(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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Vorremmo iniziare citando il nostro Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: “La Costituzione ci ricorda che tutte le confessioni religiose sono libere davanti alla legge, a condizione che non contrastino con l’ordinamento giuridico italiano. La libertà religiosa è uno dei pilastri della convivenza, riconosciuto anche dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo delle Nazioni Unite”.
A seguito di ciò, è essenziale notare che l’Islam è la seconda religione in Italia, tuttavia manca una rappresentanza nazionale ufficialmente riconosciuta. L’assenza di una legge specifica implica che la comunità musulmana non sia ufficialmente riconosciuta dallo Stato italiano e che non vi sia alcuna intesa formale. Questo non è solo un problema di forma, ma sostanziale; per stipulare un’intesa, è necessaria un’organizzazione unitaria come controparte. Pertanto, ci poniamo la domanda: chi può legittimamente parlare a nome dei musulmani in Italia? Fino a quando non otterremo una risposta chiara a questo interrogativo, qualsiasi tentativo di intesa sarà impraticabile.
In aggiunta, oltre ad avere un impatto sulle relazioni con lo Stato italiano, la mancanza di istituzioni riconosciute e condivise all’interno della comunità islamica porta ad un ulteriore rischio: la possibilità che chiunque si autoproclami ‘imam’ e apra una moschea in una casa privata, diffondendo un Islam radicale. A questo proposito, abbiamo letto sulla stampa di questi giorni dichiarazioni fatte da un consigliere comunale eletto nell’attuale maggioranza di centro-sinistra, Omar Korichi, che, come riportato dagli stessi giornali, non è nuovo a simili comportamenti radicali ed estremisti. La nostra posizione è in linea con quella del Papa Francesco, che nel suo messaggio per la fine del Ramadan, mese sacro del digiuno islamico, inviato al network televisivo Al Arabiya, ha invocato la pace: “Sono angosciato per il conflitto in Palestina e Israele: cessi subito il fuoco nella striscia di Gaza, dove è in corso una catastrofe umanitaria…”.
Inoltre, riteniamo che una possibile intesa con l’Islam debba includere, tra le altre cose, la condanna delle mutilazioni genitali femminili e un impegno condiviso per eliminarle, il pieno rispetto della libertà religiosa senza coercizione, la parità di diritti tra uomini e donne, la condanna degli abusi come i matrimoni forzati e il riconoscimento della libertà di espressione, incluso il diritto alla satira nei confronti della religione.
Non richiediamo all’Islam nulla di più di quanto richiesto ad altre fedi. Tuttavia, fintanto che non vi sarà chiarezza su chi possa legittimamente rappresentare la comunità musulmana in Italia, riteniamo che qualsiasi altra azione, come finanziamenti per l’acquisto e il recupero di immobili al fine di realizzare un centro islamico a scuola per giovani e adulti, non debba essere promossa.
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Sezione PATT Rovereto – Remo MARKT
Presidente Federico Masera
Segretario Michele Trentini