La vicenda legata alla interruzione della riunione di “Como senza frontiere” da parte di alcuni ragazzi di un gruppo di destra sta tenendo banco sui principali media nazionali da ormai due giorni.
Addirittura la presidente della Camera è riuscita a trovare il tempo per “pontificare”, secondo lo schema prefissato dal gergo sinistro. Evidentemente si tratta di una “questio” di assoluta importanza.
Nel merito ritengo che pur trattandosi di una “azione” che non ha tenuto conto dei normali criteri della civica educazione, infatti per entrare in casa d’altri si chiede permesso, questo fervore nell’unirsi al coro belante degli stigmatizzanti ha del grottesco.
Maleducazione del gesto a parte, quale altro reato avrebbero commesso? Quale atteggiamento squadrista avrebbero posto in atto? Quale pericolo per la democrazia avrebbero evidenziato?
Forse il loro abbigliamento? Forse il loro gergo? Forse la lunghezza delle loro capigliature?
O forse, più realisticamente, le loro stesse idee che, contrastando con il dogma buonista del pensiero unico, hanno osato esprimere?
Di fatto, soprattutto grazie al coro belante, hanno raggiunto il loro scopo principale: ottenere visibilità mediatica.
Tuttavia i problemi che gli Italiani devono ogni giorno affrontare, grazie al malgoverno di questi ultimi anni ed alla pervicace ingerenza europea nella nostra economia reale, sono di ben altra portata. Ben più concreti e drammatici. Non facciamoci distrarre!
Per entrare in casa d’altri si chiede permesso, indica la buona educazione. Questo deve essere principio valido per tutti. Sia per chi indossa un giubbotto nero che per chi esibisce caschi, mazze e bandiere rosse che per chi si presenta a bordo di un barcone malconcio.
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Raimondo Frau
Commissario regionale Movimento Nazionale per la Sovranità Trentino-Alto Adige