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RCC * AUTOSTRADE: POSSETTI (COMITATO VITTIME PONTE MORANDI): « LE INTERCETTAZIONI NON SONO UNA NOVITÀ PERCHÉ NEL CUORE IMMAGINAVAMO CHE IL PERCORSO DISUMANO FOSSE QUELLO »

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08.45 - giovedì 12 novembre 2020

Autostrade, Possetti (pres. Comitato parenti vittime Ponte Morandi): “Intercettazioni per noi non sono una novità perché nel cuore nostro immaginavamo che il percorso disumano fosse stato quello. Dispiace anche per gli imprenditori onesti, perché questa partita mette in cattiva luce anche loro, spero che ci sia una presa di posizione da parte delle associazioni di categoria. Auspico che anche nel processo che interessa direttamente la morte dei nostri cari emergano con forza le modalità operative di questa società. Non ci fidiamo di questa società e non vogliamo che esca a tasche piene dalla trattativa, visto che per tanto tempo si è riempita le tasche in modo inadeguato. In quale tribunale al mondo uno Stato potrebbe essere condannato per aver revocato la concessione in una situazione di questo tipo? Deve essere dato un segnale, anche per dare un po’ di speranza ai cittadini. Stiamo portando avanti un progetto per riuscire a far individuare i nostri cari come vittime di una strage e di un’incuria, in modo che il loro status abbia un valore per definire che una cosa del genere è stata così grave che non deve avvenire mai più e lo Stato dovrà farsi garante di questo”

Egle Possetti, presidente del Comitato parenti vittime del Ponte Morandi, è intervenuta ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.

Sugli arresti e le intercettazioni dei manager di Aspi. “Noi lo diciamo dal giorno successivo al crollo che era avvenuto qualche grande problema –ha affermato Possetti-. Bisogna fare un progresso perché come esseri umani siamo veramente in deficit culturale. Le intercettazioni che stiamo leggendo ci confermano quello che noi pensiamo da 27 mesi, per noi non sono una novità perché nel cuore nostro immaginavamo che il percorso disumano era stato quello. Il fatto che i morti vengano considerati intralci nell’avanzata del carrarmato utile è veramente disarmante. Dispiace anche per gli imprenditori onesti, perché questa partita mette in cattiva luce anche loro, anche quelli che non fanno del loro lavoro una mercificazione così alta. Spero che ci sia una presa di posizione da parte delle associazioni degli imprenditori. Da un lato leggere queste cose fa più male, ma dall’altro ci dà un po’ di speranza. Il fatto che tutto sia venuto alla luce del sole è molto importante, io auspico che anche nel processo che interessa direttamente la morte dei nostri cari emergano con forza le modalità operative di questa società, di cui noi subito abbiamo detto che non ci saremmo più fidati.

Non ci fidiamo di questa società e non vogliamo che esca a tasche piene da questa trattativa, visto che per tanto tempo si è riempita le tasche in modo inadeguato. In quale tribunale al mondo uno Stato potrebbe essere condannato per aver revocato la concessione in una situazione di questo tipo? Deve essere dato un segnale, anche per dare un po’ di speranza ai cittadini. Noi, come abbiamo sempre detto, abbiamo fiducia negli inquirenti e ieri un po’ di riprova nella nostra fiducia c’è stata. E’ fondamentale che emergano dall’incidente probatorio a gennaio le cause reali del crollo. La partita processuale è molto importante, però non vogliamo dimenticarci anche delle concessioni. Stiamo anche portando avanti un progetto per riuscire a far individuare i nostri cari come vittime di una strage e di un’incuria, in modo che il loro status abbia un valore per definire che una cosa del genere è stata così grave che non deve avvenire mai più e lo Stato dovrà farsi garante di questo”.

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