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ISTAT * PIL ITALIA: « LA REVISIONE DEI CONTI NAZIONALI ANNUALI HA CONFERMATO CHE L’INCREMENTO ACQUISITO PER IL 2021 È PARI AL 4,7%, SULLA BASE DEI PRIMI DUE TRIMESTRI »

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11.13 - lunedì 11 ottobre 2021

La crescita economica mondiale ha superato i valori antecedenti la crisi sanitaria e, in molti paesi, l’inflazione sta accelerando trainata dal significativo aumento dei listini dei prodotti energetici. La revisione dei conti nazionali annuali ha confermato che, in base ai dati dei primi due trimestri, l’incremento acquisito del Pil italiano per il 2021 è pari al 4,7%.

Ad agosto, si è registrata una lieve diminuzione congiunturale della produzione indu-striale, dopo due mesi consecutivi di crescita. La dinamica nella media del periodo giu-gno-agosto rimane significativamente positiva. La ripresa dei ritmi produttivi e dei consumi continua ad associarsi a un generale miglio-ramento delle condizioni del mercato del lavoro anche se, da luglio, si sono manifestate contenute riduzioni del numero di occupati e i primi segnali nella manifattura di un pos-sibile mismatch tra domanda e offerta.

A settembre, si è ridotto il divario con l’inflazione dell’area euro. L’indice armonizzato dei prezzi al consumo è cresciuto in termini tendenziali del 3,0%, in accelerazione rispetto al mese precedente. In presenza di un ulteriore miglioramento della fiducia delle famiglie, che ha raggiunto il valore più elevato dall’inizio della serie storica, la fiducia delle imprese mostra progressi accentuati nei servizi di mercato e in particolare nel turismo.

 

IL QUADRO INTERNAZIONALE
Lo scenario internazionale continua a essere caratterizzato da una ripresa economica eterogenea tra aree e paesi. Secondo le stime dell’OCSE, il Pil mondiale aumenterà del 5,7% quest’anno e del 4,5% nel 2022, so-stenuto dall’intonazione ancora espansiva delle politiche economiche. La crescita dell’economia mondiale ha superato i valori antecedenti la pandemia da Covid-19 e, in molti paesi, l’inflazione sta accelerando trainata dal significativo aumento dei listini dei prodotti energetici. La dinamica dei prezzi è stata particolarmente ac-centuata negli Stati Uniti dove il processo di normalizzazione della politica monetaria potrebbe iniziare già da novembre, ma anche nell’area euro l’inflazione è salita. L’accelerazione è stata marcata in Germania, in parte per effetto del confronto statistico con i dati della seconda parte del 2020, caratterizzati da una riduzione tem-poranea delle aliquote Iva. L’industria mondiale continua a risentire di alcune strozzature nella fornitura di pro-dotti intermedi che portano a crescenti difficoltà nell’organizzazione dei processi produttivi nelle catene globali del valore. Il commercio internazionale di merci in volume, a luglio, ha segnato una flessione congiunturale del-lo 0,9% (+0,7% a giugno) dovuta principalmente al calo degli scambi della Cina.

Il PMI sui nuovi ordinativi all’export continua a suggerire, tuttavia, una possibile ripresa della domanda globale nei prossimi mesi (Figura 1).
L’attività economica cinese sta mostrando progressivi segnali di raffreddamento: ad agosto, le vendite al det-taglio hanno subito una brusca frenata (-2,5% la variazione tendenziale, +8,5% a luglio) che si è accompa-gnata al rallentamento della produzione industriale (+5,3% da +6,4%). Le prospettive per l’economia restano incerte. A settembre, il PMI per l’attività manifatturiera ha subìto un’inattesa flessione, scendendo sotto la so-glia di 50, mentre l’indice per il settore servizi ha segnato un deciso miglioramento (a 53,2 da 47,5).

Per gli Stati Uniti, le stime diffuse dall’OCSE indicano il proseguimento di una fase di ripresa robusta dei ritmi produttivi (+6,0% nel 2021 e +3,9% nel 2022). Ad agosto, la produzione industriale è aumentata dello 0,4% in termini congiunturali (+0,8% a luglio) e le vendite al dettaglio dello 0,7%, risentendo dell’atteso calo delle ven-dite di auto (-3,6% m/m) che segue l’incremento del 10,7% osservato a luglio.

Secondo il quadro previsivo recentemente diffuso dall’OCSE, la dinamica del Pil dell’area euro dovrebbe as-sumere intensità simile a quella dell’economia statunitense (+5,3% e +4,6% nel 2021 e 2022). Nei mesi più re-centi, la ripresa dei ritmi produttivi si è accompagnata a un miglioramento delle condizioni del mercato del lavo-ro (il tasso di disoccupazione ad agosto è sceso a 7,5%) ma anche a un’accelerazione tendenziale dei prezzi (a settembre +3,4% da +3,0% di agosto), che ha toccato il massimo da novembre 2011. Dal lato dell’offerta, a luglio la produzione industriale è salita (+1,5% in termini congiunturali) riportando l’indice sui livelli pre-crisi.

Le prospettive per l’area restano favorevoli. L’indice composito di fiducia economica della Commissione euro-pea, Economic sentiment indicator (ESI), a settembre è cresciuto marginalmente (Figura 2), sintetizzando un miglioramento della fiducia nelle costruzioni e tra i consumatori e un peggioramento nei servizi e nel commercio al dettaglio. La fiducia delle imprese nell’industria è rimasta stabile. A livello nazionale, la fiducia è migliorata in Spagna e Germania ed è peggiorata in Francia e Italia.

A settembre, le quotazioni del Brent hanno continuato a salire, spinte dalla ripresa dell’economia mondiale in assenza di una contemporanea espansione dell’offerta di greggio. Il prezzo del petrolio è salito a 73,8 da 70,8 dollari al barile di agosto. Le attese di normalizzazione della politica monetaria degli Stati Uniti hanno mo-strato per ora solo marginali effetti sul cambio del dollaro che si è attestato in media, nonostante una certa vo-latilità giornaliera, a 1,18 dollari per euro a settembre, stabile rispetto alla media di agosto.

 

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