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WALTER PRUNER * SERGIO DIVINA: « LA TIFOSERIA CASALINGA CONOSCE IL GIOCATORE E LO SA IMMARCABILE »

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17.56 - giovedì 13 luglio 2023

Gentile direttore Franceschi,

 

rispondo volentieri alla richiesta di una mia nota stampa circa Sergio Divina, con questa breve riflessione.

Nell’ estate dei continui mancati reset e back up politici, la variabile Divina partecipa alla partita delle elezioni con l’effetto sorpresa di chi scende in campo a metà del secondo tempo, e con la tribuna attenta e timorosa a valutarne gli effetti. La tribuna ospiti guarda ma di fatto appare poco coinvolta. La tifoseria casalinga invece conosce il giocatore e lo sa immarcabile.

Poi, la presenza di due capitani in campo e dalla stessa divisa non li può tranquillizzare. L’ammonizione pre partita comminata all’incursore qualche giorno fa ha sortito effetto motivazionale e non deterrente.

La partita ancora una volta a centro campo. Lì al centro del centro, dove ormai è continuo e totale l’interesse e dove non è ancora chiaro quanto spazio sia realmente rimasto. Accasamenti sul fronte del centro sinistra, collocazioni sul fronte del centro destra, insistenze sul fronte del civismo, di fatto lascia lì al centro votante poco o nessuno spazio.

È consigliata invece la caccia al voto moderato condotta fuori da quei perimetri, in cui il sedime è saturato da esperienze concluse, anche se quest’anno qualche timida novità si scorge. Decisivo dunque è il recupero della piazza spiazzata, la piazza che non sa se andare a votare.

Tra i quattro su dieci trentini che oggi alla finestra sono tentati quel 22 ottobre prossimo da una gita fuoriporta, una in montagna o un’altra a funghi, si annida infondo la partita decisiva. Scongelare quell’area di freddo astensionismo è opera non facile, ma determinante nella scalata al fortino di Piazza Dante.

L’aver insistentemente ignorato i mutati quadri coalizionali interni, quasi che da quel lontano ormai 2018 ad oggi la storia fosse entrata in blocco, catapulta in campo l’effetto “Divina”.

Variabile che sconta certamente ruggini mai sopite interne al partito di Alberto da Giussano, impuntature sicuramente. Ma anche dell’altro: un deficit nella gestione del dissenso interno che tra epurazioni, reazioni muscolari e disciplinari, hanno in molti casi magari sedato il contingente mantenendo pericolosamente inalterate le ragioni dei contrasti.

Non è sempre facile individuare con certezza vittime e carnefici. Ma ormai poco rileva, perché si tratterebbe di sondare nel prefattuale. I fatti conducono oggi ad un altro fronte aperto dopo quello della candidatura Gerosa, e riguarda la “cerniera” Divina, chiamato a tentare un’ operazione di ricucitura tra aree della destra liberale, del leghismo moderato, del cattolicesimo apolide, della piccola impresa delusa, del post berlusconismo.

Una scommessa i cui esiti riverberano sul risultato di un’intera partita provinciale. Con due variabili: il tempo che gioca a favore della novità di quella che Patty Pravo chiamava “Pazza idea”, per la quale oggi la decisione non pare più negoziabile col secondo capitano in campo, ma essere in capo alle valutazioni solo della stessa area diviniana. Seconda variabile: il tipo di risposta interna alla coalizione governativa e la capacità attrattiva della neo proposta.

Un primo interrogativo dunque, riguarda quale, quanta e di che calibro sia la consistenza di malpancisti, delusi, critici che stanno sostenendo questa iniziativa di modernizzazione a destra in atto in queste ore.

Secondo interrogativo: il livello di tenuta politica interna alla maggioranza con riferimento ai cosiddetti “fattori minori”, le famose zampette della coalizione.

Da una parte dunque la questione più strettamente politica si riferisce al livello di soddisfazione programmatica percepita, dall’ altra la percorribilità di quello che a tutti gli effetti rappresenterebbe il tentativo di radicare un terzo polo.

Una certa sottovalutazione degli equilibri interni alla coalizione, accompagnata da venature di gestione autoritaria del dissenso interno, sono certamente anche loro fattori passati di micro fratture attuali, alla base dell’obelisco coalizionale di oggi, il cui esito è uno dei temi di queste calde giornate non solo meteorologiche.

 

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