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TERMOMETRO POLITICO * SONDAGGIO: « OMICIDIO CECCHETTIN, PER IL 61,2% DEGLI INTERVISTATI LA COLPA È DI TURETTA, PERCHÉ LA “RESPONSABILITÀ È INDIVIDUALE“ » (DATI: RIVELAZIONE 23/11 – DIFFUSIONE 25/11)

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08.45 - domenica 26 novembre 2023

Sondaggi TP: per gli italiani, non è colpa della cultura patriarcale. Pubblicato il 25 Novembre 2023 alle 11:34,

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Sondaggi TP: per gli italiani, non è colpa della cultura patriarcale

Nel nostro consueto sondaggio settimanale, in coincidenza della giornata internazionale contro la violenza sulle donne e considerato l’ultimo caso di cronaca nera che ha scosso il Paese, abbiamo chiesto ai nostri lettori la loro opinione riguardo la violenza sulle donne e la cultura o mentalità patriarcale.

Sondaggi TP: la responsabilità è individuale e non della cultura patriarcale
La prima domanda che abbiamo posto ai nostri lettori riguarda la responsabilità dell’omicidio di Giulia Cecchettin. Abbiamo chiesto di chi fosse prevalentemente la colpa. Un 21% ha affermato che la colpa prevalente è della società e della mentalità, che sono ancora patriarcali. La risposta affine, “culturale”, è quella meno gettonata, che afferma che la colpa sia della famiglia dell’assassino, che non ha saputo educarlo (7,1%). Una parte – sempre minoritaria – sostiene che, invece, sia legato alla natura stessa degli uomini: un 7,6% sostiene che siano portati alla violenza e alla prevaricazione verso le donne. Poi, però, la risposta plebiscitaria afferma la responsabilità di Filippo Turetta perché “la responsabilità è individuale”.

Da qui, ci allacciamo al tema “macro”, chiedendo la loro percezione sul fenomeno della violenza sulle donne in Italia. Così come c’è consenso riguardo la responsabilità individuale dell’omicida Filippo Turetta, così, si afferma che la violenza sulle donne è in crescendo (34,5%) o, pur essendo stabile, rimanga troppo diffusa (31,5%). Si aggiunge, poi, la percezione positiva sul processo (è in discesa) ma non sul risultato finale (ma è ancora troppo frequente), con un 8,4% che seleziona questa risposta. Solo una parte minoritaria (circa un quinto dei rispondenti) percepisce che sia stabile e anche piuttosto basso, se confrontato col resto del mondo (12%) o che sia basso, in discesa e anche inferiore alla media europea (9,4%).

 

 

E allora, come agire nel contrasto alla violenza sulle donne? Una delle proposte cardine – che viene specialmente dal fronte progressista – ha a che vedere con l’introduzione curriculare, nelle scuole, di educazione affettiva e relazionale. Anche qui abbiamo una risposta positiva decisamente più marcata (circa il 60% totale) ma è ben distribuita. Per un 34,5% degli intervistati, sarebbe dovuta essere introdotta già diverso tempo fa. Poi, un 27,7% afferma che pur essendo d’accordo “debba essere equilibrata e non cadere in una criminalizzazione degli uomini”. Le risposte negative vengono date da circa un terzo dei rispondenti. Il 18% sostiene che l’educazione dei figli, in questi ambiti, spetta principalmente alle famiglie e non allo Stato. Dall’altra parte, un 16,8% (risposta minoritaria tra le quattro ma comunque molto corposa) che afferma che “sarebbe un modo per indottrinare i ragazzi a teorie arbitrarie e parziali come la teoria gender”.

 

 

E il Governo che fa?
Chiudiamo, così, con la domanda relativa a come si valuta l’azione di governo rispetto al contrasto alla violenza sulle donne. Il giudizio probabilmente potrebbe definirsi mediamente negativo, seppur con due risposte antitetiche praticamente appaiate. Il 31,8% crede che questo Governo si stia dando da fare, mentre un 31,6% sostiene che non stia facendo praticamente nulla essendo, in fondo, espressione di una cultura patriarcale. Ciò che incide maggiormente sul giudizio negativo è la differenza tra le altre due risposte. Per un 21,5% questo Governo sta facendo qualcosa “ma è troppo poco”. Solo per un 8,7%, invece, questo Governo non sta agendo e fa bene, perché ci sono meno omicidi di donne della media europea e non esiste un’emegenza.

 

 

Sondaggi TP: FDI stabilmente primo partito. Praticamente invariata fiducia in Meloni
Chiudendo con le intenzioni di voto, osserviamo una certa “calma piatta”, con oscillazioni poco marcate. Fratelli d’Italia è stabilmente il primo partito, avvicinandosi al 30% delle preferenze. Segue, molto lontano, il Partito Democratico, indietro di circa dieci lunghezze. Il Movimento 5 Stelle rimane stabilmente in terza posizione. Molto indietro, invece, Lega e Forza Italia, che insieme riescono a fare poco più della metà delle preferenze del partito guidato dalla premier Meloni.

 

 

sondaggi tp, sciopero

 

Nella “lotta entrare in Parlamento”, Azione si conferma come il partito minore più forte (3,7%), mentre Sinistra Italiana e Verdi sono poco oltre la soglia (3,1%). +Europa e Italia Viva (entrambe al 2,5%), Italexit (Gianluigi Paragone), Democrazia Sovrana e Popolare (Marco Rizzo) e Unione Popolare sono ampiamente al di sotto della soglia.

Per quanto riguarda, invece, la fiducia nel premier, il complesso di risposte positive e negative si mantiene stabile, ma diminuisce leggermente l’opzione del massimo gradimento (-0,8%), in favore di quella mediamente positiva (+0,9%).

 

 

Sondaggi Tp: nota metodologica
Sondaggio realizzato con metodo CAWI, 3600 interviste raccolte tra il 22 e il 23 novembre 2023

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