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MEDIASET – RETEQUATTRO * QUARTA REPUBBLICA”: INTERVISTA A BERLUSCONI, « MONZA CONTA 74.000 IMPRESE, SI MERITAVA DI AVERE LA SQUADRA IN “SERIE A” »

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21.24 - lunedì 30 maggio 2022

Ogni vittoria dà una bella soddisfazione quella di ieri sera è stata una grande vittoria per una squadra di B che finalmente dopo 110 anni dalla fondazione della società è entrata e può disputare il campionato di A. Quindi dello stadio di Monza accoglieremo il Milan, l’Inter, la Juventus e la Roma, sarà una grande festa sempre». Queste le parole di Silvio Berlusconi in un’intervista a “Quarta Repubblica”, il talk show condotto da Nicola Porro in prima serata su Retequattro.

 

A seguire le dichiarazioni rilasciate.

 

«Abbiamo parlato del Monza, poi abbiamo parlato del Milan che tutti conoscono che ha vinto il campionato, Ancelotti che le conosce bene ha vinto pure lui… È una coincidenza?»
«Non lo so, l’ho tirato su bene anche lui».

 

«Mi dica una cosa ma ieri è stato veramente così felice? È ritornato come alle vittorie del Milan?»
«Il calcio è un grande sport, c’è una grandissima partecipazione di pubblico, ieri eravamo dentro un crogiolo di pubblico che non stava fermo e zitto un attimo, uno stadio che voleva la vittoria dei nostri avversari. Sono vittorie pulite, pure che fanno bene al cuore».

 

«I suoi giocatori com’erano? Li ha visti ieri sera dopo la partita? Come erano?»
«Sono andati avanti a fare inni alla promozione e altre varie cose, per esempio mi hanno cantato per non so quanto tempo “presidente, c’è solo un presidente”. Tutto bello, hanno mangiato una torta preparata all’Università della Libertà dove soggiornano, e sono andati a dormire alle 5:30 di notte».

 

Nicola Porro: «Soggiornano all’Università della Libertà? Li ha messi tutti là? All’Università della Libertà?»
«Sì».

 

«Quindi non soltanto calcio ma anche un po’ di cultura liberale…»

«Facciamo delle lezioni fantastiche con 40 professori per avere dei politici che sappiano veramente fare politica».

 

Nicola Porro: «Cinque lombarde in serie A. Anche questa è una coincidenza o è un modello?»
«No, la Lombardia è un modello, è la regione che lavora di più, che produce di più. La stessa Monza è una provincia importante con 870mila abitanti di cui moltissimi lavorano. Monza conta infatti come provincia 74000 imprese, è una provincia che si meritava anche di avere la squadra in serie A».

 

«Lei nelle sue aziende ha sempre investito, nel Milan ha investito, nel calcio bisogna investire cifre folli per poter vincere»

«No, non è vero, noi siamo sempre riusciti a fare degli investimenti ma non folli».

 

«Ma è vero che c’è tutta un’etichetta, la barba i tatuaggi… è vero questa cosa qua dei suoi giocatori?»

«È vero che a me non piacciono i giocatori con la barba e con i tatuaggi… glielo dico… a qualcuno abbiamo fatto un’eccezione perché ha promesso di farlo se andavamo in serie A. Adesso in serie A si deve tagliare la barba».

 

Silvio Berlusconi: «Un colpo di mercato lo deve fare con il Monza?»
«Non credo, abbiamo una squadra che ha soprattutto una tecnica di gioco che io ho suggerito molto efficace. Vuole sapere, mi hanno registrato quello che ho detto ai giocatori prima di scendere in campo, me lo hanno dato adesso e sono le mie ultime raccomandazioni tecniche. Bisogna sempre ripetere delle cose che sanno ma è importante che il presidente le dica prima che scendano in campo: “dovete essere 11 guerrieri, 11 gladiatori che lottano su ogni palla e che resistono a ogni attacco; dovete ricordarvi che il gol si fanno nell’altra parte del campo, tirando in porta e vuol dire tirate di più in porta”. Non si deve perdere tempo in passaggi inutili nella nostra metà campo come fanno anche le squadre, ho visto il Liverpool, il Real Madrid, stanno a perdere tempo…».

 

«Lei gli fa anche lezione di calcio»
«Sempre! Io l’ho fatto da quando ho iniziato… “si deve sempre lanciare la palla in avanti nell’altra metà campo, dove devono essere sempre le nostre punte che non devono tornare nella metà campo mai, pronti a scattare su ogni lancio, pronti a trovarsi soli davanti al portiere, pronti a fare gol, ricordatevi, tirando rasoterra, perché i palloni alti vanno abbastanza spesso fuori dalla porta, poi il portiere li possono raccogliere bene, rasoterra si devono buttare”. E ho concluso così: “gli avversari lo sappiamo sono cattivi ma non dovete avere paura dovete avere anche voi il fuoco negli occhi. Oggi state scrivendo la storia, avete un solo dovere, un solo obbligo, un solo traguardo da raggiungere: dovete vincere. Sono andati in campo e hanno vinto».

 

«Perché invece le squadre italiane, anche nella Champions e la stessa Nazionale italiana non si sono qualificate? C’è un problema nel calcio italiano? Tirano troppo in alto??»
«Per me non c’è un gioco tecnicamente efficace, bisognerebbe che cambiassero il sistema di gioco. Quando il portiere non fa i lanci in avanti nella metà campo dell’avversario e dà la palla al terzino, il quale la dà al mediano e questo la restituisce, due volte su quattro la palla non va nell’altra metà campo perché se ne impossessano gli avversari. Tutto tempo buttato via. Bisogna lanciare sempre in avanti».

 

«Questo vale anche per la politica?»
«Non facciamo paragoni tra un nobile sport e la politica per favore».

 

«Si entusiasma più per il nobile sport che per la politica»
«Certamente».

 

«Come certamente presidente!»
«Io ho sempre giocato a calcio, mi è sempre piaciuto ma il calcio significa stare insieme, raccontarsi le cose, trovare dei doveri, delle cose da fare e poi quando si vince è bellissimo».

 

«Per la Champions quindi ci vediamo qui il prossimo anno?»
«No, ma l’ho detto ieri sera come battuta, ho detto adesso vinciamo il campionato e poi facciamo la Champions. No, non è nei nostri piani, nel nostro piano c’è comportarci bene nel campionato di serie A restando nelle parti alte della classifica».

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