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RAI – RADIO2 * “I LUNATICI”: VITTORIO FELTRI: « LE EDICOLE SONO QUASI TUTTE CHIUSE, I QUOTIDIANI NON VENDONO PIÙ LE COPIE DI UN TEMPO E LE VENDITE SI SONO FRANTUMATE »

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03.08 - venerdì 2 dicembre 2022

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –

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Da I Lunatici https://www.raiplay.it/programmi/ilunatici

Vittorio Feltri è intervenuto ai microfoni di Rai Radio2 nel corso del format “I Lunatici”, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, in diretta dal lunedì al venerdì notte dalla mezzanotte alle quattro, live anche su Rai 2 tra l’una e un quarto e le due e venti circa.

Feltri ha parlato un po’ di se: “Come sto? Sono vivo e questo è già un bel successo. Sono stato risparmiato dal Covid, ho fatto quattro vaccini, sono riuscito a sopravvivere e questo è già un risultato molto importanti. Come ho iniziato a fare il giornalista? Da bambino non volevo andare all’asilo, i miei mi hanno tenuto a casa, avevo una zia che disturbavo ogni cinque minuti perché volevo leggere i giornali ma non sapevo leggere. Andavo da lei ad ogni parola, con pazienza mi ha insegnato a leggere e scrivere è stato il passo successivo. Da quel momento ho pensato che avrei fatto il giornalista e sono stato di parola con me stesso. Il primo articolo lo scrissi per ‘L’eco di Bergamo’, feci un pezzo su un regista bergamasco, Olmi, che poi è diventato importantissimo. Poi sono stato assunto a ‘La notte’, ho lasciato un posto fisso in un ente pubblico dell’amministrazione provinciale per fare il giornalista. Ho lasciato il posto fisso e pubblico per andare a fare il giornalista. Ero un impiegato, mi sono licenziato. Poteva sembrare una stupidaggine ma sentivo la voglia di fare un altro mestiere. Il lavoro dell’impiegato non appassionava, sono stato il precursore dei fannulloni, non facevo molto nel mio ufficio. Ero talmente scontento che non riuscivo a impegnarmi. Poi invece da giornalista mi sono impegnato”.

Ancora Feltri: “I quotidiani non vendono più le copie di un tempo, le vendite si sono frantumate, di settimanali ne sono rimasti pochi, le aziende incassano poco e pagano poco, quindi questo lavoro è diventato poco attraente. Siamo in una crisi profonda, oggi sconsiglierei ad un ragazzo di intraprendere la strada del giornalismo, perché non ha sbocchi. A un giovane che oggi decidesse di abbandonare un posto fisso per fare il giornalista lo sconsiglierei con modi bruschi. Le edicole son quasi tutte chiuse. Questo rattrista, ma il mondo è cambiato, ma dobbiamo adattarci alla realtà. Rapporto con i social? Ogni tanto uso twitter, ma niente di più. Mi parlano tutti di Instagram, ma qualcosa segue la mia segretaria. Io neanche guardo. Non so neanche usare bene il telefonino. Sono vecchio”.

Sul primo amore: “Il rapporto con le donne? Se piaccio, non me ne sono mai accorto. Sono sposato con una donna che mi ha salvato la vita. Siamo sposati da 55 anni. Qualche distrazione me la sono presa anche io, come tutti. Non si è trattato di tradimenti autentici ma di diversificazioni. Il tradimento autentico è quando uno si innamora, lascia la moglie e i figli, va da un’altra parte. Sono cose che bisogna evitare perché non servono. Io queste cose le ho sempre evitate e sono ancora con mia moglie, con la quale mi trovo benissimo. Il primo amore? Giovanissimo, alle medie avevo vinto un concorso con un tema. Mi avevano costretto ad andare anche nelle aule femminili, perché all’epoca non esistevano le classi miste. Mi sono messo a leggere il tema a queste ragazze, tutte applaudivano entusiaste, tranne una, che sembrava annoiata. Era bellissima, si chiamava Maria Luisa. Me ne innamorai, fu la mia prima volta. Abbiamo fatto anche scherma insieme, poi lei è andata all’università, io lavoravo. Mi sono laureato anche io in scienze politiche, ma si tratta di un cortese omaggio che mi hanno fatto. Gli esami li sostenevo in un modo ridicolo. Chiacchieravo del più e del meno. Se mia moglie ha mai scoperto le diversificazioni? Qualche volta sì, mi ha beccato e si è anche molto arrabbiata”.

Sulla morte: “Ci penso spesso, anche perché sono vecchio. Ho 79 anni. Guardo tutti i giorni i necrologi e dopo i 75 76 anni i morti fioccano che è una meraviglia. Dopo la morte non c’è assolutamente niente. Quelli che parlano del paradiso mi fanno sorridere. Pensi a quanti miliardi di persone si ritroverebbero in paradiso. E poi cosa si fa in paradiso? Si fanno tutto il giorno le lodi al signore. E’ una cosa che io voglio evitare. In paradiso non conoscerei nessuno. Preferirei l’inferno”.

 

 

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