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MASÈ (LA CIVICA) * LEGGE ELETTORALE – PREFERENZE GENERE: « AD OGGI L’ELETTORE PUÒ MA NON È OBBLIGATO A DARE 2 PREFERENZE, PER CUI LA MATEMATICA SULL’ALTERNANZA DI GENERE DECADE »

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04.49 - venerdì 29 ottobre 2021

La mia proposta di modifica della Legge elettorale provinciale che vuole portare le preferenze da due a tre, mantenendo l’attuale impostazione della preferenza di genere, sta scatenando una polemica che non accenna a placarsi. La sostituzione della doppia preferenza con un trio di possibili scelte, pur mantenendo l’alternanza di genere, ha sollevato le critiche di un mondo assai ideologizzato.

È però bene chiarire che, a tutt’oggi, l’elettore può ma non è obbligato a dare due preferenze, per cui tutta la matematica sull’alternanza di genere decade con quella che è una semplice possibilità e non una imposizione.

La mia proposta di Legge prevede che l’elettore possa esprimere seconda e terza preferenza, purché venga mantenuta l’alternanza, in maniera non dissimile dall’attuale Legge, consentendo semplicemente l’aggiunta di “una possibilità in più». Una scelta determinata anche dall’esperienza dei partiti territoriali, il cui successo passa gran parte dal lavoro fatto dai candidati, piuttosto che dal solo simbolo.

La stessa esigenza venne infatti espressa dal Patt, fino ad un mese fa co-firmatario con Paola Demagri come prima proponente del testo unificato, poi defilatosi per motivi probabilmente riconducibili a valutazioni legate ai rapporti tra le forze di minoranza “in ottica 2023”, e non certo per un cambio repentino di opinione sul merito della proposta.

Inoltre, quanti criticano la mia proposta di modifica, evidentemente dimenticano la legge n. 20 del 2016, recante disposizioni volte a garantire l’equilibrio nella rappresentanza tra donne e uomini nei Consigli regionali. Tale legge al comma 1 dell’articolo 1 recita: «Qualora la Legge elettorale preveda l’espressione di preferenze, […] sia consentita l’espressione di almeno due preferenze, di cui una riservata a un candidato di sesso diverso, pena l’annullamento delle preferenze successive alla prima».

La Legge nazionale infatti contempla proprio, con quel “almeno”, la proposta in discussione, che prevede la possibilità di dare tre preferenze. Inoltre, giova ricordare che il disegno di Legge che tra dieci giorni andrà in Aula, non è altro che la riproposizione del meccanismo che l’Italia usa per l’espressione del voto alle elezioni europee.

Proprio la pagina del Parlamento europeo – ufficio italiano- spiega che «è possibile (non obbligatorio) esprimere da uno a tre voti di preferenza per candidati compresi nella lista votata. Nel caso di più preferenze espresse, queste devono riguardare candidati di sesso diverso, pena l’annullamento della seconda e della terza preferenza».

ertanto, non risultano fondate le accuse mosse a me, alla proponente del Disegno di Legge, se non in una lettura ideologica, mistificata e strumentale delle stesse, a fronte di una cornice normativa nazionale in cui la possibilità di espressione della terza preferenza (fatta salva l’alternanza di genere), è ampiamente in uso e non contrastante con i principi della Legge 20 del 2016.

Il riconoscimento del giusto ruolo della donna deve avvenire attraverso un impegno corale e quotidiano, portato avanti dalle donne e dagli uomini anche nel loro ruolo educante delle giovani generazioni, non limitato a bandierine partitiche in politica, ma esteso a tutte le componenti della società.

 

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Vanessa Masè – Consigliera Provincia autonoma Trento (La Civica)

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