempo le scuole però potrebbero evitare iniziative che possono portare a differenze tra chi è vaccinato e chi no.

Paolo Zanella (Futura) ha detto di non essere d’accordo con l’Associazione e ha sottolineato la complessità della situazione, alla quale vanno date risposte scientifiche. Comunque, va evitata la frattura sociale, con un dialogo pacato. Sull’affermazione che ci sarebbero medici che non segnalano casi avversi Zanella ha invitato i componenti dell’associazione, se sanno di casi concreti, a rivolgersi alla Procura. L’esponente di Futura ha concluso dando la sua solidarietà a chi lavora negli ospedali e ha detto che i comportamenti individuali implicano una responsabilità sociale.
Claudio Cia ha chiesto se la contrarietà è solo a questo vaccino e ha aggiunto che gran parte delle tensioni nascono da una comunicazione che non ha aiutato a fare chiarezza.
Patrizia Filippi ha ribattuto che anche i sanitari sospesi hanno fatto la loro parte e molti medici di base non vanno nelle case dei pazienti Covid non vaccinati. L’associazione non è contro i vaccini ma per la libertà di scelta. Il padre di un ragazzo danneggiato ha detto di essere già stato toccato e non farà mai il vaccino. Roberto Cosentini ha affermato che va capito quali saranno i costi sulla salute della campagna vaccinale e ha ricordato che, nonostante gli impegni della Giunta e gli scritti difensivi, continuano ad arrivare le multe per i genitori che non hanno vaccinato i figli per le vaccinazioni obbligatorie previste dalla 119 del 2017. Altri problemi riguardano le mascherine che i bambini devono portare a scuole, soprattutto le Fpp2 che avrebbero bisogno di una prescrizione medica.

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