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CONSIGLIO PROVINCIALE: III COMMISSIONE, ALTRE 11 PIAZZOLE PER ELISOCCORSO NEL 2017

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14.07 - martedì 28 febbraio 2017

(Fonte: Ufficio stampa Consiglio Pat) – Terza Commissione: altre 11 piazzole per l’elisoccorso preannunciate per quest’anno dall’assessore Mellarini; sospesi i disegni di legge di Giovanazzi contro l’abbandono dei mozziconi e dei piccoli rifiuti e di Manica per ostacolare lo sfruttamento idroelettrico da parte dei privati; previsto un confronto con l’assessore Gilmozzi sulla nuova delibera riguardante il Dvm (Deflusso minimo vitale); sì, infine, con una modifica ottenuta da Borgonovo Re (Pd) al regolamento che disciplina la partecipazione dei cittadini alle decisioni sul Parco dello Stelvio.

 

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L’assessore Mellarini annuncia alla Terza Commissione la realizzazione entro l’anno di 11 nuove piazzole per l’elisoccorso sanitario (Hems).

Accompagnato dal comandante Bruno Avi e dal dirigente Ivo Erler, l’assessore alla protezione civile Tiziano Mellarini ha fornito stamane alla Quarta Commissione i dati relativi al potenziamento delle elisuperfici sul territorio provinciale. L’incontro ha risposto all’impegno affidato dal Consiglio alla Giunta con la mozione 93, approvata in aula nel luglio 2015, proposta da Chiara Avanzo (Patt, assente giustificata dal collega Lorenzo Ossanna), per sollecitare l’individuazione di aree da destinare ad elisuperficie nella Valsugana orientale e nel Tesino. Mellarini ha riferito che l’attuale rete logistica a supporto delle attività di elisoccorso, vede operative 17 piazzole strategiche, di cui 6 ospedaliere (Trento, Rovereto, Cavalese, Cles, Tione e Arco) e 11 sul territorio (Folgaria, Borgo Valsugana, Fiera di Primiero, Vigo di Fassa, Fai della Paganella, Fondo, Malè, Madonna di Campiglio, Storo, Avio e Cembra). A queste si aggiungono 14 siti operativi Hems, vale a dire dedicati al soccorso sanitario, individuati dal Nucleo Elicotteri in collaborazione con i vigili del fuco volontari, che utilizzano i campi sportivi di Pinzolo, Ledro, San Martino di Castrozza, Cloz, Sant’Orsola e Cinte Tesino, tutti utilizzabili per l’atterraggio notturno, abilitati da Enac e già resi operativi.

Sono invece in via di completamento – ma l’assessore ha preannunciato che entro l’anno diverranno operativi – anche altri siti Hems a Molveno, Ronzo Chienis, Spiazzo Rendena, Vallarsa, Vermiglio, Andalo, Taio, Canazei, Predazzo, Campodenno e Grigno. Mellarini ha segnalato che esistono inoltre circa 90 piazzole diurne, delle quali 3 ubicate nel territorio della Comunità Valsugana orientale e Tesino: a Spera, Strigno e Telve di Sopra. “La realizzazione di nuove localizzazioni – ha precisato – deve rispondere ad una attenta verifica sulla necessità, sulla funzionalità, sulla sostenibilità in termini di analisi costi-benefici nonché sull’eventuale impatto urbanistico dal punto di vista dei vincoli all’utilizzo del territorio circostante rispetto alle esigenze di atterraggio e decollo degli aereomibili. Per quanto riguarda la zona della Valsugana e Tesino – ha concluso Mellarini – attualmente l’elisoccorso provinciale interviene H24 sulla elisuperficie di Borgo Valsugana e nei campi sportivi di Levico Terme e Cinte Tesino, ma sarà disponibile a breve anche Grigno”.

Nerio Giovanazzi (Amministrare il Trentino) ha plaudito al servizio, “che tranquillizza anche sul piano psicologico”, ha osservato.

Sospeso il ddl di Giovanazzi contro l’abbandono di mozziconi e piccoli rifiuti.

 

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A seguire l’organismo, presente l’assessore Mauro Gilmozzi, ha “aperto” e sospeso poco dopo l’esame di due disegni di legge presentati, il primo, da Giovanazzi (ma sottoscritto anche da Fasanelli del gruppo misto e Simoni di Progetto Trentino) per contrastare il malcostume dell’abbandono dei mozziconi di sigaretta e di altri piccoli rifiuti, e il secondo da Alessio Manica del Pd, volto a rendere più difficili le azioni espropriative a carico di terzi finalizzate alla realizzazione di centrali idroelettriche nel caso in cui i proponenti dello sfruttamento delle acque siano dei privati.

Motivando l’impossibilità per la Giunta di condividere il disegno di legge di Giovanazzi, l’assessore Gilmozzi ha ricordato che già esiste una “copertura” normativa completa anche in termini di sanzioni. Tuttavia, concordando sull’obiettivo del testo ne ha suggerito la trasformazione in una mozione. Proposta accolta dal consigliere Giovanazzi, che annunciando la decisione di sospendere la trattazione del ddl per preparare una mozione, ha spiegato come, vista l’impossibilità di inasprire le sanzioni in materia già previste dalla normativa nazionale, sia comunque importante sensibilizzare gli enti pubblici e i cittadini a responsabilizzarsi e attivarsi per ridurre questo fenomeno di inciviltà.

Sospeso anche il ddl per “frenare” lo sfruttamento idroelettrico da parte di privati.

 

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Più lunga e articolata la discussione che ha preceduto la scelta di Alessio Manica di sospendere anche l’esame del proprio disegno di legge, sottoscritto dalla collega Plotegher, dopo aver ascoltato i chiarimenti forniti al riguardo dall’assessore Gilmozzi.

Manica ha evidenziato il carattere volutamente “ideologico” del provvedimento da lui proposto “per rendere più difficile il percorso espropriativo nel caso in cui a proporre una concessione per lo sfruttamente idroelettrico siano dei privati. Questo per impedire il più possibile danni a terzi. “Mi sembra utile – ha spiegato – tenere alta l’attenzione su questo tema per tutelare un bene pubblico come l’acqua”.

Giovanazzi ha sostanzialmente condiviso il contenuto del ddl di Manica, perché fino a qualche anno fa i privati ottenevano le autorizzazioni e i conseguenti espropri per lo sfruttamento dei corsi d’acqua al pari di un ente pubblico. “Ma l’acqua – ha ricordato il consigliere – è un bene pubblico e se viene utilizzata deve produrre ricadute positive per la comunità”. Giovanazzi ha chiesto all’assessore le ragioni dell’accantonamento della delibera proposta  dalla Giunta relativa all’accordo tra la Provincia e Dolomiti Energia sul deflusso minimo vitale (Dvm).  Delibera che ora starebbe per essere sostituita da un’altra. Il consigliere ha messo in guardia dai rischi derivanti dalla riduzione del Dmv, che impoverisce l’ambiente, mentre una certa percentuale di acqua deve rimanere nei fiumi e torrenti, a tutela della natura. Tonina (UpT) ha condiviso la sollecitazione di Giovanazzi, ricordando di aver anche lui presentato alla Giunta questa richiesta.

L’assessore Gilmozzi preannuncia una nuova delibera sui deflussi minimi vitali (Dvm), che terrà conto delle osservazioni raccolte sul territorio e sulla quale ci sarà presto un confronto in Commissione.

 

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L’assessore Gilmozzi, pur apprezzando l’intenzione del disegno di legge di Manica di garantire maggiormente la difesa dell’acqua, bene pubblico, da speculazioni private, anche tenuto conto che grazie allo sfruttamento idroelettrico ben 93 milioni di euro entrano nelle casse dei Comuni e in parte anche della Provincia, ha spiegato tuttavia che la modifica prevista dal provvedimento si porrebbe in contrasto con la liberalizzazione del mercato dell’energia. In sostanza il ddl introdurrebbe non può essere accolto dalla Giunta perché introdurrebbe una discriminazione nei confronti dei privati e quindi, secondo gli uffici della Provincia, sarebbe sicuramente impugnato. “E questa norma – ha proseguito – ci vedrebbe perdenti davanti alla Corte costituzionale”. L’assessore ha ribadito che “l’idroelettrico rappresenta per la Provincia la fonte principale del progetto complessivo di miglioramento ambientale, cruciale per l’attuazione del programma europeo 2020”. Giusto quindi, a suo avviso, prevedere che lo sfruttamento idroelettrico non crei una pressione eccessiva dal punto di vista ambientale ed ecologico, la cui difesa è interesse primario per la Provincia. In tal senso si pone anche il nuovo piano di tutela delle acque. “Ulteriori sfruttamenti idroelettrici – ha aggiunto l’assessore – vanno valutati con la massima attenzione, anche perché con i cambiamenti climatici cui oggi assistiamo abbiamo periodi di grande siccità, alternati ad altri di forti precipitazioni. E la sensibilità dell’opinione pubblica su questi temi sta crescendo”. Sull’utilizzo delle acque, insomma, per Gilmozzi “occorre cercare il giusto punto di equilibrio tra tutti gli interessi in gioco su questa risorsa”.

Rispondendo alle richieste di Giovanazzi e Tonina, l’assessore ha poi preannunciato la volontà di relazione alla Commissione sulla nuova delibera della Giunta riguardante il tema del deflusso minimo vitale. “Nel 2009 – ha ricordato – avevamo deciso di portare il Dmv a 5 solo per le grandi derivazioni idroelettriche e a zero quello per le piccole, con l’obiettivo di effettuare il bilancio idrico provinciale entro il 2016. Questo per definire più puntualmente i rapporti corretti di Dmv rispetto ai singoli bacini di riferimento. La delibera dell’ottobre scorso aveva recepito questi approfondimenti sviluppati dagli uffici tecnici della Provincia con l’assistenza dell’università di Trento. Con questo metodo alcuni Dmv per le grandi derivazioni sono stati lievemente corretti al ribasso, mentre abbiamo obbligato 1000 piccole derivazioni a rilasciare un deflusso minimo vitale di 2 litri al secondo. Ora l’obiettivo è di arrivare al 2020, anno nel quale le concessioni scadranno, con un dato scientifico certo, che ci permetta di affrontare le nuove gare per la concessione sulla base di dati scientificamente verificati dalla Provincia con la collaborazione dell’Università di Trento. “In questi anni – ha riconosciuto Gilmozzi – è mancato il confronto pubblico su questo tema. Ecco perché la delibera sul Dmv è stata sospesa, per aprire nel frattempo una fase di partecipazione su questo tema che coinvolgesse tutti i soggetti interessati sul territorio. La nuova delibera terrà conto delle osservazioni e valutazioni emerse da questa fase partecipativa, perché si superino i conflitti comprendendo che è interesse di tutti gestire al meglio questa risorsa del Trentino”.

Per Manica, soddisfatto dalle spiegazioni fornite dall’assessore, i temi del Dmv e dello sfruttamento idrico “meriterebbero un’intera seduta della Terza Commissione, che consenta di analizzare tutte le sfaccettature sulla base di dati precisi”.
Il presidente Tonina, apprezzando la disponibilità manifestata dall’assessore Gilmozzi a presentare e discutere la nuova delibera che entro marzo sarà proposta dalla Giunta sul Dmv, ha concluso preannunciando la convocazione di un’apposita seduta della Terza Commissione.

 

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Unanime il parere favorevole della Terza Commissione sul regolamento che disciplina la partecipazione alle decisioni riguardanti il Parco dello Stelvio.

Ha infine ottenuto l’unanime parere favorevole della Terza Commissione, con una sola modifica concordata del testo, la proposta di deliberazione della Giunta provinciale concernente l’approvazione del regolamento relativo ai processi partecipativi per il Parco nazionale dello Stelvio”, come previsto dalla normativa provinciale sulle foreste e sulla protezione della natura 2007.

L’assessore Gilmozzi ha ricordato l’approvazione della legge provinciale sul parco dello Stelvio, che prevede processi partecipati che coinvolgano anche i cittadini nelle scelte più importanti, a supporto degli atti relativi al parco. Dando seguito alla legge, ha spiegato, si è arrivati alla definizione del regolamento condiviso anche dal coordinamento provinciale del parco. Ora è tempo di avviare la partecipazione, ha sottolineato Gilmozzi, perché è iniziato l’iter per la formazione del Piano del parco, che è l’atto di programmazione più importante per la gestione dell’area.

Donata Borgonovo Re (Pd) ha chiesto e ottenuto di modificare l’articolo 5 del regolamento, per evitare di vanificare i percorsi di partecipazione previsti. In sintesi, la versione del testo sottoposta dall’assessore alla Terza Commissione, assegnava agli esiti del processo partecipativo una valenza non vincolante per le decisioni finali da adottare in merito alla gestione del Parco. La consigliera ha evidenziato che ciò dimostrerebbe diffidenza nei confronti dei cittadini, specialmente nel caso in cui il processo partecipativo è obbligatorio. Il carattere non vincolante dell’esito del processo partecipativo potrebbe invece giustificarsi quando questo è facoltativo. L’assessore Gilmozzi, premesso che tutti i processi partecipativi, obbligatori o meno, una volta attivati devono avere la stessa dignità, ha accolto la proposta di Borgonovo Re formulando una nuova versione dell’articolo 5 del regolamento poi approvato a pieni voti dalla Commissione. Il testo rivisitato recita: “gli esiti del processo partecipativo vengono valutati e considerati ai fini dell’adozione delle decisioni da assumere e comportano l’onere di dar conto delle scelte effettuate dagli organi competenti”.

 

 

 

 

In allegato il comunicato stampa:

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Foto: archivio Pat

 

 

 

 

 

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