Poco opportuna la chiosa di Fugatti agli interventi dei presidenti degli ordini degli avvocati. Tutti devono sottomettersi al vaglio critico del dibattito pubblico.
Al di là degli improrogabili impegni che hanno portato il presidente Fugatti a congedarsi anzitempo dalla cerimonia d’inaugurazione dell’anno giudiziario, sembra necessario segnalare quanto poco opportuna sia stata la chiosa che il presidente della Provincia ha rilasciato alla stampa riguardo agli interventi dei presidenti degli ordini degli avvocati.
Liquidare infatti i timori dei rappresentanti delle toghe di un progressivo arretramento rispetto a certi istituti di civiltà giuridica come la prescrizione o alcuni diritti della personalità, con il ritornello “pensavo si occupassero di reati, non di politica”, tradisce la stessa sciatteria istituzionale di chi replica ai rapporti di Banca d’Italia o alle annotazioni dei sindacati: “se vogliono comandare si facciano eleggere”.
Sembra così necessario ribadire ciò che dovrebbe essere ovvio, e dunque che una democrazia non è fatta solo da chi esercita il potere politico o da chi temporaneamente ricopre quello esecutivo, ma si articola invece nel dialogo tra forze politiche e corpi intermedi, tra ordini, funzioni pubbliche e formazioni sociali che – ciascuno per le proprie prerogative – dovrebbero stimolarsi, controllarsi e cooperare.
Se necessario, anche polemizzare. Ma sempre nel rispetto ciascuno della funzione dell’altro. Perché in una società pluralista e democratica nessuno ha il monopolio del potere e tanto meno della verità. E tutti devono sottomettersi al vaglio critico del dibattito pubblico.
*
Cons. Giorgio Tonini
Capogruppo del Partito democratico del Trentino