News immediate,
non mediate!
Categoria news:
OPINIONEWS

ISTAT * CONSUMI 2023: « 5,7 MILIONI DI POVERI ASSOLUTI (9,8%), SPESA MEDIA CRESCIUTA DEL 3,9% »

Scritto da
11.41 - lunedì 25 marzo 2024

 

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –

///

Resta stabile la povertà assoluta, la spesa media cresce ma meno dell’inflazione. Spesa delle famiglie in valori correnti ancora in aumento per l’inflazione. Nel 2023, secondo le stime preliminari, la spesa media mensile cresce in termini correnti del 3,9% rispetto all’anno precedente. In termini reali invece si riduce dell’1,8% per effetto dell’inflazione (+5,9% la variazione su base annua dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo), senza particolari differenze tra le famiglie più o meno abbienti.

Povertà assoluta familiare e individuale stabile

Secondo le stime preliminari, nel 2023, le famiglie in povertà assoluta si attestano all’8,5% del totale delle famiglie residenti (erano l’8,3% nel 2022), corrispondenti a circa 5,7 milioni di individui (9,8%; quota pressoché stabile rispetto al 9,7% del 2022). Invariata anche l’intensità della povertà assoluta a livello nazionale (9,7%).

In peggioramento l’incidenza della povertà assoluta individuale al Nord

Nel Nord, dove le persone povere sono quasi 136mila in più rispetto al 2022, l’incidenza della povertà assoluta a livello familiare è sostanzialmente stabile (8,0%), mentre si osserva una crescita dell’incidenza individuale (9,0%, dall’8,5% del 2022). Il Mezzogiorno mostra anch’esso valori stabili e più elevati delle altre ripartizioni (10,3%, dal 10,7 del 2022), anche a livello individuale (12,1%, dal 12,7% del 2022). Peggiora la condizione delle famiglie con p.r. lavoratore dipendente

L’incidenza di povertà assoluta è stabile all’8,2% tra le famiglie con persona di riferimento (p.r.) occupata (interessando oltre 1 milione 100mila famiglie in totale). Da segnalare, però, un peggioramento rispetto al 2022 della condizione delle famiglie con p.r. lavoratore dipendente: l’incidenza raggiunge il 9,1%, dall’8,3% del 2022, riguardando oltre 944 mila famiglie.

L’Istat diffonde le stime preliminari della povertà assoluta per l’anno 2023 insieme alle stime preliminari delle spese per consumi delle famiglie che, come noto, costituiscono la base informativa per gli indicatori della povertà assoluta. Sono infatti classificate come assolutamente povere le famiglie con una spesa mensile pari o inferiore a una soglia minima corrispondente all’acquisto di un paniere di beni e servizi considerato essenziale a garantire uno standard di vita minimamente accettabile nel contesto di riferimento e a evitare gravi forme di esclusione sociale. Le stime definitive saranno rese disponibili il 10 ottobre 2024 (Spese per consumi) e il 17 ottobre 2024 (Povertà). I dati nella presente nota sono pertanto suscettibili di revisioni.

Nel 2023 la spesa familiare in valori correnti cresce trainata dall’inflazione

La serie storica della spesa media mensile delle famiglie dal 2014 al 2023 (Figura 1), ricostruita secondo la nuova classificazione COICOP 2018 introdotta lo scorso anno, mostra come nel periodo considerato la spesa media delle famiglie sia cresciuta da 2.519 a 2.728 euro mensili, con un aumento in valori correnti dell’8,3%. L’aumento è stato più accentuato nel Mezzogiorno (+14,3%), dove la spesa è salita da 1.955 a 2.234 euro mensili, e nel Centro (+11,4%), dove è cresciuta da 2.651 a 2.953 euro mensili. Nel Nord, invece, l’incremento è stato del 4,5% (dai 2.837 euro mensili del 2014 ai 2.965 del 2023), ben al di sotto del dato nazionale. Al netto dell’inflazione, nel 2023, la spesa delle famiglie diminuisce in termini reali del 10,5% rispetto al 2014.

La serie mostra una sostanziale stabilità in valori correnti del fenomeno fino al 2017, quando si registra un aumento statisticamente significativo della spesa rispetto all’anno precedente (+1,5%), più forte nel Centro (+3,6%). Per la prima volta dal 2014, aumenta anche la disuguaglianza: il rapporto tra la spesa totale equivalente delle famiglie dell’ultimo quinto e quella delle famiglie del primo (S80/S20) sale a 5,1, a fronte del 4,8 degli anni precedenti.

Nel biennio successivo, la spesa media non evidenzia ulteriori significative variazioni, per effetto anche degli interventi di redistribuzione a sostegno del potere di acquisto delle famiglie, come l’introduzione, nel 2018, del Reddito di Inclusione (REI), e nel secondo trimestre del 2019 del Reddito e Pensione di Cittadinanza (RdC), che ha affiancato il REI fino al definitivo superamento di quest’ultimo. Nello stesso arco temporale, la disuguaglianza si riduce dapprima leggermente nel 2018, per poi stabilizzarsi, nel 2019, a 4,8.
Nel 2020, con l’insorgere dell’emergenza sanitaria legata alla pandemia, la spesa si contrae fortemente (-9,7%). La flessione, diffusa su tutto il territorio nazionale, risulta più intensa nel Nord (-10,5%). Nello stesso anno, la disuguaglianza scende a 4,7, valore più basso dell’intera serie storica, per lo più a causa degli effetti delle restrizioni introdotte a contrasto della pandemia, che hanno riguardato soprattutto i capitoli di spesa che pesano maggiormente sul bilancio delle famiglie più abbienti (mentre sono rimasti invariati solo i capitoli relativi alle spese per alimentari e abitazione).

Alla ripresa dell’attività economica, nel 2021, contribuisce anche l’espansione della spesa delle famiglie, che sale in tutto il Paese (+4,4%), ma soprattutto nel Nord (+5,8%). Aumenta inoltre la disuguaglianza, che si riporta ai valori pre-pandemia (4,9).
L’espansione della spesa prosegue anche nel 2022 (+8,7%; nel Mezzogiorno +9,9%), in un contesto di rallentamento della crescita economica, principalmente a causa della rapida accelerazione dell’inflazione. Ritorna ai valori pre-pandemia anche il tasso di risparmio lordo delle famiglie consumatrici (8,0%), che era cresciuto molto nel 2020 (+15,6%) e nel 2021 (13,8%), accompagnandosi a un ingente calo delle spese. La disuguaglianza si mantiene invece stabile sui valori dell’anno precedente (4,9).

 

Loader Loading...
EAD Logo Taking too long?

Reload Reload document
| Open Open in new tab

Scarica PDF [1.55 MB]

Categoria news:
OPINIONEWS
© RIPRODUZIONE RISERVATA
DELLA FONTE TITOLARE DELLA NOTIZIA E/O COMUNICATO STAMPA

È consentito a terzi (ed a testate giornalistiche) l’utilizzo integrale o parziale del presente contenuto, ma con l’obbligo di Legge di citare la fonte: “Agenzia giornalistica Opinione”.
È comunque sempre vietata la riproduzione delle immagini.

I commenti sono chiusi.