Egregio Direttore,
rientro a notte dal primo confronto tra candidate/i sindaci che si è svolto al teatro Cona di Gardolo. Tra i temi trattati, in particolare mi ha colpito quello della chiusura del ciclo dei rifiuti, sul quale ho dovuto, mio malgrado, ascoltare inesattezze e superficialità.
Da tempo ci occupiamo di approfondire lo studio di questa tematica e ne abbiamo ricavato le seguenti considerazioni:
la competenza in tema di rifiuti va affidata alla Provincia anziché ai singoli Comuni, perché è indispensabile un sistema omogeneo che non crei confusione a chi si sposta da una località all’altra;
la decisione sulla scelta del tipo di impianto deve essere presa dall’istituzione, titolata a difendere il bene comune, e non lasciata al privato che ha interesse a trarre profitto dalla proprie scelte;
il problema della gestione dei rifiuti, per essere davvero efficace e non inquinante, va affrontato in termini di economia circolare, secondo un piano integrato che preveda:
l’obiettivo prioritario di produrre meno rifiuti, agendo su riduzione degli imballaggi e utilizzo di materiali ecosostenibili a livello industriale
incremento e miglioramento della raccolta differenziata, del riuso e del riciclaggio
chiusura del ciclo con la soluzione meno impattante dal punto di vista della sostenibilità.
La scelta del tipo di impianto è determinante per la salvaguardia dell’ambiente e della salute della popolazione. Avevamo quindi accolto con piacere, mesi fa, le dichiarazioni alla stampa del sindaco Franco Ianeselli che annunciava di essere a favore, per la chiusura del ciclo, della “miglior tecnologia esistente”, escludendo di fatto l’inceneritore.
Nel confronto tra candidate/i sindaco, a fronte di chi parlava di inceneritore e/o di esportazione dei rifiuti o esaltava il Trattamento Meccanico Biologico (TMB), Franco Ianeselli ha sostenuto la scelta dell’impianto di gassificazione, del quale fu proprio Sinistra Italiana a parlare con lui, con gli assessori competenti e con i funzionari comunali.
Ad un impianto di incenerimento dei rifiuti siamo da sempre contrari perché produce una combustione ad alta temperatura che richiede apporto costante di rifiuti, di ossigeno e anche di gas metano, e rilascia consistenti emissioni di CO2, gas climalterante.
Il trasporto dei nostri rifiuti in altre province non è economico, non è etico, non è ecologico perché il movimento di molti camion produce emissioni importanti di CO2
Il rifiuto inviato al Trattamento Meccanico Biologico, come attestano gli studi di ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), produce, a livello italiano, una frazione recuperabile/riciclabile pari solo all’1,3%, mentre di quello che esce dal trattamento il 36,6% finisce in discarica e il 26,8 % va ad incenerimento. Quindi non è risolutivo.
Dal momento che le discariche, altamente inquinanti, sono fuori discussione e che ogni territorio dovrebbe essere in grado di controllare il ciclo fino alla chiusura, si deve pensare ad un trattamento del residuo che preveda anche tecnologie che non richiedano l’apporto continuo di rifiuti e di ossigeno, producano materiali idonei ad utilizzi ed energia pulita, non producano emissioni.
La gassificazione, contrariamente a quanto avviene nell’incenerimento dei rifiuti dove ci sono combustione e richiesta di ossigeno continue, richiede solo un’ossidazione parziale iniziale, senza fiamma, che innesca una reazione che poi si autoalimenta.
I gassificatori hanno costi contenuti, sono modulari, quindi ne possono essere installati di piccoli in zone diverse o in serie, a seconda dei bisogni, nello stesso luogo e non sono “rifiutivori” perchè possono essere spenti e riaccesi all’occorrenza. In questo modo non disincentivano la raccolta differenziata.
La tecnologia è molto approfondita e sperimentata in Giappone, dove il prodotto finale del processo è tale da essere riutilizzato in edilizia.
UNITN e FBK hanno orientato i loro studi in questo senso, prevedendo anche la conversione del syngas prodotto dalla gassificazione in idrogeno, fornendo quindi una soluzione davvero innovativa alla chiusura del ciclo rifiuti.
La proposta fatta dal sindaco Ianeselli è dunque, a mio parere ma con dati alla mano, quella che maggiormente risponde all’esigenza di sostenibilità economica ed ambientale.
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Renata Attolini
Segretaria Provinciale di Sinistra Italiana