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BANCA D’ITALIA * ECONOMIA PROVINCE AUTONOME TRENTO E BOLZANO: « PRIMO SEMESTRE 2023, MARCATO RALLENTAMENTO » (REPORT PDF)

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02.09 - mercoledì 15 novembre 2023

Il quadro macroeconomico
Nel primo semestre del 2023 l’attività economica nelle province autonome di Trento e di Bolzano ha registrato un marcato rallentamento. In base all’indicatore trimestrale dell’economia regionale (ITER) elaborato dalla Banca d’Italia, il prodotto sarebbe aumentato, in termini reali, di circa l’1,2 per cento sia in Trentino sia in Alto Adige, in linea con il dato nazionale. In un contesto di persistente incertezza geopolitica, l’attenuazione della crescita ha riflesso l’inasprimento delle condizioni di finanziamento e gli effetti dell’inflazione ancora elevata sul potere d’acquisto delle famiglie. A partire dal secondo trimestre si sarebbe registrato un lieve calo del prodotto a cui, soprattutto in provincia di Bolzano, avrebbe contribuito l’indebolimento della domanda tedesca.

 

Le imprese
Pur in presenza di minori difficoltà di approvvigionamento e di un ridimensionamento dei costi dei beni energetici rispetto allo scorso anno, nella prima parte del 2023 la crescita dei fatturati nominali delle imprese manifatturiere si è attenuata in entrambe le province; al rallentamento della dinamica dei prezzi alla produzione si è associata una sostanziale stabilità dei volumi di vendita, che hanno risentito della debolezza della domanda mondiale. Le quantità esportate sono infatti cresciute in misura contenuta in provincia di Trento e sono calate in quella di Bolzano, rispetto al primo semestre del 2022. Il rallentamento dei livelli di attività per le imprese industriali si sarebbe acuito ulteriormente nei mesi estivi, soprattutto in Alto Adige. L’attività delle costruzioni, dove ancora non si registrano effetti significativi connessi al Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), si è indebolita in entrambe le province, risentendo delle difficoltà del mercato immobiliare. Il positivo andamento dei sevizi commerciali ha beneficiato della crescita dei flussi turistici, che nei mesi estivi si sono stabilizzati su livelli elevati. I piani di investimento, sostenuti da un maggior ricorso alle disponibilità liquide detenute dalle aziende, sono stati complessivamente rispettati, con una revisione al rialzo in Trentino.

Il credito bancario alle imprese ha continuato a contrarsi in Trentino e ha marcatamente rallentato in Alto Adige. Gli andamenti risentono della debolezza della domanda, frenata dall’aumento del costo dei prestiti, in presenza di un inasprimento delle condizioni di offerta da parte degli intermediari. Nel primo semestre dell’anno la redditività aziendale si è mantenuta positiva. L’aumento degli oneri di indebitamento, unitamente al maggior ricorso ai mezzi propri per il finanziamento degli investimenti, ha contribuito a smorzare la capacità di accumulo di liquidità da parte delle aziende.

 

Il mercato del lavoro e le famiglie
In entrambe le province nel primo semestre del 2023 il numero di occupati si è stabilizzato su livelli elevati e il tasso di occupazione è leggermente aumentato. La componente alle dipendenze è cresciuta, sospinta dalla creazione di posizioni lavorative permanenti, proseguendo una tendenza in atto dall’inizio del 2022. Si è arrestato il forte aumento della partecipazione al mercato del lavoro registrato nell’anno precedente mentre è ulteriormente diminuito il tasso di disoccupazione.

 

Al rialzo dei prezzi, pur in attenuazione nella prima parte dell’anno, si è associato il rallentamento dei consumi. La crescita dei prestiti alle famiglie da banche e società finanziarie si è sostanzialmente arrestata, riflettendo il calo della domanda di nuovo credito in un contesto di maggiori costi di indebitamento; nei primi sei mesi i flussi di nuovi mutui si sono marcatamente ridotti.

 

Il mercato del credito
Nel primo semestre dell’anno si è intensificato il calo dei prestiti bancari al settore privato non finanziario in Trentino e si è fortemente ridimensionata la loro crescita in Alto Adige. In entrambe le province tali dinamiche hanno interessato sia gli intermediari locali sia quelli extraregionali. La qualità del credito è rimasta sostanzialmente invariata su valori storicamente elevati. A giugno i depositi a vista di famiglie e imprese si sono ridotti in Trentino e hanno rallentato sensibilmente in Alto Adige: vi ha in parte contribuito il trasferimento di liquidità verso attività caratterizzate da una più elevata remunerazione.

 

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