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TRANSDOLOMITES * EMERGENZA COVID – MESSAGGIO DI ANDREA FRIGO: GIRARDI, « IL TRENO DELLA VITA DEVE RIPARTIRE, LA PAROLA D’ORDINE È BLOCCARE E FARE DIMINUIRE L’INQUINAMENTO »

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13.22 - domenica 10 maggio 2020

Con molto piacere siamo a diffondere le foto, in allegato, ed il messaggio che ci è pervenuto da Andrea Frigo che risiede in Valle di Fassa nel Comune di San Giovanni.

 

Materiale che siamo autorizzati a rendere pubblico. Andrea è un grande sostenitore dell’idea della ferrovia nelle valli dell’Avisio. Una sensibilità che non tiene nascosta nell’ombra della riservatezza, ma che ha il senso civico di manifestare pubblicamente.

Non è la prima volta che Andrea realizza dei modelli ferroviari che si ispirano a questa idea. Quanto realizzato nel giardino si sua proprietà non ha un mero senso decorativo ma si ispira al senso della vita al treno della vita che in queste settimane di emergenza sanitaria per causa di forza maggiore ha subito uno stop o un sostanziale rallentamento.

Semaforo rosso che ora poco per volta volge al giallo e poi al verde per riprendere con gradualità il suo viaggio. Uno specchio dei corsi e dei ricorsi della vita dell’umanità che dinnanzi alle immani tragedie ha sempre assistito alla ripartenza. L’auspicio e che ad ogni tragedia segua una crescita in maturità del genere umano, che ogni lezione serva ad imparare e cambiare andando ben oltre i tanti slogan e la tanta retorica che abbiamo ascoltato e letto nelle settimane scorse.

Al messaggio di Andrea aggiungiamo anche il pensiero collettivo di Transdolomites certi che Andrea lo condividerà. In periodo di pausa forzata delle attività umane, la Terra ha potuto respirare, si è ripresa in parte quello che l’uomo per tanti anni le ha sottratto. Covid 19 ha solo in parte allentato la sua presa ma ora cresce un grande timore, ossia che la ripresa delle attività umane sia ancora più distruttiva di quanto fatto negli anni passati.

Il nuovo sacrificio della Terra in nome dell’economia. Ma a ciò fortunatamente si affianca una consapevolezza sovrannazionale che non ci si possa più permettere tutto ciò, che la sabbia nella clessidra del tempo si stia esaurendo. Nel settore dei trasporti la parola d’ordine che sta prendendo forza è che bisogna contrastare in tutti i modi la rivincita dell’auto. Le città corrono ai ripari invitando i cittadini all’uso della bicicletta, si tracciano nuove piste ciclabili, ripartono gli investimenti sulle infrastrutture ferroviarie, si guarda alla mobilità pubblica come vero antidoto alla mobilità privata. Sì la mobilità pubblica, quella che purtroppo in certi servizi giornalistici viene quasi additata come l’untrice.

In tutto ciò la parola d’ordine è; bloccare e far diminuire l’inquinamento, ridurre l’utilizzo del suolo. Il Trentino ed il Sudtirolo non possono sottrarsi a questo impegno e obiettivo perché la colpa non è solo degli altri, delle regioni confinanti. La colpa risiede prima di tutto in casa nostra ed è dalle decisioni ” in huose ” che bisogna pianificare il cambiamento. Il respiro del cambiamento non deve riguardare solo le città ma deve raggiungere tutte le periferie.

Questo vale in particolare anche per le Dolomiti, Patrimonio mondiale dell’UNESCO purtroppo solo a parole. Dolomiti, vittime involontarie della loro bellezza che nel bene e nel male hanno dato tanto alle popolazioni che risiedono in questa regione. Il modello del turismo di massa ha fatto del traffico automobilistico un flagello che si è fatto beffe della maestosità di queste montagne, ha messo tra l’altro in crisi il modello di convivenza tra residenti e turisti.

Spetta all’ora all’uomo, a partire dalle popolazioni dolomitiche avviare una riscossa. Diciamo basta agli accademici , ai tanti loro discorsi che riempiono le pagine di tante belle parole ma raramente ” si compromettono” indicando delle proposte concrete. Transdolomites dalla sua costituzione si è sempre schierata dalla parte della cultura ma in parallelo ha sempre invocato l’azione. Agire subito è la nostra parola d’ordine e la proposta della ferrovia delle valli dell’Avisio, come quella del Garda, la Valsugana, Anello delle Dolomiti, delle Valli del Noce , la città di Trento, la Val Gardena e Badia sono gli obiettivi urgenti da mettere sul piatto della bilancia.

Servono soluzioni per il domani, è ovvio, ma le risposte durature si generano avendo oggi vere visioni per il domani. Il Recovery Fund, il piano della Commissione Ue è lo strumento storico al quale attingere, con i progetti in mano, per dare sostanza a questi obiettivi, perché i soldi non sono mai mancati, né ieri né oggi. Sono state le idee ed i progetti a latitare.

 

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Massimo Girardi

Presidente di Transdolomites

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