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OPENPOLIS * INQUINAMENTO: « NEL 2021 IL 33% DELLE EMISSIONI DI CO2 È ATTRIBUIBILE AI TRASPORTI, LE AUTO DIESEL EMETTONO 167 GRAMMI DI CO2 AL KM »

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08.27 - sabato 16 dicembre 2023

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –

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Un terzo dell’anidride carbonica rilasciata nell’atmosfera è attribuibile ai trasporti, in particolare quelli su strada. È cruciale accelerare la decarbonizzazione del settore, oggi ancora insufficiente. Nel 2021 il 33% delle emissioni di Co2 è attribuibile ai trasporti. Il 93% proviene dai trasporti su strada. Le auto diesel emettono 167 grammi di Co2 al chilometro. Negli ultimi decenni in Italia come nel resto d’Europa il rilascio di gas climalteranti nell’atmosfera si è progressivamente ridotto. Tuttavia il 2021 ha registrato valori più elevati rispetto a quelli del 2019, prima del calo prodotto dallo scoppio della pandemia. Come rileva l’istituto per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), le emissioni registrate nel 2021 sono state ben 11 milioni di tonnellate al di sopra del limite prestabilito. Questo gap potrebbe oltretutto aumentare nei prossimi anni: le previsioni per il 2030 sono tutt’altro che positive.

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Non possiamo evitare ma sicuramente minimizzare i danni causati dall’innalzamento delle temperature, ormai destinate a superare la soglia dei 2 gradi centigradi fissata dagli accordi di Parigi. Per farlo è necessario investire maggiormente nella decarbonizzazione. Uno dei settori più critici da questo punto di vista è quello dei trasporti, che negli anni ha ridotto in modo limitato le sue emissioni di gas a effetto serra e che in proporzione ha un peso sempre maggiore.Un terzo della Co2 è emessa dai trasporti
I veicoli sono imprescindibili nelle società odierne. Essi permettono lo spostamento di persone e di merci, aumentando la qualità della vita e favorendo lo scambio, la ricchezza e una generale apertura. Tuttavia come afferma la European environmental agency (Eea), i sistemi di spostamento attuali non sono sostenibili.

I trasporti sono il settore più inquinante dopo l’energia. Dopo l’energia, i trasporti sono il principale ambito per generazione di emissioni inquinanti. Come rileva il ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili (Mims), essi contribuiscono (con l’esclusione di aviazione e trasporto marittimo internazionale) per più di un quarto del totale. La quota sale ulteriormente, oltre il 30%, se consideriamo soltanto l’anidride carbonica, che da sola costituisce quasi il 99% delle emissioni prodotte dai veicoli (e l’80% circa mediamente in tutti i settori).

Grazie ai dati dell’Eea, possiamo ricostruire il peso di tutto il settore, comprensivo anche di aviazione domestica e trasporto marittimo. Insieme, i trasporti costituiscono il 31% delle emissioni totali di Co2, una quota in aumento. 102,2 milioni di tonnellate la Co2 prodotta dai trasporti nel 2021. Calano lievemente le emissioni di Co2 dei trasporti, ma aumenta l’incidenza. Le emissioni di Co2 causate dai trasporti in Italia, in termini assoluti e in rapporto al totale (1990-2021)

 

I dati si riferiscono alle emissioni totali di Co2 del settore dei trasporti, che comprende: aviazione domestica, trasporto su strada, trasporto ferroviario, trasporto marittimo domestico e la categoria residuale “altro”. Si considerano le emissioni in termini assoluti (migliaia di tonnellate) e in rapporto alle emissioni totali.

Come accennato, il contributo dei trasporti sul totale delle emissioni di Co2 è in aumento: all’inizio degli anni ’90 non arrivava al 25%, mentre nel 2021 era ormai pari a un terzo del totale.

In termini assoluti, le emissioni del settore hanno toccato un picco nel 2007 quando hanno superato i 128 milioni di tonnellate. Da allora hanno registrato un calo lieve ma più o meno costante, con una forte anomalia nel 2020 (in corrispondenza dello scoppio della pandemia, quando molti spostamenti si sono temporaneamente fermati e le emissioni di Co2 hanno raggiunto poco meno di 86 milioni di tonnellate). Nel 2021 siamo tornati sopra i 100 milioni di tonnellate, ormai vicini ai livelli pre-Covid.

La quasi totalità delle emissioni di anidride carbonica è dovuta al trasporto su strada. Questo da solo ha causato il rilascio di circa 95 milioni di tonnellate di Co2 nel 2021: quasi il 93% del totale. Molto inferiore invece il contributo del trasporto marittimo e dell’aviazione (l’Eea conteggia solo quella domestica) che ne costituiscono rispettivamente il 4% e l’1,7%. Del tutto irrisorio invece il peso del trasporto ferroviario, pari allo 0,1%.

L’Eea non disaggrega i dati per tipo di veicolo, ma il Mims riporta che nel 69% dei casi le emissioni del trasporto stradale (in questo caso si parla di gas serra in generale, non soltanto di Co2), sono attribuibili alle auto, che quindi da sole sono responsabili del 16% di tutte le emissioni.

Nonostante gli obiettivi europei prevedano una graduale decarbonizzazione dei trasporti (con una quota di alimentazione da fonti rinnovabili fino al 45%, entro il 2030), nel 2021 ancora circa il 90% dei consumi finali del settore risultava riconducibile ai prodotti petroliferi, secondo la ricostruzione del gestore servizi energetici (Gse). Specificamente, il 58% era alimentato a gasolio o diesel e il 21% a benzina.

Il diesel è, tra tutti, il tipo di alimentazione più inquinante, portando per ogni chilometro al rilascio di 167 grammi di Co2. Segue la benzina con 161 g/km. Più contenuti gli effetti del Gpl (gas di petrolio liquefatto) e delle varie tipologie di auto ibrida. L’unico tipo di vettura che non comporta emissioni è quello elettrico al 100%.

 

Oggi, in parte a causa di alcune sfide a livello tecnico come lo smaltimento e l’eventuale riciclo delle batterie al litio, le auto elettriche sono ancora poco diffuse nel nostro paese. Ma visto l’impatto crescente del trasporto su strada e l’urgenza della crisi climatica, occorre muoversi più rapidamente verso una progressiva decarbonizzazione del settore.

 

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Foto: Markus Spiske – licenza

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