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ASSOCIAZIONI CITRAC – GIOVANI ARCHITETTI TRENTINO – ACROPOLI – ITALIA NOSTRA * ARCA ARCH. GIAN LEO SALVOTTI: « LA DEQUALIFICAZIONE DELLE COMMISSIONI PER LA PIANIFICAZIONE DEL PAESAGGIO »

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13.29 - venerdì 29 luglio 2022

Associazione C.I.T.R.A.C. / Associazione Giovani Architetti del Trentino / Associazione Acropoli / Associazione Italia Nostra. L’Arca dell’arch. Gian Leo Salvotti
La dequalificazione delle Commissioni per la pianificazione territoriale del paesaggio.

Il caso “L’arca dell’arch. Salvotti” è emblematico e mette in evidenza la volontà della politica di egemonia in ogni settore della vita e della cultura del territorio: la Giunta provinciale, composta esclusivamente da rappresentanti politici, ha accolto il ricorso dell’attuale proprietario dell’edificio, rivendicando per sé la più assoluta discrezionalità, sia contro il parere del Comitato per i beni culturali, composto da esperti nel campo storico-architettonico, tendente alla salvaguardia dello stesso, sia contro il parere della commissione edilizia comunale di Trento, altrettanto composta da professionisti esperti in architettura e paesaggio.
L’edificio in questione è rappresentativo di un pensiero artistico-architettonico che si è sviluppato a partire già dai primi decenni del secolo scorso in ambito europeo, caratterizzando un’epoca di ricerca e di sperimentazione dei nuovi materiali e di nuove tecnologie. L’Arca rappresenta, in senso figurato, una pietra miliare nella storia dell’architettura contemporanea trentina perché di svolta del processo creativo dell’architetto Salvotti e perché manufatto unico ed irripetibile nel panorama architettonico regionale.

Il caso offriva invece l’opportunità di applicare adeguati strumenti e sensibilità per la tutela degli immobili del secondo novecento, attraverso l’individuazione di criteri e modalità di valorizzazione e salvaguardia, contribuendo ad inserire il Trentino nel dibattito nazionale culturale e normativo della loro tutela. La tutela di questi manufatti non deve essere risolta in termini prettamente normativi e vincolistici ma deve sempre ricercare strategie duttili e di partecipazione, tra responsabilità etica e strategie di conoscenza.

Le architetture del secondo novecento raccontano della storia e della qualità dell’architettura italiana e trentina, dell’innovazione progettuale, dei linguaggi della contemporaneità, dell’esaltazione dell’identità dei luoghi e delle comunità. È inequivocabile dunque il rispetto del patrimonio costruito quale consapevole lascito alle generazioni future.

A riprova della volontà di depotenziare gli organi di tutela a favore di una più agile possibilità decisionale della componente politica, c’è anche la riforma delle Comunità di Valle, varata recentemente, che avrebbe dovuto mirare a rendere più qualificato ed efficace il controllo sulle trasformazioni del territorio, ma che in realtà è andata in direzione opposta privando le CPC dell’esperto provinciale e rendendo il loro parere non più vincolante per conferire alle commissioni dei Comuni un ruolo prevalente.
Gli appelli degli ordini professionali e di Italia Nostra del maggio scorso come osservazioni al DDL 190 maggio 2022 n° 145 sono purtroppo stati vani. Le associazioni culturali legate all’architettura confermano tali richieste e dichiarano centrale il ruolo delle professionalità tecniche all’interno dei processi di valutazione delle trasformazioni territoriali nelle CPC.

L’evoluzione dello strumento delle CPC dovrebbe richiedere nuovi provvedimenti che garantiscano l’adeguatezza delle trasformazioni e che assicurino la tutela del patrimonio storico, culturale, architettonico, urbanistico e paesaggistico ricercando:
– il superamento della dimensione comunale mediante l’accorpamento di varie CEC per garantire commissioni qualificate in materia paesaggistica ed architettonica;
– l’ampiezza, la poliedricità e la ricchezza delle vedute contro l’appiattimento e l’omologazione dei giudizi inserendo più commissari tecnici e con competenze complementari per favorire il dialogo e la completezza delle valutazioni, possibile solo con la compresenza di componenti che abbiano formazione nel campo dell’architettura, dell’urbanistica, del paesaggio, storico-culturale;
– la composizione delle commissioni tecnico-culturali secondo esclusivi e specifici criteri di competenza, e condizioni di operatività in assoluta indipendenza dagli organi politici;
– il coordinamento formativo ed operativo continuo delle commissioni attraverso la STEP;
– la previsione di giovani professionisti all’interno delle commissioni per garantire il corretto ricambio generazionale e di pensiero, introducendo criteri di selezione adeguati.

L’evoluzione delle CPC e dei processi autorizzativi deve compiersi con l’ambizione di costituire a livello nazionale un modello di riferimento. Le associazioni culturali sono vicine agli Ordini professionali per affermare il ruolo centrale, svolto con responsabilità ed etica dei professionisti, nella trasformazione paesaggistica del Trentino del futuro.

 

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