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RCC * CARABINIERE UCCISO – PIANESE (COISP): « IN ALCUNE ZONE DEL PAESELA CRIMINALITÀ DETIENE IL CONTROLLO, ROMA HA CIRCA 20 VOLANTI DURANTE LE ORE NOTTURNE MA NEL 1993 ERANO 45 »

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09.07 - lunedì 29 luglio 2019

Carabiniere ucciso, Pianese (Coisp): “Ci sono alcune zone del Paese dove purtroppo la criminalità detiene il controllo del territorio e dove lo Stato non riesce ad affermare in modo pieno e continuativo il proprio controllo. Roma ha circa 20 volanti durante le ore notturne, nel 1993 ce n’erano 45. La Polizia nel frattempo è passata da 117mila unità a 96mila. Negli ultimi anni si è instillata la convinzione che chi aggredisce un esponente delle forze dell’ordine ha la certezza di farla franca. Serve che, come è successo in parte col decreto sicurezza, si stabiliscano regole su come deve essere interpretato qualsiasi atteggiamento di lesione e di minaccia nei confronti di appartenenti alle forze dell’ordine. Il taser è estremamente utile, ci auguriamo che venga distribuito il prima possibile a tutti i nostri equipaggi. Nel caso del collega ucciso a Roma, non si può portare il taser in operazioni in borghese”.

 

Domenico Pianese, Segretario generale del COISP (sindacato indipendente di polizia), è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.

Sul caso del carabiniere ucciso. “La morte di questo ragazzo è una sconfitta per lo Stato e per tutti i cittadini per bene –ha affermato Pianese-. Quando c’è un delitto così efferato, dopo che qualche giorno fa è accaduto un episodio molto simile a un poliziotto a Tor Bella Monaca dove soltanto per caso gli esiti non sono stati così drammatici come nel caso del carabiniere, allora qualche domanda ce la dobbiamo porre. Evidentemente ci sono alcune zone del Paese dove purtroppo la criminalità detiene il controllo del territorio e dove lo Stato non riesce ad affermare in modo pieno e continuativo il proprio controllo. Serve che, come è successo in parte col decreto sicurezza, si stabiliscano regole su come deve essere interpretato qualsiasi atteggiamento di lesione e di minaccia nei confronti di appartenenti alle forze dell’ordine. Negli ultimi anni si è instillata la convinzione che chi aggredisce un esponente delle forze dell’ordine ha la certezza di farla franca”.

Il comandante Alfa chiede che siano cambiate le regole d’ingaggio. “Questo è un appello che noi condividiamo in pieno, ma che stiamo facendo da alcuni anni. Noi da anni diamo protocolli che disciplinino regole d’ingaggio per diverse situazioni. Io posso anche tenere in mano la pistola, ma non la potrò mai utilizzare perché ci sono norme penali che regolano l’utilizzo dell’arma d’ordinanza di fronte ad un’offesa che deve essere commisurata al pericolo. Alcuni interventi, in alcune zone del Paese, non possono essere fatti da soli due agenti. Purtroppo solo recentemente è stato sbloccato il turnover nelle forze di polizia, quindi abbiamo patito per anni carenza di agenti sul territorio. Roma ha circa 20 volanti durante le ore notturne. Nel 1993 ce n’erano 45. La Polizia nel frattempo è passata da 117mila unità a 96mila”.

Sull’addestramento per le forze dell’ordine. “Per chi viene assunto nelle forze di polizia c’è un corso di formazione abbastanza lungo, minimo 12 mesi. E’ prevista anche una formazione per la difesa personale. Il problema poi è il mantenimento della preparazione nel corso degli anni. Aver fatto un corso nel 1990 e non aver avuto la possibilità di continuare ad addestrarsi nella difesa personale è un problema. La scarsità delle risorse umane si riverbera anche nella possibilità di continuare ad aggiornarsi. Noi abbiamo posto questo aspetto alle forze politiche”.

Sul taser in dotazione alle forze dell’ordine. “E’ estremamente utile, ci auguriamo che venga distribuito il prima possibile a tutti i nostri equipaggi. Nel caso del collega ucciso a Roma, non si può portare il taser in operazioni in borghese”.

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