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OPENPOLIS * PNRR E POLITICHE SOCIALI: « FONDI PER I “SENZA TETTO”, AL TOP LOMBARDIA (68,5 MILIONI) E LAZIO (56,6 MLN) / 18MO IL TRENTINO (1 MILIONE E 800 MILA EURO) »

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09.19 - lunedì 10 luglio 2023

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota inviata all’Agenzia Opinione) –

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Housing temporaneo e stazioni di posta per persone senza fissa dimora. Secondo Istat, erano oltre 96mila le persone senza tetto e senza fissa dimora in Italia nel 2021. Il 13,3% di questi soggetti non raggiunge la maggiore età. I fondi Pnrr stanziati per i senza tetto ammontano a 450 milioni di euro. Ma ne sono stati assegnati 405 milioni.

La regione che riceve più fondi è la Lombardia, seguita da Lazio, Emilia Romagna e Campania. Un’altra fascia di popolazione particolarmente vulnerabile e che necessita di tutele è quella dei senza tetto e senza fissa dimora. Parliamo di quasi 100mila persone distribuite su tutto il territorio nazionale ma che si concentrano soprattutto nelle grandi città.

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Alcuni soggetti scelgono deliberatamente di fare una vita da clochard. Ma nella stragrande maggioranza dei casi è più probabile che ci siano altri fattori che conducono a questa situazione. Tra questi, uno dei più rilevanti è certamente la perdita del lavoro che può portare a un rapido peggioramento delle condizioni socio-economiche. Non devono poi essere trascurati altri fattori di marginalità, come ad esempio l’avere una cittadinanza diversa da quella italiana o problemi di natura sanitaria o psicologica.

Queste persone sono particolarmente fragili e devono quindi essere aiutate. Per questo motivo nel Pnrr è prevista una quota di risorse in loro favore.

450 milioni € le risorse del Pnrr stanziate a favore delle persone senza fissa dimora.

Anche per tale investimento però non tutte le risorse stanziate sono state effettivamente assegnate ma in questo caso il disavanzo è piuttosto ridotto. I fondi residui infatti sono meno di 50 milioni.

Anche in questo capitolo approfondiremo più nel dettaglio che cosa si intende finanziare con queste risorse. Successivamente vedremo quanti sono e dove si trovano i senza tetto nel nostro paese. Infine analizzeremo più nel dettaglio come si distribuiscono le risorse del Pnrr sul territorio.

Cosa prevede il Pnrr per i senza tetto – La terza misura del Pnrr che analizziamo in questo report è dedicata alle persone senza tetto e senza fissa dimora ed è denominata “Housing temporaneo e stazioni di posta”. L’obiettivo di questo investimento è quello di aiutare tali soggetti a trovare una sistemazione temporanea, soprattutto nei periodi più difficili dell’anno come quello invernale. Ciò potrà avvenire attraverso la costruzione di appartamenti per piccoli gruppi o famiglie e allo stesso tempo offrendo servizi integrati volti a promuovere l’autonomia e l’integrazione sociale.

Con il Pnrr si punta non solo a offrire assistenza ai senza tetto ma anche ad avviare percorsi per il loro reinserimento sociale. Come abbiamo già visto con la prima misura, anche questo investimento può essere suddiviso in più sottovoci. Sono due in questo caso. La prima è dedicata all’housing temporaneo in cui i comuni, singoli o in associazione, potranno mettere a disposizione appartamenti per un periodo di tempo massimo di 24 mesi. Oltre a ciò dovranno essere attivati servizi personalizzati al fine di innescare un progetto di sviluppo del singolo o del gruppo per raggiungere una maggiore autonomia socio-economica.

La seconda sottomisura invece dedica fondi alla realizzazione delle cosiddette stazioni di posta. Ovvero centri che, oltre a un servizio di accoglienza notturno, potranno offrire anche altri servizi come cure mediche, distribuzione di generi alimentari e orientamento al lavoro.

È interessante notare che in questo caso è lo stesso Pnrr a indicare esplicitamente che questo investimento vedrà un coinvolgimento diretto, oltre che dei comuni, anche del mondo del terzo settore. Nelle attività saranno coinvolte le associazioni di volontariato, specializzate nei servizi sociali, attraverso una stretta collaborazione con le pubbliche amministrazioni.

Piano nazionale di ripresa e resilienza – Al fine di avviare percorsi che consentano l’uscita dalla marginalità e il progressivo accesso al mercato del lavoro, aumentando le possibilità di emancipazione sociale, il Pnrr prevede per questa misura anche il coinvolgimento diretto dei centri per l’impiego presenti sul territorio.

Quante sono le persone senza tetto e senza fissa dimora in Italia – Informazioni su quanti siano le persone senza tetto e senza fissa dimora in Italia ci vengono fornite anche in questo caso da Istat, grazie al censimento permanente della popolazione e delle abitazioni. I cui dati più recenti disponibili attualmente fanno riferimento all’anno 2021.

96.197 le persone senza tetto e senza fissa dimora in Italia nel 2021. Il 68% di questi soggetti è rappresentato da uomini (65.407) mentre il resto (30.790) da donne. A livello regionale, è il Lazio a ospitare il maggior numero di senza tetto sul proprio territorio. Parliamo di 24.049 persone (pari al 25% del totale). La Lombardia è l’unica altra regione sul cui territorio vivono più di 10mila senza tetto (16.346). Numeri significativi anche in Piemonte (8.766), Campania (7.828) e Puglia (7.655).

La maggior parte dei senza dimora si trova nei grandi centri urbani. Spingendo l’analisi a livello comunale invece è l’area di Roma Capitale ad ospitare il maggior numero di senza tetto. Si tratta di 22.182 persone, quasi tutte quelle presenti nel Lazio. Seguono Milano (8.541 persone), Napoli (6.601) e Torino (4.444). Questo dato evidenzia come i senza tetto tendano a concentrarsi nei grandi centri. Questo perché probabilmente vi è la speranza di andare incontro a maggiori opportunità di lavoro ma anche a servizi di assistenza più strutturati. Nelle grandi città inoltre è più probabile riuscire a trovare ripari, anche di fortuna, per la notte.

Non mancano però casi particolari. Tra i primi 15 territori per numero di senza tetto presenti infatti troviamo anche Foggia (3.521), Crotone (997), Sassari (953) e Marsala (722). Realtà non di grandissime dimensioni e del meridione dove il numero di senzatetto non raggiunge i livelli delle città principali ma la cui presenza non deve comunque essere sottovalutata. Anche alla luce del fatto che, come noto, le aree del mezzogiorno sono più deprivate dal punto di vista economico. Quindi anche con possibilità più limitate di aiutare questi soggetti. Da questo punto di vista quindi i fondi del Pnrr rappresentano un’opportunità importante.

A Roma oltre 22mila senza tetto
Persone senza fissa dimora e senza tetto presenti nei comuni italiani in base alla registrazione nelle anagrafi comunali (2021)

In base alla metodologia stabilita dall’istituto nazionale di statistica, il campo di osservazione è composto dalle persone senza fissa dimora che hanno stabilito nel comune il proprio domicilio (articolo 2, comma 3 della legge 24 dicembre 1954, n. 1228) e dalle persone senzatetto che non hanno alcun domicilio, iscritte in anagrafe presso un indirizzo fittizio o presso un indirizzo reale facente capo ad un’associazione o comunque utilizzato dal comune per l’iscrizione in anagrafe delle persone senza tetto e senza fissa dimora. I dati delle province di Campobasso e Isernia devono intendersi riferite all’intera area regionale del Molise.

Tra queste persone poi una fascia particolarmente vulnerabile è quella dei minori. Ragazze e ragazzi che, spesso senza nessuna colpa, si ritrovano a vivere in situazioni estreme di disagio economico e marginalità sociale. In base alle rilevazioni dell’Istat, i minori senza tetto e senza fissa dimora nel 2021 erano 12.793 su tutto il territorio nazionale. 13,3% le persone senza fissa dimora con non raggiungono la maggiore età in Italia secondo Istat nel 2021.

Questi giovani si concentrano per quasi la metà (il 44%) nelle tre principali città italiane. Anche in questo caso specifico è Roma ad ospitarne il maggior numero. Parliamo di 3.186 ragazze e ragazzi, in pratica un giovane senzatetto su quattro. Se rapportati ai residenti con meno di 18 anni, sono 0,73 ogni 100 bambini e ragazzi che vivono nella capitale.

Quasi 1.400 vivono a Milano (0,67 ogni 100 minori), mentre a Napoli sono circa mille (0,65). Situazioni queste che devono essere tenute accuratamente sotto controllo. Mettendo in campo non solo misure assistenziali temporanee ma anche politiche volte all’inclusione sociale.

La spesa dei comuni per il contrasto all’esclusione sociale – Come abbiamo visto, le situazioni di marginalità sociale che possono sfociare anche nella perdita di un domicilio sono molteplici e complesse. Per questo è importante intervenire per sostenere queste persone particolarmente fragili.

Anche i comuni possono fare molto in questo senso attraverso una specifica voce di spesa contenuta nel proprio bilancio. Sono uscite dedicate al sostegno di persone che possono trovarsi in situazioni molto diverse tra loro. Rientrano in questa categoria anche i senza tetto e senza fissa dimora e più in generale le persone a basso reddito o indigenti.

In questa voce sono considerate le uscite per vitto, alloggio e indennità di denaro. Sono anche incluse tutte le spese relative alla gestione di strutture e servizi per la riabilitazione e l’inclusione di chi è a rischio di esclusione sociale. 17,33 euro pro capite, la spesa media dei comuni italiani a sostegno delle persone a rischio di emarginazione sociale.

Generalmente a spendere di più in questo senso sono le amministrazioni del mezzogiorno. In particolare quelle sarde (44,67), seguite da quelle lucane (41,41) e siciliane (40,14). Tutte le regioni del sud registrano mediamente degli importi superiori rispetto a quelle del nord. Al contrario, si riportano valori medi inferiori per i comuni del Piemonte (7,03 euro pro capite), della Valle d’Aosta (6,31) e della provincia autonoma di Bolzano (2,63). Carunchio, in provincia di Chieti, è il comune italiano che spende di più per le persone più marginalizzate con 1.936,4 euro pro capite. Seguono Camini (Reggio Calabria, 1.746,93), Bellosguardo (Salerno, 1.374,04) e Sant’Angelo a Scala (Avellino, 1.218,73).

Le amministrazioni del sud spendono mediamente di più per il contrasto all’esclusione sociale – La spesa pro capite per le politiche per il contrasto dell’emarginazione sociale nei comuni italiani (2021). I dati mostrano la spesa per cassa per gli interventi per soggetti a rischio di esclusione sociale. Spese maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Da notare che spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa. Le uscite di una missione o di un programma possono essere relative a più assessorati. Alla data di scarico, non per tutti i comuni italiani risultano disponibili i bilanci consuntivi 2021.

Restringendo il campo di analisi alle città italiane con più di 200mila abitanti, possiamo osservare che il comune che spende di più è Bologna dove nel 2021 si sono spesi 98,48 euro pro capite per la riduzione del rischio di esclusione sociale. Tra le altre grandi città seguono Messina (68,72), Roma (63,11) e Venezia (56,95).

Tra le grandi città Bologna spende di più contro l’esclusione sociale. Spesa pro capite per interventi per soggetti a rischio di esclusione sociale nelle città con più di 200mila abitanti (2021). I dati mostrano la spesa per cassa per gli interventi per soggetti a rischio di esclusione sociale. Spese maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Da notare che spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa. Le uscite di una missione o di un programma possono essere relative a più assessorati. Tra le città italiane con più di 200mila abitanti non sono disponibili i dati di Palermo perché alla data di pubblicazione non risulta accessibile il bilancio consuntivo 2021.

Sono invece tre i comuni che spendono meno di 20 euro pro capite. Si tratta di Trieste (17,67), Firenze (16,08) e Bari (3,82). Come si distribuiscono i fondi del Pnrr. Come abbiamo visto nei precedenti capitoli, anche in questo caso i progetti selezionati non sono stati sufficienti ad assorbire tutte le risorse Pnrr messe a disposizione. 405 milioni € le risorse del Pnrr per i soggetti senza tetto e senza fissa dimora effettivamente assegnate a comuni e Ats.

Tra i 484 progetti selezionati, 262 rientrano nella categoria di interventi dedicati all’housing temporaneo per un valore complessivo di circa 177,9 milioni di euro. Gli altri 222 invece sono dedicati alle stazioni di posta per un ammontare di circa 227,1 milioni. Le prime quattro regioni che ricevono più risorse sono le stesse dell’investimento sulla disabilità. Al primo posto infatti ritroviamo la Lombardia (circa 68,5 milioni per 87 progetti totali) seguita da Lazio (56,6 milioni, 63 progetti), Emilia Romagna (35,5 milioni, 44 progetti) e Campania (35 milioni, 42 progetti). Tra le altre regioni che ricevono più fondi invece in questo caso troviamo Toscana (34,5 milioni, 41 progetti), Piemonte (28,8 milioni, 33 progetti) e Sicilia (27,6 milioni, 32 progetti).

Senza dimora, alla Lombardia oltre 68 milioni dal Pnrr. I fondi Pnrr a favore delle persone senza tetto e senza fissa dimora per ogni regione. Anche in questo caso l’importo dei singoli progetti è molto variabile. Si passa infatti da un intervento di 150mila euro a ben 195 progetti a cui è stato assegnato oltre un milione di euro. La maggior parte degli interventi però in questo caso (240) sono finanziati con un ammontare di 710mila euro.

Con il codice Cup accedendo al portale Open Cup è possibile ottenere maggiori dettagli su cosa prevedono i progetti selezionati. Maggiori informazioni sulla conformazione degli Ats invece sono disponibili nell’apposita sezione del sito del ministero del lavoro e delle politiche sociali. L’Ats singolo che riceve più fondi è di nuovo quello di Roma Capitale a cui vanno complessivamente 16,2 milioni di euro di cui 6,4 per l’housing temporaneo e 9,8 per le stazioni di posta. Al secondo posto troviamo Torino e Napoli (5,4 milioni), seguite da Milano (4,3 milioni).

Senza tetto, a Roma oltre 16 milioni di fondi Pnrr. Gli Ats che ricevono più fondi Pnrr per le politiche a favore delle persone senza tetto e senza fissa dimora. È interessante notare che in questo caso i primi 4 Ats coincidono sostanzialmente con il territorio del comune di riferimento. Principio che vale anche per il comune di Firenze. Questa configurazione nel caso in esame appare particolarmente calzante dato che è proprio nei principali centri urbani del paese che si concentra la quota più alta di senza dimora.

Lo stato dell’arte – Non sono presenti scadenze a breve termine per quanto riguarda questa misura in particolare. Il primo appuntamento di rilevanza europea infatti risaliva al 2021 e prevedeva l’entrata in vigore del piano operativo che avrebbe dovuto definire i requisiti dei progetti che potevano essere presentati dagli enti locali oltre alla pubblicazione dell’invito a presentare proposte.

Questo passaggio è stato portato a compimento con la pubblicazione del decreto direttoriale 450/2021 da parte del ministero del lavoro e delle politiche sociali. In base alla già citata relazione del governo per il parlamento sullo stato di attuazione del Pnrr, ad oggi risultano sottoscritte 339 convenzioni tra enti ministeriali e distretti sociali. Di queste 185 fanno riferimento all’housing temporaneo e 154 alle stazioni di posta. La prossima scadenza anche in questo caso è fissata nel primo trimestre del 2026, nella fase conclusiva del piano. Il target prevede il supporto per almeno 6 mesi di un minimo di 25mila persone che vivono in condizioni di grave deprivazione materiale.

 

Il nostro osservatorio sul Pnrr – Questo articolo rientra nel progetto di monitoraggio civico OpenPNRR, realizzato per analizzare e approfondire il piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Ogni lunedì pubblichiamo un nuovo articolo sulle misure previste dal piano e sullo stato di avanzamento dei lavori (vedi tutti gli articoli). Tutti i dati sono liberamente consultabili online sulla nostra piattaforma openpnrr.it, che offre anche la possibilità di attivare un monitoraggio personalizzato e ricevere notifiche ad hoc. Mettiamo inoltre a disposizione i nostri open data che possono essere riutilizzati liberamente per analisi, iniziative di data journalism o anche per semplice consultazione.

 

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Foto: Unsplash Mihály Köles

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