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POSTE ITALIANE * V CENTENARIO DELLA SCOMPARSA: « EMISSIONE ODIERNA DEI QUATTRO FRANCOBOLLI COMMEMORATIVI DI LEONARDO DA VINCI, NEL

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12.42 - giovedì 2 maggio 2019

Leonardo da Vinci, Studi di Proporzioni del volto e dell’occhio, 1489-90
Il disegno è composto da due frammenti, la cui originaria provenienza da un unico foglio è stata stabilita dagli studi di Carlo Pedretti nel 1975.
Leonardo qui esplora i rapporti di misura delle varie parti del volto, collegandoli mediante un commento scritto alla struttura ossea sottostante: «dove l’occhio termina nella cassa dell’osso che lo contiene».
Il particolare dedicato all’occhio assume un valore emblematico della personalità di Leonardo perché richiama l’importanza che egli attribuisce al senso della vista, definito il miglior senso, per il suo valore di strumento conoscitivo e per le sue connessioni con il cervello.
Lo sguardo attento di Leonardo cerca la ragione di ogni cosa, coglie nella realtà le possibilità che avrebbe offerto all’uomo e disegna il futuro.
Giuseppina Mussari
Ministero per i beni e le attività culturali Musei Reali di Torino Biblioteca Reale

Enrica Pagella
Ministero per i beni e le attività culturali Musei Reali Torino Direttrice

 

 

Adorazione dei Magi

Commissionata a Leonardo nel marzo 1481 dai canonici di San Donato a Scopeto, la grande pala d’altare non venne però completata dall’artista che l’anno dopo partì per Milano. I Canonici attesero ancora quindici anni, infine incaricarono Filippino Lippi di eseguire un nuovo dipinto. La tavola incompiuta di Leonardo rimase in casa dell’amico Amerigo Benci, quindi dal 1601 entrò a far parte delle collezioni dei Medici e poi agli Uffizi. Il recentissimo restauro ha rivelato aree di colore e tutta una serie di figure, prima coperte da uno spesso strato di vernice e di sporco: in tutto, 20 animali (di cui 4 solo abbozzati), e 76 personaggi, 7 dei quali parzialmente cancellati. Il dipinto si legge ora come un gigantesco taccuino d’appunti del genio di Vinci, che qui tracciò molti motivi – tra i quali lo studio dei moti dell’anima attraverso le espressioni dei volti, o le zuffe di cavalieri – di cui continuò ad avvalersi anche nelle sue opere successive.

Dott. E. D. Schmidt
Direttore delle Gallerie degli Uffizi

 

 

Ritratto di Musico

Entrato in Ambrosiana probabilmente con la donazione del marchese Galeazzo Arconati del 1637, insieme al celebre Codice Atlantico, è l’unico dipinto su tavola di Leonardo rimasto a Milano. Tradizionalmente si pensava che ritraesse Ludovico il Moro, duca di Milano, ma quando i restauri del 1905 eliminarono le ridipinture e fecero riemergere nella parte inferiore la mano con la penna e il cartiglio musicale, si cominciò a parlare del ritratto di un musico, identificato ora con Franchino Gaffurio, che fu maestro della cappella del duomo di Milano, ora con il cantore e compositore franco-fiammingo Josquin des Prez, entrambi presenti e attivi nella Milano di Leonardo e di Ludovico il Moro. Recentemente è stata avanzata anche l’ipotesi che si tratti di Atalante Migliorotti, musicista toscano amico di Leonardo, giunto con lui a Milano alla corte del Duca come cantante e abile suonatore di lira. Di questo ritratto i critici segnalano il forte chiaroscuro e la dimensione scultorea dei tratti fisiognomici. In particolare sono da segnalare l’accuratezza con cui è dipinta la mano che tiene il cartiglio e una curiosità che riguarda gli occhi. Le due pupille infatti sono tra di loro diverse e quella dell’occhio sinistro è leggermente più piccola di quella dell’occhio destro. In tal modo Leonardo ha voluto cogliere e fissare nel dipinto l’attimo in cui le pupille progressivamente si dilatano al progressivo calar della luce, proprio secondo quanto egli stesso ha descritto in uno studio sulla dilatazione delle pupille. Nel “Musico” il Maestro ci avrebbe dunque lasciato un dettaglio di carattere scientifico “tradotto” in pittura.

Mons. Alberto Rocca
Direttore Pinacoteca Ambrosiana

 

 

Testa di Fanciulla detta “‘LA SCAPILIATA’

La Testa di Fanciulla detta ‘La Scapigliata’ è uno dei dipinti più celebri ed enigmatici di Leonardo da Vinci.
Custodito alla Galleria Nazionale di Parma, oggi parte del Complesso Monumentale della Pilotta, l’affascinante e misterioso volto della ‘Scapigliata’ fa la sua apparizione a Parma nel 1826 quando il figlio di un noto pittore parmigiano, Gaetano Callani, ne propone l’acquisto alla locale Accademia di Belle Arti come un “piccolo Leonardo da Vinci, rarissima cosa da trovarsi ai di’ nostri”. In effetti la piccola opera, poi passata nel 1839 nelle collezioni della Galleria Palatina, si presenta come un unicum nel panorama artistico di Leonardo e più in generale dell’epoca cinquecentesca: si tratta, infatti, di un dipinto monocromo su supporto ligneo non preparato, del quale ancora oggi si possono discernere chiaramente le imperfezioni del legno non levigato, che ritrae una testa di giovane donna voltata di tre quarti. I lineamenti del volto sono dolcissimi, le palpebre socchiuse in uno sguardo assorto, il naso leggermente pronunciato, le labbra morbide e serrate che accennano a un sorriso lieve e ambiguo, la folta chioma scomposta, appena trattenuta da un nastro, che ricade disordinata sulle spalle, in un intreccio di riccioli. E’ proprio da quest’ultima caratteristica, le ciocche scompigliate dei capelli, velocemente abbozzate a pennello, che deriva la tradizionale denominazione con cui questa tavoletta è oggi conosciuta.
Se in passato si è discusso molto sull’attribuzione dell’opera a Leonardo, oggi la critica è unanimemente concorde con la proposta di riconoscervi un prodotto artistico del maestro toscano, che l’avrebbe realizzato intorno al 1508. Anche la supposizione che la testa di fanciulla di Parma fosse un disegno o un bozzetto preparatorio sembra ormai superata: la Scapigliata per le sue caratteristiche tecniche e materiche fa pensare più a un saggio, a un esercizio di stile, che a un disegno, a uno schizzo o a uno dei tanti “studi di testa” realizzati dall’artista. Il dipinto sarebbe quindi un’incompiuta opera autonoma di estrema raffinatezza di uno dei geni del panorama artistico cinquecentesco.

Dott.ssa Stellina Di Meo
Archivio Fotografico Complesso Monumentale della Pilotta- Parma

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