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ENPA * LETTERA A COMMISSIONE EUROPEA – LUPI: « ITALIA INADEMPIENTE, NO A REVISIONE STATUS PROTEZIONISTICO »

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10.05 - venerdì 30 giugno 2023

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota inviata all’Agenzia Opinione) –

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Lupi. Enpa scrive a Bruxelles: l’Italia inadempiente. No a revisione status protezionistico, vera emergenza è il bracconaggio: ogni anno perdiamo il 10% della popolazione. Respingere i tentativi di indebolire lo status protezionistico del lupo in Italia e in altri Paesi europei. E’ una delle richieste che l’Ente Nazionale Protezione Animali rivolge alla Commissione Europea con una lettera in cui si denunciano le persecuzioni di cui la specie è oggi vittima in Italia, anche a causa delle omissioni dello Stato e degli enti locali che non ne garantiscono una piena tutela. “E’ inaccettabile – si legge nella missiva che la Protezione Animali ha inviato questa mattina – che i metodi di prevenzione prescritti dalla direttiva Habitat e dalle convenzioni internazionali vengano disattesi in modo sistematico sia livello nazionale che regionale e provinciale. Tali metodi, come riconosciuto dal mondo scientifico e come confermato dall’esperienza sul campo, possono infatti risolvere eventuali problemi di convivenza con le attività antropiche, causa di situazioni conflittuali, migliorando il rapporto tra lupi e territorio”.

In Italia – sostiene l’associazione – non esiste una reale emergenza, ma c’è un clima di allarme sociale creato da alcune forze politiche filovenatorie e da alcune associazioni di categoria per invocare il “declassamento” di una specie oggi particolarmente protetta. La revisione di tale status viene motivata con l’attività predatoria dei lupi, ma si tratta, in realtà, di propaganda poiché non esistono dati che documentino la reale entità e diffusione delle predazioni, comunque evitabili con la prevenzione. Gli unici disponibili sono le stime dell’Ispra realizzate sulla base delle richieste di indennizzo presentate dagli allevatori; rilevazioni approssimative, dunque, che dimostrano come, per una quota significativa di tali domande, non sia stato possibile chiarire natura e contesto della predazione. Ciò è dovuto al fatto che, come riconosce lo stesso Ispra, il sistema dei controlli presenta molte falle. «Gli accertamenti vengono eseguiti in modo superficiale, con molte ore di ritardo e senza quelle analisi genetiche che consentono di determinare con certezza l’autore della predazione. Come se ciò non bastasse – spiega Enpa nella sua lettera – i controlli sono spesso affidati a veterinari privi di competenze specifiche». Insomma è evidente come tutto questo sia alla base di grossolani errori di valutazione, talvolta in malafede. «Come nel caso degli avvistamenti che il più delle volte si riferiscono a cani e non a lupi. Distinguere gli uni dagli altri è molto difficile, se non impossibile, ma – prosegue Enpa – è anche vero che ciò fa comodo a chi intende alimentare l’allarmismo».

In questo scenario, l’unico dato certo è che la popolazione di lupi, un tempo sull’orlo dell’estinzione e oggi in modesta ripresa, non è ancora in sicurezza. La distruzione e la frammentazione degli habitat, il traffico veicolare, il bracconaggio, provocano la morte di 300 esemplari l’anno. Ogni dodici mesi l’Italia perde per cause non naturali circa il 10% della popolazione totale di lupi, che Ispra stima in 3.300 individui, concentrati per lo più nelle regioni appenniniche. Per questo tra le richieste avanzate da Enpa a Bruxelles c’è anche quella di sollecitare un giro di vite dell’Italia contro il bracconaggio. Le pene oggi previste per questo reato (articolo 727 bis c.p) sono irrisorie e non costituiscono un deterrente. La direttiva europea sulla tutela penale dell’ambiente e l’apertura di una procedura contro l’Italia (sull’avifauna), avrebbero dovuto portare ad una riforma del 727 bis con un inasprimento delle sanzioni, ma il Piano d’Azione italiano contro il bracconaggio continua ad essere lettera morta.

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