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RCC * FUSARO: « IL CAPITALISMO VUOLE TRASFORMARCI TUTTI IN MIGRANTI APOLIDI SENZA RADICAMENTO, LA SINISTRA DI OGGI È TUTTO CIÒ CONTRO CUI MARX E GRAMSCI HANNO COMBATTUTO »

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11.29 - mercoledì 23 gennaio 2019

Fusaro: “Il capitalismo vuole trasformarci tutti in migranti apolidi senza radicamento. La sinistra di oggi è tutto ciò contro cui Marx e Gramsci hanno combattuto. Il guaio è che le sinistre oggi pensano di essere la soluzione, invece sono il problema. I loro intellettuali di riferimento sono il bardo cosmopolita Saviano e il demofobo Scalfari”.

Il filosofo Diego Fusaro è intervenuto ai microfoni de “L’Italia s’è desta” condotta da Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.

Sull’incidente diplomatico Italia-Francia. “E’ evidente che la Francia abbia responsabilità enormi per quanto riguarda le migrazioni dall’Africa –ha affermato Fusaro-. D’altro canto tutti sappiamo che se la maggior parte dei migranti che arriva dall’Africa parla francese, ciò non dipende certo che abbiano fatto l’erasmus in Francia.

E’ la storia del colonialismo che si trascina essenzialmente fino ad oggi. La questione del franco Cfa in Africa è la prova di quanto il colonialismo sia persistente in quei Paesi. Dire tuttavia, come è stato detto, che la responsabilità sia tutta francese è unilaterale, è una forma di deresponsabilizzazione. Non solo perché anche l’Italia ha svolto un ruolo nelle pagine più oscene della storia del ‘900 per quanto riguarda il colonialismo, anche se in forme più piccole, ma poi anche perché nella storia più recente, quando nel 2011 venne destituito Gheddafi tramite un’operazione di imperialismo etico e di bombardamento umanitario, non fu solo la Francia al servigio dell’imperialismo ma fu anche l’Italia che partecipò a quelle operazioni oscene di invasione, nonostante fosse amica di Gheddafi fino al giorno prima.

Anzitutto bisogna decostruire questa narrativa edulcorante secondo cui c’è un occidente democratico e buono e poi ci sono dittatori, che poi guarda caso coincidono sempre con politiche che non sono allineate con l’occidente stesso. Tutto per legittimare poi il bombardamento e l’invasione dello Stato prescelto. Io non penso che queste categorie funzionino. Non so se Gheddafi fosse un dittatore o meno, so che è stato lì per anni con l’appoggio dell’occidente, poi è diventato un dittatore da abbattere quando ha cominciato a portare avanti politiche anti-colonialistiche e addirittura pensava ad una moneta unica africana. Gli Usa sono certamente più pericolosi del dittatore Gheddafi e anche del dittatore di turno della Corea del Nord. Le due bombe atomiche le hanno sganciate gli americani e non la Corea del Nord, Dresda l’hanno rasa al suolo gli americani, i 500mila morti cagionati in Iraq li hanno prodotti gli Usa definendo ciò un male necessario”.

Sui migranti e la frase ‘aiutiamoli a casa loro’. “Alla luce delle vicende storiche dell’occidente dall’800 ad oggi è meglio se l’occidente a casa degli africani non ci vada più, perché ogni volta che ci va succede una tragedia. Significa colonialismo, violenza, morte. Se l’occidente cominciasse a rimanere a casa propria una volta per sempre sarebbe un bene per tutti. E’ bene che l’occidente cominci ad esempio a smettere di bombardare i Paesi africani, a smettere di sfruttare le risorse africane, a smettere di creare lo scompiglio in quelle aree.

Bisogna lasciare che i Paesi africani si autodetermino. Per evocare una parola oggi molto in auge, il razzismo è essenzialmente quello di chi propone questa concezione di un’Africa arretrata e retrograda che non vede l’ora, tramite i suoi abitanti, di giungere all’occidente superiore per natura e cultura e bisogna fare in modo che questo passaggio avvenga tramite navi private e tramite l’immigrazione di massa. Questa è una visione schiettamente razzista perché presuppone che ci siano popoli superiori, quelli europei, e popoli inferiori, quelli africani, che devono rieducarsi passando all’Europa. Penso che questa narrazione sia alla base di larga parte dell’odierno colonialismo chiamato pudicamente immigrazione di massa. Il capitalismo oggi ama i migranti non perché voglia integrarli, ma perché vuole ridurre l’umanità tutta ad uno sciame di migranti apolidi senza radicamento. Quando parliamo di ‘risorse’ stiamo valorizzando non esseri umani ma in realtà degli schiavi.

La risorsa è qualcosa che ha valore non in sé ma in riferimento a chi la utilizza. E’ ancora più sfacciato dire che i migranti ci pagano le pensioni. Mi state dicendo che noi stiamo deportando migranti dall’Africa perché ci paghino le pensioni? E’ una cosa disgustosa, se così fosse sarebbe schiavismo e colonialismo allo stato puro”.

Sul reddito di cittadinanza. “Il reddito di cittadinanza non è buono in assoluto, ma è buono come misura temporanea per dare fiato e ossigeno alle classi oppresse che hanno il problema materiale di come arrivare a fine mese. Il reddito di cittadinanza è una forma di welfare che finalmente torna ad essere fatta a beneficio delle classi deboli e non dei banchieri come coi precedenti governi. Il vero rischio del reddito di cittadinanza non è tanto quello di favorire gli oziosi, ma è il fatto che si è costretti ad accettare la terza offerta di lavoro e il paradosso è che questo può diventare un metodo di governo, di disciplina dei lavoratori. Se tu sei sposato e abiti a Palermo e ti viene proposto di andare a Trieste, capite bene gli effetti tragici che questo può portare. Lo sradicamento capitalistico, il vivere tutti alla stregua dei migranti. Se è così vedo davvero dei pericoli”.

Alternativa al capitalismo? “Kafka dice: via di qui, questa è la mia meta. Via dalla gabbia del capitalismo, verso possibili piste di emancipazione che rivalorizzino l’umano in forme precise, non penso ci sia un modello a tavolino in cui ingabbiare la realtà. Il capitalismo nega l’umano, l’umano deve negare il capitalismo se vuole continuare ad esistere e possibilmente in forme che ne realizzino le potenzialità ontologiche”.

La sinistra è contro Fusaro perché porta il Marxismo a destra. “E’ una critica superficiale. Io non sono mai stato di destra in vita mia. Ai tempi del liceo avevo certamente una provenienza e un’ispirazione culturale più left oriented. Oggi sono fuori da queste categorie. La sinistra oggi è tutto ciò contro cui Marx e Gramsci hanno combattuto.

Negli ultimi 20 anni ogni conquista della sinistra è stata una sconfitta nel sangue delle classi lavoratrici. Quando il capitalismo festeggiava le sue vittorie c’era Mitterand in Francia, Blair in Gran Bretagna, D’Alema in Italia. Vinceva il capitalismo con la sinistra e perdevano i lavoratori. Certo, se continuiamo a utilizzare le sintassi di Marx, Gramsci e Lenin e non quelle divenute orientamento per l’odierna sinistra, cioè Roberto Saviano, il bardo cosmopolita; o Eugenio Scalfari, il demofobo del protocalco La Repubblica, è chiaro che debbono diffamare perché la confutazione presuppone che ci sia uno spazio socratico in cui dialogare, l’insulto invece no perché è come dare un cazzotto in faccia, seppur nella forma verbale.

Il guaio è che le sinistre oggi pensano di essere la soluzione, invece sono il problema. Quando il sinistro Marattin dice che sono sciocchezze quelle del colonialismo odierno in Francia e che in realtà i francesi aiutano gli africani, capite bene che siamo al paradosso di una sinistra che è divenuta la docile serva dell’imperialismo colonialistico”.

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