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SMI TRENTINO * PUNTI NASCITA: PAOLI, « DISSENTIAMO DA QUANTI HANNO DICHIARATO CHE I PARTI FASSANI GRAVITINO QUASI ESCLUSIVAMENTE SU BOLZANO »

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18.56 - domenica 7 gennaio 2024

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –

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Dopo aver preso atto delle dichiarazioni dell’Ordine dei Medici Chirurghi e dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche sui punti nascita trentini, Smi, sindacato provinciale dei settori della dirigenza medica e della medicina territoriale ritiene di dover esplicitare quanto segue.

In riferimento ai punti nascita (PN), i requisiti di qualità e sicurezza dei processi e dei percorsi cura; di qualificazione dei professionisti; delle modalità di coinvolgimento dei cittadini, sono basati sulla previsione dell’Accordo Stato Regioni di dicembre 2010 e ss.mm.; del DM 70/2015 tutt’ora in fase di ripensamento a Roma; dell’atto programmatorio provinciale a suo tempo formalizzato dal Direttore Generale APSS e recepito con DGP all’interno delle reti cliniche.Esse devono tenere conto non solo di ipotesi e desideri e tecnicismi, ma delle caratteristiche organizzative e funzionali dei diversi livelli di intensità di cura della rete clinica corrispondente.

Devono definire gli obiettivi; basarsi su specifici PDTA, in correlazione tra reti cliniche e reti professionali locali. I criteri per la riconversione della rete si applicano a tutti i soggetti pubblici e privati accreditati, secondo quanto stabilito dal Ministero alla Salute.Per le soglie di volume di attività, come da Accordo Stato Regioni e Provincie autonome del 2010 e dal DM 70/2015 ,è necessaria la progressiva riduzione dei PN, tranne nelle aree interne, considerate disagiate.

Quelle, appunto di cui si sta parlando da giorni sui nostri quotidiani. Sono previsti due livelli erogativi, uno Hub (Trento), gli altri spoke  (Cles, Cavalese, Arco e Rovereto). Per gli Ospedali sedi di PN in sedi orograficamente disagiate, con volumi di attività inferiori ai 500 parti/annui, il Governo ha previsto (DM novembre 2015),che il Comitato Percorso Nascita nazionale (CPNn) esprimesse un motivato parere in merito alle richieste di deroghe per mantenere in attività tali punti nascita(Vedi Cavalese ed Arco). A livello provinciale, la rete neonatologica e dei PN è supportata dal Comitato Percorso nascita provinciale e dal Comitato percorso nascita aziendale, come previsto al punto 10 dell’Accordo 2010, rappresentativi delle componenti istituzionali e professionali e dei principali stakeholders.

Essi operano in relazione funzionale con il Comitato Percorso nascite nazionale. I criteri per i requisiti strutturali, tecnologici ed organizzativi per la loro presenza sui nostri territori, come della riorganizzazione delle UO di pediatria/neonatologia e terapia intensiva neonatale, sono indicati dall’allegato 18 del suddetto accordo. Per tali criteri la Provincia è obbligata alla verifica periodica, affinché il DG APSS non sia chiamato a risponderne come responsabile inadempiente della sicurezza, nella verifica degli standard riorganizzativi. Con riferimento al processo assistenziale poi, si sta tenendo correttamente conto di: trasporto condiviso, capacità di trattamento delle complicanze di gestione in loco, implementazione dell’adozione Stam e Sten; del modello assistenziale a conduzione ostetrica, delle situazioni di rischio.

In definitiva, SMI concorda sia con il Presidente Fugatti, che a nome dei trentini preferisce mantenere in loco i punti nascita esistenti (soprattutto di fiemmesi, fassani,  nonesi e solandri). Dissente da quanti hanno dichiarato che i parti fassani gravitino quasi esclusivamente su Bolzano (dichiarazione di Ioppi): al momento sono meno di 6 nel 2022 i parti dalla Valle di Fiemme e Fassa su Bolzano e meno di 6 in tutto il 2023 dalla Valle di Non! Concorda con l’Assessore Tonina, per quanto di sua pertinenza. Si domanda se coloro che attualmente criticano le considerazioni governative locali non sono nei Comitati o, se lo sono, perché non avvisano tramite loro il Comitato nazionale.

Di nostro, consigliamo unicamente che se la nuova APSS sarà territoriale e universitaria, ci sia l’Hub clinico universitario a cui afferiscono i PN spoke delle nostre valli, con mobilità dei laureandi e specializzandi nei vari PN del Trentino. Per i dirigenti medici, attuali, se si tratta di mobilità, nelle valli, sia mantenuta quella volontaria retribuita adeguatamente. Adeguamento previsto dagli ultimi decreti ministeriali.

 

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Dr. Nicola Paoli
Segretario SMI Trentino

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